draghi john elkann

IO DO UN MAXI PRESTITO A TE, TU DAI LA GIGAFACTORY A ME - STELLANTIS ANNUNCIA L'APERTURA DELLO STABILIMENTO DI BATTERIE PER LE AUTO ELETTRICHE A TERMOLI - FINORA IL GRUPPO AVEVA ANNUNCIATO SOLO INVESTIMENTI ALL'ESTERO MA PALAZZO CHIGI NON AVEVA PIU' VOGLIA DI STARE A GUARDARE, VISTO IL MAXI PRESTITO GARANTITO DI 6,3 MILIARDI A FCA…

STELLANTIS: TAVARES, GIGAFACTORY SARÀ IN ITALIA A TERMOLI

carlos tavares

 (ANSA) - La Gigafactory di batterie per le auto elettriche si farà in Italia a Termoli. Lo ha detto l'ad di Stellantis, aprendo l'EV Day dedicato alla strategia del gruppo per l'elettrificazione

 

STELLANTIS: 30 MLD NELL'ELETTRICO ENTRO IL 2025 

 (ANSA) - Stellantis investirà oltre 30 miliardi di euro entro il 2025 nell'elettrificazione e nel software mantenendo un'efficienza esemplare per il comparto automotive, in particolare con un'efficienza degli investimenti del 30% superiore rispetto alla media del settore. L'obiettivo è che i veicoli elettrificati arrivino a rappresentare oltre il 70% delle vendite in Europa e più del 40% di quelle negli Stati Uniti entro il 2030. E' quanto si legge in una nota di Stellantis.

CARLOS TAVARES JOHN ELKANN - STELLANTIS

 

BRACCIO DI FERRO FRA ELKANN E DRAGHI SULLA FABBRICA DI BATTERIE IN ITALIA

Claudio Antonelli per "la Verità"

 

Oggi è il D day di Stellantis, la società francese che nasce dall'acquisizione di Fca da parte di Peugeot. Un evento atteso da inizio anno dai mercati e da almeno due mesi dal governo di Mario Draghi e che svelerà le strategia sull'elettrico in giro per il mondo e la distribuzione degli investimenti di riferimento nei Paesi di maggiore presenza: Stati Uniti, Francia, Italia e pure Uk. Aprirà i lavori l'ad Carlos Tavares, poi parleranno brand manager come Olivier Francois (Fiat), Linda Jackson (Peugeot) e Christian Meunier (Jeep). Si parlerà di commerciale, tecnologie e sostenibilità.

 

MARIO DRAGHI GIANCARLO GIORGETTI

Alla fine della presentazione ci saranno le domande della stampa internazionale e degli analisti finanziari. I numeri di partenza saranno quelli illustrati da Tavares all'assemblea degli azionisti del 15 aprile, anche se in quel caso il focus era sull'Europa e, in parte, sugli Stati Uniti, mentre questa volta le indicazioni saranno a livello globale. È già stato dichiarato che nel 2025 tutte le auto del gruppo vendute in Europa avranno una versione con motore totalmente elettrico o ibrido plug in.

 

carlos tavares – quotazione stellantis

Al di là delle scocche e delle strutture il tema di fondo e il più delicato è quello delle batterie. Convertire all'elettrico senza avere capacità di produrre batterie significherebbe mettersi due volte nelle mani dei cinesi, che al momento sono leader del settore. Da un lato vorrebbe dire girare a loro gran parte dei fondi investiti e in secondo luogo non avere le chiavi della supply chain. Con il rischio di subire al quadrato ciò che sta accadendo con l'acciaio e altre materie prime.

 

stellantis

Non a caso Tavares ha già reso noto che sarà presto realizzato un impianto per la produzione di batterie negli Stati Uniti, oltre a quelli di Douvrin in Francia e di Kaiserlautern in Germania, operativi rispettivamente dal 2023 e dal 2025. Mentre sul fronte dei veicoli leggeri, Stellantis ha anche annunciato che investirà 100 milioni di sterline, con il sostegno del governo britannico, per l'impianto Vauxhall di Ellesmere Port.

GIANCARLO GIORGETTI MARIO DRAGHI LUIGI DI MAIO

 

Tante importanti novità. Peccato che se si prende una mappa e si piantano le bandierine ci si accorge che in Italia c'è al momento il deserto della cassa integrazione e la promessa di produrre veicoli elettrici a Melfi. Nulla più. Per il momento. Infatti c'è un'enorme questione che in questo momento separa la famiglia Agnelli e il governo e che riguarda domanda: dove sarà costruita la terza fabbrica di batterie? La domanda per Palazzo Chigi dovrebbe essere retorica. La risposta dovrebbe essere l'Italia.

giancarlo giorgetti

 

Lo scorso anno Fca ha ottenuto ben 6,3 miliardi di euro di garanzie pubbliche. Girate da Sace alla controllata italiana. Il governo Conte accettò la promossa di sostenere il mondo delle concessionarie. Invece su quel fronte nulla è stato fatto e da quando gli Agnelli hanno venduto ai francesi le assunzioni e gli investimenti sono stati fatti a Nord delle Alpi. Draghi non sembra disposto a un tale atteggiamento. Ieri ne ha parlato anche il ministro alla Transizione ecologica, Roberto Cingolani.

 

«La gigafactory da costruire in Italia deve far parte di un progetto più ampio per potenziare la nostra capacità tecnologica non solo per le batterie destinate alle auto elettriche, ma per tutto quello che serve a mettere in pratica la transizione energetica», ha ribadito. Purtroppo difficilmente quella odierna sarà la sede per l'annuncio anche perché sono ancora in corso valutazioni e il confronto con il governo non è chiuso. Non è escluso però che rispondendo alle domande dei giornalisti Tavares possa dare qualche indicazione.

 

auto elettriche 2

Il manager porteghese è stato però avvertito da John Elkann che meno di un mese fa ha fatto una velocissima call con Draghi e Giancarlo Giorgetti. Nel corso del colloquio deve aver compreso che il clima è cambiato e che per non correre il rischio di dover restituire parte del maxi prestito i fornitori italiani dovranno rimanere ingranaggi della filiera e Stellantis dovrà investire lungo la Penisola. Il problema è che a dispetto delle continue dichiarazioni dell'ambasciatore francese in Italia, Christian Masset, non si tratta di joint venture paritetica.

 

A comandare dentro Stellantis è Parigi. Draghi sa giocarsi le carte e stavolta Emmanuel Macron dovrà tenerne conto. Il che non implica che tutto vada liscio. Il rischio è che Stellantis prenda tempo nella speranza che Draghi non stia a Palazzo Chigi troppo a lungo e di trovare un successore più debole. Sui rischi di spogliazione del Pil italiano si era mossa immediatamente Fratelli d'Italia.

 

batterie agli ioni di litio

«Il governo», scriveva a gennaio in una interrogazione Adolfo Urso, senatore e all'epoca vice presidente del Copasir, «deve chiarire i termini esatti della notifica dell'operazione da parte di Fca, in riferimento anche alla normativa sul golden power, ma soprattutto se quanto notificato corrisponda effettivamente alle operazioni che sono state realizzate in seguito.

 

Infatti delle due l'una, o al governo è stata tenuta nascosta la vera natura dell'operazione, oppure anche se informato correttamente l'esecutivo non ha fatto niente per preservare un importante asset industriale nazionale». A distanza di un semestre Giuseppe Conte si è sciolto. E le informazioni sollecitate da Urso potrebbero ora essere un'importante arma nelle mani di Palazzo Chigi. Chissà che Elkann non si senta un po' a disagio così stretto tra Roma e Parigi.

Ultimi Dagoreport

trump musk bitcoin

DAGOREPORT - A.A.A. ATTENZIONE ALLA MONETA: RITORNA MINACCIOSA SULLA SCENA GEOPOLITICA DEL MONDO - SUCCEDE CHE QUELLO SVALVOLATO ALLA KETAMINA DI ELON MUSK, DA QUANDO HA FINANZIATO LA CORSA PRESIDENZIALE DI DONALD TRUMP, SI È MESSO IN TESTA DI TRASFORMARE LA CASA BIANCA IN CASA MUSK. E COME “PRESIDENTE VIRTUALE” DEGLI STATI UNITI, L'UOMO PIU' RICCO DEL MONDO HA IN MENTE DI SOSTITUIRE LA MONETA REALE CON UNA VIRTUALE, CON UNA LEGGE CHE PREVEDA GLI ACQUISTI DI BITCOIN PER LE RISERVE VALUTARIE DEGLI STATI UNITI - MA FATTI DUE CONTI, ALL’AMERICA FIRST DI TRUMP CONVIENE DI TENERSI STRETTO IL SACRO DOLLARO CHE, AD OGGI, RAPPRESENTA LA MONETA DI SCAMBIO DEL 60% DEL MERCATO INTERNAZIONALE -NEL 2025 TRUMP DOVRÀ VEDERSELA NON SOLO COL MUSK-ALZONE CRIPTO-DIPENDENTE: IN CAMPO È SCESO PREPOTENTE IL PIU' ANTICO NEMICO DEL “VERDONE” AMERICANO: L’ORO…

maria rosaria boccia gennaro sangiuliano giorgia meloni

IL BOTTO DI FINE ANNO: IL 1 AGOSTO 2024 (DUE SETTIMANE DOPO IL TAGLIO SUL CAPOCCIONE) GENNARO SANGIULIANO FIRMO' IL DECRETO DI NOMINA DI MARIA ROSARIA BOCCIA A SUA CONSULENTE – IL DOCUMENTO SBUGIARDA “GENNY DELON” (CHE AL TG1 MINIMIZZO' IN MODO VAGO “MI ERA VENUTA L’IDEA DI NOMINARLA”) E SOPRATTUTTO GIORGIA MELONI, CHE MISE LA MANO SUL FUOCO SULLA BUONA FEDE DEL MINISTRO (“HA DECISO DI NON DARE L’INCARICO DI COLLABORAZIONE. MI GARANTISCE CHE QUESTA PERSONA NON HA AVUTO ACCESSO A NESSUN DOCUMENTO RISERVATO”) – L’ITER SI BLOCCO', DANDO IL VIA ALL’INCHIESTA DI DAGOSPIA CHE PORTÒ ALLE DIMISSIONI DEL MINISTRO. MA QUESTO DOCUMENTO APRE NUOVE DOMANDE: 1) PERCHÉ, DOPO UN PRIMO STEP, LA NOMINA NON È STATA FINALIZZATA? 2) COSA È AVVENUTO TRA IL GIORNO DELLA NOMINA, E IL 26 AGOSTO, GIORNO DEL DAGO-SCOOP? 3) QUALCUNO È INTERVENUTO A BLOCCARE LA NOMINA A CONSULENTE DELLA BOCCIA? 4) CHI SI È MOBILITATO PER SILURARE L'IMPRENDITRICE? 5) DAVVERO TUTTO È AVVENUTO A COSTO ZERO PER LO STATO? 

pierferdinando casini e matteo renzi nel 2009

DAGOREPORT – RENZI CI AVEVA VISTO GIUSTO: VOLEVA COME LEADER DEL CENTRO PIERFERDINANDO CASINI - PECCATO CHE L’EX PRESIDENTE DELLA CAMERA ABBIA DETTO DI NO NELLA SPERANZA DI ARRIVARE, UN DOMANI, AL QUIRINALE. MA IL SUCCESSORE DI MATTARELLA VERRÀ ELETTO SOLTANTO NEL 2029 E FINO AD ALLORA, CAMPA CAVALLO, PUÒ SUCCEDERE DI TUTTO E DI BRUTTO -  “PIERFURBY” POSSIEDE I CROMOSONI PERFETTI PER FEDERARE LE DIVERSE ANIME ORFANE DI UN PARTITO LIBERALE CONSERVATORE A FIANCO DEL PD: DEMOCRISTIANO, BUONI RAPPORTI CON IL VATICANO, POI NELLE FILE DEL BERLUSCONISMO FINO ALL'ARRIVO COME INDIPENDENTE, GRAZIE A RENZI, NELL'AREA PD, IL BELL'ASPETTO, L'ELOQUIO PIACIONE E I 40 ANNI IN PARLAMENTO... (SE L’AMORE PER IL DENARO NON L'AVESSE RINCOJONITO, CHISSÀ DOVE SAREBBE OGGI RENZI)

antonio tajani cecilia sala giorgia meloni ali khamenei

DAGOREPORT - CON UN MINISTRO DEGLI ESTERI (E UN GOVERNO) ALL'ALTEZZA, CECILIA SALA NON SAREBBE FINITA IN UNA GALERA DI TEHERAN - LA NOTIZIA DELL'ARRESTO A MILANO DELLA ''SPIA'' IRANIANA ABEDINI, SU "ORDINE" USA, E' DEL 17 DICEMBRE. DUE GIORNI DOPO LA SALA VIENE IMPRIGIONATA - BENE, CONOSCENDO LA "DIPLOMAZIA DEGLI OSTAGGI" PRATICATA DALL'IRAN (ARRESTI UNO DEI MIEI, IO SEQUESTRO UNO DEI TUOI), PERCHE' LA FARNESINA E PALAZZO CHIGI, SOTTOVALUTANDO I "SEGNALI" DELL'INTELLIGENCE-AISE, NON SI SONO SUBITO ATTIVATI PER METTERE IN SICUREZZA GLI ITALIANI IN IRAN? - SCAZZO CROSETTO-TAJANI - NON SAREBBE LA PRIMA VOLTA CHE IL GOVERNO MELONI SI TROVA A GESTIRE NEL PEGGIORE DEI MODI UN DETENUTO NEL MIRINO DI WASHINGTON (NEL 2023 IL RUSSO ARTEM USS). IL VICEMINISTRO AGLI ESTERI, EDMONDO CIRIELLI (FDI), GIÀ ANNUNCIA CHE LA “SPIA” IRANIANA ''POTREBBE NON ESSERE ESTRADATA, HA COMMESSO UN REATO SOGGETTIVO, NORDIO STA STUDIANDO LE CARTE” (A NORDIO E MELONI CONVIENE FARE IN FRETTA, PRIMA CHE TRUMP SBARCHI ALLA CASA BIANCA) - VIDEO

carlo freccero dago ferragni fagnani de martino meloni giambruno

TE LO DO IO IL 2024! - CARLO FRECCERO: “NELL’EPOCA DELLA NOTIZIA TAROCCATA, IL GOSSIP RAPPRESENTA IL PRESENTE DELL’INFORMAZIONE. E DAGOSPIA VINCE (IL 2024 È L’ANNO DEL SUO MAGGIORE SUCCESSO)’’ – ‘’ IDEOLOGIE NELLA POLVERE, IDEE NEL CASSETTO, IDEALI NEI CASSONETTI. ANCHE LA POLITICA È CONIUGATA A PARTIRE DAL GOSSIP. I DUE FAMOSI FUORIONDA DI GIAMBRUNO IN CALORE SONO DIVENTATI UN EVENTO POLITICO - DI FRONTE AL NUOVO DISORDINE MONDIALE, LA TELEVISIONE HA CHIUSO FUORI DALLA PORTA LA CRUDA REALTÀ E L’HA SOSTITUITA CON IL MONDO REALITY, IN CUI NULLA È SERIO, TUTTO È ARTIFICIO - OGGI IL VERO MISTERO DEL MONDO DIVENTA IL VISIBILE, NON L’INVISIBILE. E, COME BEN SAPPIAMO, TUTTO CIÒ CHE NON VIVE IN TELEVISIONE NON HA UNA DIMENSIONE REALE”

matteo salvini daniela santanche giorgia meloni renzi giovanbattista giovambattista fazzolari

DAGOREPORT – MATTEO FA IL MATTO E GIORGIA INCATENA LA SANTANCHÈ ALLA POLTRONA: SALVINI, ASSOLTO AL PROCESSO OPEN ARMS, TURBA QUOTIDIANAMENTE I SONNI DELLA MELONI CON IL “SOGNO DI TORNARE AL VIMINALE” – PER LA DUCETTA, PERÒ, IL RIMPASTO È INDIGERIBILE: TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI, SPECIE IN CASO DI RINVIO A GIUDIZIO PER DANIELA SANTANCHÈ – E COSÌ, ECCO IL PIANO STUDIATO INSIEME A “SPUGNA” FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? (C’È UNA GROSSA DIFFERENZA NEL CASO VISIBILIA: NON ERA MAI ACCADUTO DI UN MINISTRO ACCUSATO DI AVER TRUFFATO LO STATO IN MERITO A VERSAMENTI ALL’INPS…)