LA STAGIONE DELLE NOMINE SI AVVICINA E DRAGHI INIZIA A OCCUPARSI DI CASSA DEPOSITI E PRESTITI E DELLE CONTROLLATE - A DIFFERENZA DI CONTE, PRIMA COMPRENDERE STRATEGIE E OBIETTIVI E POI CERCARE NOMI IN GRADO DI RIEMPIRE LE CASELLE - DRAGHI HA INCARICATO IL SUO CONSULENTE ECONOMICO ALESSANDRO ARESU DI SEGUIRE IL DOSSIER CDP - AL VAGLIO I COMPENSI DEI MANAGER IN MODALITÀ D’ALEMA, A PARTIRE DA DONATO IACOVONE (WEBUILD) E RODOLFO ERRORE (SACE) - VIDEO
Mario Draghi, tra passato e presente, visto da Alessandro Aresu (consigliere scientifico di Limes)
DAGONOTA
Draghi ha incaricato il suo consulente economico Alessandro Aresu (bio a seguire) di seguire il dossier CDP. In vista della scadenza ad aprile del mandato di Fabrizio Palermo. Il premier vuole un’analisi dei bilancio e dei compensi dei manager degli ultimi due anni della gestione Palermo.
Chi è Aresu
Scrive Mattia Soldi su Formiche.net: “Aresu ha un cv tutt’altro che ordinario. Non è la sua prima esperienza da “tecnico” del palazzo. Già capo della Segreteria tecnica del ministro del Sud Peppe Provenzano durante il Conte-bis, è stato consulente a Palazzo Chigi nel 2013 con Enrico Letta, con cui lavora da anni come direttore scientifico della sua “Scuola di Politiche”.
Nel 2014 un passaggio nella segreteria tecnica del Mef con Pier Carlo Padoan, per poi entrare alla Farnesina nel 2015 con Paolo Gentiloni come consigliere per gli Affari strategici. Cultore della geopolitica, consigliere scientifico della rivista Limes, Aresu è uno studioso di politica estera a tutto campo.
Per i tipi della Nave di Teseo, nella collana di Massimo Cacciari, ha scritto di recente il volume “Le potenze del capitalismo politico. Stati Uniti e Cina”, nonché un capitolo nel volume sul golden power curato da Giacinto della Cananea e Luigi Fiorentino. Un’expertise, quella sul controllo degli asset strategici, che può rivelarsi utile a Piazza Colonna, dove del dossier si occupa il sottosegretario di Stato Roberto Garofoli”.
DRAGHI APRE IL DOSSIER PARTECIPATE, AL VAGLIO I COMPENSI DEI MANAGER
C. Ant. per "la Verità"
Il gabinetto di Mario Draghi inizia a occuparsi di Cassa depositi e prestiti e delle controllate. Non tanto perché è iniziata la primavera ma perché la stagione delle nomine si avvicina e a differenza del precedente governo l'idea di fondo è ben diversa. Prima comprendere strategie e obiettivi e poi cercare nomi in grado di riempire le caselle.
Tradotto in poche parole al momento non è dato sapere se e come cambieranno i vertici perché le valutazioni non sono ancora finite sulla scrivania di Draghi. Ad esempio un messaggio molto chiaro arriva grazie a una interrogazione destinata al ministro dell'Economia, Daniele Franco, a firma dell'azzurro Sestino Giacomoni.
Il presidente della Commissione di Vigilanza della Cassa chiede conto al governo di come voglia utilizzare i circa 40 miliardi di risorse alla voce Patrimonio Destinato per salvare le aziende in crisi e destinare la parte cosiddetta a mercato per le attività di lungo periodo. Il messaggio implicherebbe una separazione degli intenti e una accountability diversa.
In sostanza potrebbe nascere una sorta di fondo sovrano da inserire nel Recovery plan a mo' di leva. Se il Mef dovesse accogliere l'input, il ruolo di Cdp cambierebbe. Da lì potrebbero derivare nuove liste di manager. Anche per le partecipate di via Goito. Dove il pressing del silenzio draghiano viene vissuto con sentimenti contrastanti. Vale per la Rai, Ferrovie dello Stato, Sogei, Sose, Eur, Invimit e Gse.
massimo d'alema con roberto gualtieri
Ma soprattutto nelle società a partecipazione dove i D'Alema boys sono maggiormente presenti. Qui a tenere campo c'è il tema delle remunerazioni. La scorsa settimana l'eurodeputata leghista Cinzia Bonfrisco ha presentato una interrogazione alla Commissione Ue «per evitare distorsioni possibili e favorire politiche prudenti in ordine alle remunerazioni e improntate alla massima trasparenza e pubblicità. Il contesto è quello degli Istituti di Promozione e Sviluppo degli Stati membri e le proprie partecipate circa gli utilizzi», si legge nel testo, «come l'incremento dei compensi ai manager, di capitali raccolti attraverso lo Stato e mediante obbligazioni sottoscritte dai cittadini sui mercati».
CDP – CASSA DEPOSITI E PRESTITI
Non sappiamo a chi si riferisca la Bonfrisco, ma l'interrogazione ha fatto scalpore tra i vertici di WeBuild, la società nata dalla joint venture tra Salini-Impregilo e Cdp. Il presidente Donato Iacovone molto vicino a Massimo D'Alema si appresta a partecipare all'assemblea di aprile sapendo che il cda chiederà il rinnovo dei compensi. Nel suo caso si parla, senza deleghe operative, di 400.000 euro.
Tanto o poco rispetto ai presidenti di Tim o altre società con fatturati addirittura più alti? Il tema è un altro. Quando una società ha una partecipata pubblica le logiche dovrebbero cambiare. Al governo più di uno ha notato che compensi elevati e in linea con il 2019 non tengono conto del dramma che ha colpito quasi tutti gli italiani: la pandemia. Sono dettagli, ma non di poco conto.
Giuseppe Conte Fabrizio Palermo
Ciò non significa che il governo Draghi caschi nel tranello dei 5 stelle e dell'uno vale uno. Un manager che produce deve essere ben remunerato. Ma quando si tratta anche di denaro pubblico tetti e soglie vanno ben ponderate. Sarà anche questo un punto nella lunga relazione.
Nel frattempo, è chiaro che l'impegno primario resta la scrittura del Pnrr e le singole voci che toccano le diverse partecipate di Stato. Da qui emergeranno gli ultimi criteri da adottare per finalizzare le nomine. Le competenze sugli specifici progetti sono ora primarie per i consiglieri di Draghi.