giorgia meloni matteo renzi roberto speranza

SPEZZEREMO LE RENI AL COVID! MA COME? – NEL SUO DISCORSO ALLA CAMERA GIORGIA MELONI HA DETTO CHE SUL COVID NON REPLICHERÀ “IL MODELLO PIÙ RESTRITTIVO DELL'OCCIDENTE”, OVVERO QUELLO  IMPOSTO DALL'EX MINISTRO SPERANZA. E HA ANNUNCIATO UNA COMMISSIONE D'INCHIESTA SULLA GESTIONE DELLA PANDEMIA – DAL PD ACCUSANO LA DUCETTA DI AMMICCARE “AI NO VAX CHE L'HANNO VOTATA”. MENTRE I RENZIANI APPOGGIANO IN PIENO LA LINEA DEL GOVERNO SU QUESTO TEMA... 

Adriana Logroscino per il “Corriere della Sera”

 

giorgia meloni al senato

La critica netta e su più piani, che Giorgia Meloni, nelle sue dichiarazioni programmatiche alla Camera rivolge a chi ha gestito l'emergenza Covid, provoca una reazione dura dei protagonisti di quella stagione. Come l'ex ministro della Salute: «Ha ancora paura di scontentare i no vax che l'hanno votata», la risposta ruvida, a caldo di Roberto Speranza.

 

Difeso anche dal segretario Pd Enrico Letta: «Siamo fieri di avere tra i nostri banchi Speranza - dice nella replica in aula - che rappresenta tutto quello che l'Italia ha fatto in questi anni difficili per cercare di vincere una delle sfide più complesse che il nostro Paese abbia mai dovuto affrontare. Le frasi di Meloni sul Covid sono francamente da brividi».

 

roberto speranza

La gestione del virus divarica ulteriormente anche le opposizioni: a differenza del Pd, Italia viva fa filtrare apprezzamento per l'ipotesi di una commissione di inchiesta sul Covid. Mentre il presidente del M5S, Giuseppe Conte, nel suo intervento, non tocca l'argomento.

 

A innescare il dibattito le parole della premier che, non potendo escludere un ritorno del contagio, assicura però che non sarà replicato «il modello più restrittivo dell'Occidente». E promette «chiarezza» in nome di chi «ha perso la vita mentre altri facevano affari milionari»: una commissione d'inchiesta, precisano fonti di Fratelli d'Italia, «non punitiva nei confronti del personale sanitario che ha tenuto in piedi il sistema» ma «per mettere in mora chi ha sfruttato l'emergenza per arricchirsi».

 

MATTEO RENZI GIORGIA MELONI

All'affondo per primo replica Speranza, che guidava la politica sanitaria sia nel secondo governo Conte sia con Draghi. «Il modello italiano ha messo al centro la tutela del diritto alla salute e l'evidenza scientifica. Spiace che Meloni non sia uscita ancora dalla campagna elettorale: neanche una parola sui vaccini, fondamentali per chiudere la fase più dura».

 

Gli scienziati si schierano su posizioni diverse, come del resto erano posizionati durante l'emergenza. «I governi che hanno affrontato la pandemia in Italia hanno seguito le migliori certezze scientifiche disponibili - ricorda l'epidemiologo Pierluigi Lopalco - non abbiamo fatto nulla in difformità a quanto raccomandato da Organizzazione mondiale della sanità e Centro europeo per il controllo delle malattie».

 

GIORGIA MELONI NEL DISCORSO PER LA FIDUCIA ALLA CAMERA

L'infettivologo Massimo Andreoni sollecita prudenza.

«Le misure da adottare in futuro dipenderanno dall'andamento dell'epidemia. L'auspicio è che non servano più misure restrittive».

All'opposto la microbiologa Maria Rita Gismondi: si associa al giudizio di Meloni. «Era davanti agli occhi di tutti il fallimento della gestione pandemica e, se non avessimo finalmente trovato un leader coraggioso e capace di cambiare rotta, non saremmo più usciti da questo incubo. Mi auguro che il nuovo ministro Orazio Schillaci apra il suo mandato con un ritorno alla normalità».

 

mario draghi roberto speranza 1

E l'infettivologo genovese Matteo Bassetti approva la nuova rotta fino al punto di suggerire i primi provvedimenti: «Eliminare l'isolamento dei positivi e l'obbligo di fare il tampone per entrare in alcune strutture», come le case di riposo. La questione Covid, però, ha anche un risvolto politico: la convergenza di Iv con la maggioranza. A sera Maria Elena Boschi è chiara: «Sulla commissione d'inchiesta, da opposizione responsabile, siamo pronti a collaborare».

matteo bassetti foto di bacco (1)matteo bassettiCarramba che Tampone - Bassetti si sottopone al Tampone Cinesemario draghi roberto speranza

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…