A FURIA DI SVUOTARLO, IN CARCERE NON ANDRÀ PIÙ NESSUNO - SPARISCE IL REATO DI CLANDESTINITÀ E PER TUTTI I REATI FINO A TRE ANNI SARANNO APPLICATI I DOMICILIARI (E QUANTI MEZZI E AGENTI SERVIRANNO PER CONTROLLARE I “DETENUTI” A CASA?)

Virginia Piccolillo per ‘Il Corriere della Sera'

Addio al reato di clandestinità. Tra le proteste dei deputati della Lega (uno, Massimiliano Fedriga, espulso dall'Aula dal presidente grillino), di Fratelli d'Italia, del Movimento Cinquestelle, e una rumorosa spaccatura interna a Forza Italia, la Camera ha approvato in via definitiva con 332 voti favorevoli, 104 contrari e 22 astenuti, il cosiddetto «svuota carceri».

Un provvedimento che renderà più difficile l'arresto in carcere, a beneficio dei domiciliari. Dovranno essere applicati in automatico a tutti i reati con pena fino a tre anni. E per reati dai 3 ai 5 anni possono essere concessi dal giudice. Festeggia il ministro della Giustizia, Andrea Orlando: «Abbiamo fatto un importante passo avanti nella direzione di un Paese più giusto e moderno». Ma la norma è stata molto contestata.

Forte la protesta della Lega, che ha richiesto invano la presenza in Aula del ministro dell'Interno, Angelino Alfano, «ministro della Giustizia quando il reato di clandestinità venne approvato». Il leader, Matteo Salvini accusa: «Aiutano i clandestini, cancellando il reato di clandestinità, liberano migliaia di delinquenti con lo svuota carceri e arrestano chi vuole l'indipendenza. Siamo alla follia».

Ma ha generato interrogativi e differenti interpretazioni la spaccatura in Forza Italia. Dei 41 azzurri presenti: 8 hanno votato contro, 19 si sono astenuti e solo 14 sono stati i sì. Frattura subito rimarcata da Ignazio La Russa, FdI: «Posso capire l'Ncd. Ma Forza Italia si accoda in maniera vergognosa a una mistificazione del modo di affrontare il problema dell'immigrazione che finisce con l'essere d'aiuto alla clandestinità, alla criminalità e ai trafficanti di uomini».

Uno smacco per chi, come Maurizio Bianconi, in Aula si era scagliato contro il provvedimento. C'è chi, come Gabriella Giammanco e Annagrazia Calabria, ha spiegato di aver votato no «al decreto svuota carceri voluto da Alfano e Renzi, no ad un indulto mascherato» che «conteneva anche la depenalizzazione del reato di immigrazione clandestina». E anche Maurizio Gasparri ha subito lodato quelli che «come noi senatori di Forza Italia hanno votato contro norme lassiste in materia di immigrazione». Contrari anche Pietro Laffranco, Fabrizio Di Stefano, Daniela Santanchè, Alberto Giorgetti, Riccardo Gallo.

Mentre tra i diversi «big» azzurri che si sono astenuti, anche Raffaele Fitto e Mara Carfagna. Solo un voto nel merito, o la spia di qualcosa di altro? Protetti dall'anonimato, sono numerosi i deputati che si dichiarano insoddisfatti perché vorrebbero fare «sul serio opposizione». Lamentano mancanza di dibattito interno e si preparano a fare fronda con i prossimi provvedimenti. «Non abbiamo alcuna intenzione di lasciare il partito ma chiediamo che ci sia una linea chiara e valuteremo se sarà necessario assumere una qualche iniziativa», confessa qualcuno.

Nel ddl delega si prevede, tra l'altro, che l'imputato possa chiedere la sospensione del processo con messa alla prova nei procedimenti per reati puniti con la sola pena edittale pecuniaria o con la pena edittale detentiva non superiore nel massimo a quattro anni. La messa alla prova comporta «la prestazione di un lavoro di pubblica utilità nonché condotte volte all'eliminazione delle conseguenze dannose derivanti dal reato».

Nel provvedimento si prevedono anche misure disciplinari molto dure per i magistrati che presentano in ritardo (oltre i 30 giorni o i 45 per i casi più complessi) le motivazioni di accoglimento o rigetto della misura cautelare. Chi è in carcere dovrà essere liberato senza che la misura possa essere reiterata. Si potranno applicare le misure cautelari anche in presenza del reato di finanziamento illecito ai partiti. Se il magistrato non rinuncerà all'ipotesi della detenzione in carcere dovrà motivarne le ragioni. Più facile l'applicazione delle misure interdittive.
Nessuna legalizzazione, invece, dell'orto di cannabis in casa. È ancora vietato.

 

 

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