“SONO STATO MINACCIATO DI MORTE DAI NO VAX, PER QUESTO NON MI SONO CANDIDATO IN BASILICATA” - L'EX MINISTRO DELLA SALUTE ROBERTO SPERANZA RIVELA LE PRESSIONI VISSUTE DURANTE L'EMERGENZA COVID. MOTIVO PER IL QUALE CONTINUA ANCORA A RICEVERE INSULTI E MINACCE E A VIVERE SOTTO SCORTA CON I FAMILIARI - SPERANZA HA PARLATO DI “CONTINUE ISTIGAZIONI ALL’ODIO PERSONALE SUI SOCIAL E ANCHE DA PARTE DI UN PEZZO LIMITATO, MA MOLTO RUMOROSO DEL MONDO EDITORIALE”
Guido Tortorelli per bari.corriere.it - Estratti
«Minacce di morte e insulti quotidiani da schegge della galassia no vax». Questi i motivi per cui l’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, non è stato disponibile per la candidatura a presidente della Regione Basilicata alle elezioni del 21 e 22 aprile. Ad annunciarlo è direttamente l'esponente politico lucano con un lungo post sui propri canali social.
Speranza ha voluto chiarire la sua posizione, dopo aver letto «alcune ricostruzioni insensate che partono però sempre da una rimozione di fondo che per me è inaccettabile: cosa ha significato e quali siano le conseguenze dell’essere stato ministro della salute durante la pandemia da Covid 19».
roberto speranza elly schlein foto di bacco
L’esponente dem ha rimarcato il carico di responsabilità che ha avuto sulle sue spalle negli oltre tre anni di mandato, ai quali è seguita anche «una clamorosa inchiesta giudiziaria». In tal senso, Speranza ha ricordato che, durante il suo mandato da ministro della salute, si sono succeduti ben quattro ministri in Francia, tre in Gran Bretagna e due in Germania. «È stato un carico di lavoro inimmaginabile, 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, senza alcuna pausa con decisioni quotidiane che incidevano sulla vita quotidiana di milioni di italiani. Questa storia non può essere rimossa. E il lavoro incessante che ho fatto, dando tutto me stesso, non può essere sottovalutato», ha aggiunto, rispondendo alle critiche ricevute nelle ultime settimane.
(...) Così, poi, Speranza ha approfondito le gravi difficoltà che riguardano tutta la sua famiglia: «Il prezzo per l’impegno degli anni del Covid è stato altissimo e purtroppo non si è ancora esaurito. Mi pesa essere costretto a parlarne pubblicamente, non sarebbe nella mia natura farlo, ma credo che oggi sia necessario per comprendere la situazione».
L’ex ministro ha parlato di «continue istigazioni all’odio personale sui social e anche da parte di un pezzo limitato, ma molto rumoroso del mondo editoriale». Questo clima, ha proseguito, è ulteriormente peggiorato da quando è stata annunciata la commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid, tanto che è costretto ancora «a vivere sotto scorta con tutto ciò che questo comporta per me e per i miei cari».
Pertanto, a causa di queste argomentazioni di natura personale, Speranza ha chiesto ai due leader di Pd e Cinquestelle di non considerare la sua figura come possibile candidato. «L'ho fatto anche - rimarca - per rispetto alla terra che amo, la mia Basilicata. Chi si candida a guidarla deve essere pronto a dare tutto, anteponendo questa funzione ad ogni altro pensiero o preoccupazione. Proprio come ho fatto io negli anni da ministro. Candidarsi a guidare una Regione è una scelta di vita che richiede un impegno totale. Giudico offensivo anche solo pensare ad un lavoro part time come qualcuno sembrerebbe suggerire».
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