LO STATO SPENDE UN MILIARDO AL MESE IN AFFITTI: LO SCANDALO DEL CONTRATTO CON MPS PER L’IMMOBILE AL COLOSSEO

Sergio Rizzo per il Corriere della Sera

 

Ci sono storie che da sole spiegano come ha fatto la nostra spesa pubblica a superare il 50 per cento del Prodotto interno lordo in un Paese che continua a impoverirsi. Storie che, chissà perché, hanno sempre lo stesso protagonista: gli immobili. Una di queste riguarda un affare che coinvolge il Monte dei Paschi di Siena, banca precipitata in una crisi senza precedenti, e il dipartimento delle Finanze del ministero dell'Economia. E riguarda un grande palazzo, a Roma, davanti al Colosseo. Si tratta della vecchia sede delle esattorie, gestite appunto dalla banca senese, che non a caso ha anche una filiale al piano terra del medesimo stabile.

Tutto ha inizio nel settembre del 2010. Va ricordato il contesto. Qualche mese prima il governo di Silvio Berlusconi è stato costretto a una dura manovra economica per decreto: la speculazione internazionale aveva già assalito i Paesi più deboli dell'eurozona e ora inquadrava nel mirino anche l'Italia. Era dunque necessario alzare uno scudo, che sarebbe tuttavia crollato dopo qualche mese: ecco allora un primo giro di vite alle pensioni, ecco il taglio degli stipendi più alti dei dirigenti pubblici, ecco il tentativo di sforbiciare i costi della politica.

Mentre nelle stanze del Tesoro circolavano tabelle che dimostravano come la spesa pubblica stava assumendo proporzioni sempre più preoccupanti, nelle stanze accanto si pensava di spendere altri soldi. In che modo? Affittando dai privati una nuova sede. Il bello è che negli anni precedenti le Finanze avevano ceduto i propri immobili con la motivazione di contribuire all'abbattimento del debito pubblico, che a dispetto di ciò continuava a crescere.

A questo punto salta fuori il Monte dei Paschi di Siena, che attraverso una società immobiliare della quale è presidente Alfredo Monaci, futuro candidato alle elezioni politiche del 2013 con la lista Monti nonché fratello del presidente del consiglio regionale della Toscana Alberto Monaci (Pd ex Margherita), possiede a Roma un immobile che capita come il cacio sui maccheroni.

Superficie adeguata alle esigenze, collocazione deluxe: di fronte al Colosseo. Il contratto d'affitto viene stipulato con decorrenza primo gennaio 2011. Importo: 7 milioni 260 mila euro. Ma ci sono da fare i lavori di ristrutturazione, che costeranno una quindicina di milioni. A carico, di solito, del proprietario.

E qui si apre un'altra pagina di questa storia. Perché il Monte dei Paschi, già in affanno dopo l'acquisizione dell'Antonveneta e il titolo che precipita in borsa, decide di vendere. Delibera di cedere a non meno di 132 milioni, per portare a casa almeno una trentina di milioni di plusvalenza rispetto al valore di bilancio. Purtroppo però il mercato è depresso, e anche un immobile tanto prestigioso è difficile da cedere a un buon prezzo. C'è però un fondo, che si è costituito da qualche mese. Lo gestisce una società del gruppo Mittel del quale è presidente Angelo Rovati, già fund raiser di Romano Prodi alle elezioni del 2006, famoso ex cestista del passato divenuto poi imprenditore e scomparso proprio in questi giorni.

Il Monte conferisce il palazzo a quel fondo, le cui quote vengono acquistate da un altro fondo. È il Fondo di previdenza dei dipendenti delle Finanze, alimentato con il premio-incentivo che tutti gli anni tocca a loro per i risultati ottenuti sul fronte della lotta all'evasione fiscale. L'investimento è ottimo, per loro: 7 milioni e mezzo, fra le pigioni pagate dal loro ministero e l'affitto dei locali dove sta la filiale del Monte dei Paschi, significano un interesse di quasi il 5,8 per cento.

Ovvero, un rendimento ben superiore al costo di un mutuo immobiliare. Invece è meno buono, decisamente, per i contribuenti. Perché quando i 18 anni del contratto saranno scaduti, lo Stato avrà speso una cifra che sarebbe stata più che sufficiente a comprare quel palazzo, ma non avrà nemmeno un mattone in mano.

L'operazione può avere mille giustificazioni: ne siamo certi. Ma non può non lasciare interdetti, tanto più se si considerano le dimensioni enormi del patrimonio immobiliare pubblico, il cui valore commerciale è stimato in almeno 400 miliardi di euro, e lo stato in cui questo versa. Di più. Mentre si avviavano alla conclusione gli imponenti lavori di ristrutturazione del palazzo di via dei Normanni, il governo Monti avviava un piano per risparmiare sugli affitti passivi pagati dalla pubblica amministrazione, con la prospettiva dichiarata di realizzare economie per 56 milioni di euro l'anno entro il 2015.

Il solo ministero dell'Economia e delle Finanze, che ha appena preso in affitto quel palazzo del Monte dei Paschi, conta di risparmiare 13 milioni e mezzo. Goccioline, in un mare sterminato. Su Panorama Giuseppe Cordasco ha rivelato l'esistenza di una stima secondo cui lo Stato italiano ha in affitto dai privati qualcosa come 10.108 immobili, con un costo annuale di un miliardo 215 milioni di euro. Ovvero, poco meno di un terzo del gettito dell'Imu sulla prima casa.

Ma è una stima per difetto, se si considera l'immenso capitolo degli affitti passivi delle Regioni, delle Province e dei Comuni. Voci che potrebbero addirittura moltiplicare per dieci quel numero, facendolo salire all'incredibile valore, secondo valutazioni che circolavano qualche settimana fa tra i ministri del governo di Mario Monti ormai sull'uscio di Palazzo Chigi, di 12 miliardi di euro. Il triplo dell'Imu sulla prima casa.

La casistica è semplicemente sterminata: basti l'esempio del Comune di Roma, proprietario di migliaia di immobili, capace di spendere 14 milioni l'anno per affittare i locali e i servizi delle commissioni e dei gruppi politici del consiglio comunale. Tutto questo, per giunta, in assenza della doverosa trasparenza nonostante una legge approvata il 24 marzo dello scorso anno imponga a tutte le amministrazioni l'obbligo la pubblicazione online dei contratti d'affitto. Non si può non ricordare che dal 2001 al 2012 la spesa pubblica al netto degli interessi pagati sul debito è salita in termini reali del 12,5 per cento, mentre il Prodotto interno lordo reale procapite diminuiva del 6,5 per cento.

 

 

VIA DEI NORMANNIPALAZZO DI VIA DEI NORMANNI AFFITTATO DALLO STATOALFREDO MONACI SIMONETTI ROBERTO MONTE DEI PASCHI DI SIENA BERLUSCONI-TREMONTItremonti-mussari-draghi rio55_bigMONTI GRILLI monte-paschi

Ultimi Dagoreport

meloni salvini tajani palazzo chigi

DAGOREPORT - LA SITUAZIONE DEL GOVERNO MELONI È GRAVE. PROBABILMENTE NON SERIA, MA DISPERATA SÌ - SE L’ESCALATION DEL SALVINISMO TRUMPUTINIANO FA IMBUFALIRE TAJANI (“POPULISTI QUAQUARAQUÀ”), FA PRUDERE MANI E GOMITI A UNA DUCETTA MALCONCIA, FINITA NEL CONO D’OMBRA DI TRUMP-MUSK, CHE ASPETTA SOLO LA CONFERMA DI SALVINI A CAPO DELLA LEGA”, IL 6 APRILE, POI “LA PAZIENZA FINISCE” - IL GIORNO PIÙ DOLOROSO DELLA MELONA ARRIVERÀ INFATTI QUATTRO GIORNI PRIMA: IL 2 APRILE, QUANDO TRUMP ANNUNCERÀ I FAMIGERATI DAZI USA E MELONI DOVRÀ DECIDERE SE STARE CON WASHINGTON O CON  BRUXELLES - IN ATTESA DEL GIORNO DEL GIUDIZIO, SI FANNO SEMPRE PIÙ FITTE E FORTI VOCI E MUGUGNI DI UNA DE-SALVINIZZAZIONE DEL GOVERNO CHE PREFIGURANO UNA PROSSIMA CRISI E IL VOTO ANTICIPATO NEI PRIMI MESI DEL 2026 - L’APERTURA DELLE URNE DIPENDERÀ PERÒ DA ALTRI DUE FATTORI: I DATI DEI SONDAGGI E IL VOTO INCERTISSIMO, PREVISTO PER IL PROSSIMO OTTOBRE, IN CINQUE REGIONI…

proteste benjamin netanyahu ronen bar gali baharav-miara

DAGOREPORT – TUTTI A GUARDARE L’UCRAINA, MA IN ISRAELE È IN CORSO UN GOLPETTO DI NETANYAHU: “BIBI” PRIMA HA PROVATO A CACCIARE IL CAPO DELLO SHIN BET, RONEN BAR, CHE INDAGAVA SU DI LUI, POI HA VOTATO LA MOZIONE DI SFIDUCIA CONTRO LA PROCURATRICE GENERALE, GALI BAHARAV-MIARA, ANCHE LEI "COLPEVOLE" DI AVER MESSO SOTTO LA LENTE I SOLDI DEL QATAR FINITI AD HAMAS MA ANCHE AI COLLABORATORI DEL PREMIER – LE “OMBRE” SULLA STRAGE 7 OTTOBRE: CHE RESPONSABILITÀ HA IL GOVERNO? NETANYAHU ERA STATO O NO INFORMATO DAI SERVIZI DI  BAR DEL PIANO DEI TERRORISTI PALESTINESI? PERCHÉ NON SONO STATE PRESE LE DOVUTE CONTROMISURE?

ursula von der leyen xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LE MATTANE DI TRUMP SVEGLIANO L'EUROPA: DOPO IL VIAGGIO IN INDIA, URSULA VOLA A PECHINO A FINE APRILE - SE TRUMP CI SFANCULA, LA GRANDE FINANZA AMERICANA RISPONDE INVESTENDO NEL VECCHIO CONTINENTE (IN ACCORDO CON IL MONDO FINANZIARIO BRITISH) - DOPO AVER SENTITO PARLARE WITKOFF ("PUTIN NON È UN CATTIVO RAGAZZO") , I DIPLOMATICI EUROPEI HANNO AVUTO UN COCCOLONE: CON QUESTI STATES, PUTIN POTREBBE OTTENERE TUTTO QUELLO CHE VUOLE. E INFATTI SOGNA ADDIRITTURA ODESSA - L'UNICA NOTIZIA CHE HA IMPENSIERITO "MAD VLAD" NELLE ULTIME ORE È STATA LA POSSIBILE PARTECIPAZIONE CINESE, POI SMENTITA, ALLE OPERAZIONI DI PEACEKEEPING DEI "VOLENTEROSI" A KIEV...

mario draghi praga

DAGOREPORT - MA DRAGHI, COSA SI ASPETTAVA COL SUO DISCORSO AL SENATO, DA PARTITI CHE AVEVANO GIA' AFFOSSATO IL SUO GOVERNO E LA SUA AMBIZIONE QUIRINALIZIA? E SE È ANDATO VIA SBATTENDO LA PORTA, STIZZITO (“VEDO CHE GUARDATE L’OROLOGIO, PER CUI VI RINGRAZIO”) - EPPURE LE SUE PAROLE CONTENEVANO UNA PROPOSTA IMPORTANTE: FINANZIARE IL RIARMO CON EUROBOND - DIETRO IL NO A URSULA, CHE GLI AVEVA PROPOSTO DI COORDINARE IL PIANO REARM EU, PRIMA PASSO A UNA FUTURA DIFESA EUROPEA, CI SONO DUE MOTIVI... -VIDEO