javier milei

“STERMINERÒ L'INFLAZIONE IN ARGENTINA” - IL CANDIDATO ULTRALIBERISTA JAVIER MILEI HA ESONDATO NELLA SFIDA IN TV TRA GLI ASPIRANTI PRESIDENTI DELL’ARGENTINA - IN VANTAGGIO NEI SONDAGGI DOPO ESSERSI AFFERMATO ALLE PRIMARIE DI AGOSTO, MILEI HA PRESENTATO UN PROGRAMMA ECONOMICO ESEMPLIFICATO DALLA MOTOSEGA CHE IMBRACCIA IN OGNI COMIZIO - SI PROPONE COME ROTTAMATORE DELLA CASTA: VI DICE NULLA?

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(di Ludovico Mori) (ANSA) - BUENOS AIRES, 02 OTT - Il candidato ultraliberista alle presidenziali dell'Argentina, Javier Milei, è stato il protagonista del primo dibattito televisivo ufficiale in vista delle elezioni del 22 ottobre con la sua promessa di "sterminare" l'inflazione. In vantaggio nei sondaggi dopo essersi affermato alle primarie di agosto, Milei ha presentato un programma economico perfettamente esemplificato dalla motosega che imbraccia in ogni comizio.

 

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Per il rottamatore della casta, la stabilizzazione dell'economia del Paese passa infatti oltre che per l'eliminazione della moneta nazionale e la sua sostituzione col dollaro Usa, anche da una serie di tagli radicali alla spesa e la riduzione ai minimi termini dell'apparato statale. No all'educazione e alla sanità pubblica, quindi. No alle imprese statali che andranno privatizzate. E no anche alla Banca Centrale principale "colpevole dell'inflazione attraverso l'emissione monetaria indiscriminata" secondo Milei. Proprio l'economia è stato il principale tema di discussione al dibattito tra i candidati.

 

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E con un'inflazione schizzata al 124% ad agosto e il livello di povertà salito al 42%, l'attuale ministro dell'Economia e candidato del peronismo, Sergio Massa, ha rischiato di finire sulla graticola. Ma, un po' per il formato che impediva l'interazione tra i candidati, e un po' per la scelta di ognuno di concentrarsi sulle proprie proposte, il dibattito non ha visto grandi momenti di conflitto.

 

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I sondaggi collocano Massa dietro a Milei di alcuni punti. E il ministro dell'Economia peronista punta principalmente a raggiungere il ballottaggio. Con questo obiettivo ha illustrato "un programma di sviluppo" di stampo moderato che fa leva sui principali asset in crescita del Paese, come energia e litio, promettendo di mantenere l'equilibrio fiscale, riducendo progressivamente i principali fattori inflazionistici. In caso di un arrivo alla presidenza, ha annunciato inoltre che proporrà la formazione di "un governo di unità nazionale" aperto a tutte le forze politiche.

 

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La lotta contro l'inflazione è una priorità anche per la conservatrice Patricia Bullrich, candidata della coalizione di centrodestra Juntos por el Cambio (JxC) e terza nei sondaggi dietro a Milei e Massa. Per rimontare Bullrich deve pescare nell'elettorato del candidato ultraliberista, e in questo senso ha sottolineato di avere, "a differenza di Milei", uno staff economico adeguato e una solida struttura politica per portare avanti il programma di stabilizzazione.

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Tra i due outsider Myriam Bregman, della sinistra radicale, e Juan Schiaretti, del peronismo provinciale, solo la prima ha cercato di incidere sul dibattito con alcune provocazioni. Ha definito Milei come "un gattino docile del capitale" accusando invece Massa di essere "assoggettato al Fondo Monetario Internazionale". Alla fine della contesa non è emerso un chiaro vincitore, e le proposte di Milei continuano a sconcertare la maggior parte degli analisti economici. Il dubbio legittimo che affiora è se dopo il passaggio della sua motosega resti qualcosa in piedi su cui costruire.

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