conte 007

CONTE, DI 007 HA SOLO LE PRIME DUE CIFRE – IL PASTICCIACCIO DELLA FONDAZIONE DEGLI 007 SEMBRA UN FILM GIÀ VISTO, CON IL VOLPINO DI PALAZZO CHIGI CHE SI AVOCA I PIENI POTERI SUI SERVIZI, CON UNA NORMA INSERITA IN UNA LEGGE, COMPLICE GUALTIERI, CHE NON C’ENTRA UN CAZZO E SCAVALCA TUTTI – TUTTO COME AGOSTO, QUANDO FURONO PROROGATI I VERTICI DI AISE E AISI CON IL DECRETO SULL’EMERGENZA COVID – IL COPASIR HA CHIESTO UN’AUDIZIONE URGENTE, CONTE SI FA CONIGLIO E MANDA VECCHIONE AL POSTO SUO...

Tommaso Ciriaco e Fabio Tonacci per “la Repubblica”

 

Conte e Gennaro Vecchione

Un nuovo incidente di Palazzo Chigi nella gestione della materia dell' intelligence. Con una sola mossa il premier Giuseppe Conte è riuscito a irritare il Copasir (che ne ha chiesto l' audizione urgente per domani) e la maggioranza di governo. Peraltro su un tema, quello della sicurezza cibernetica, dove fino a ieri c' erano unità di intenti e la consapevolezza condivisa di quanto cruciale sia proteggere il perimetro delle aziende e delle infrastrutture strategiche. Un vero pasticcio.

 

giuseppe conte raffaele volpi

La Fondazione degli 007 La questione ruota attorno a una fondazione che ancora non esiste: l' Istituto italiano di cybersicurezza. È un progetto di cui si parla da tre anni, previsto dal Piano nazionale varato dall' allora premier Gentiloni.

 

«La componente legata al mondo accademico e della ricerca - così veniva inquadrato nel 2017 - dovrà trovare un adeguato impulso attraverso finanziamento di start-up e la partecipazione al capitale societario di realtà imprenditoriali di interesse (venture capital) anche mediante la costituzione di un soggetto giuridico dedicato, ad esempio una fondazione ».

 

gennaro vecchione raffaele volpi

È un tassello mancante di non poco conto nell' architettura della cybersicurezza dell' Italia che, come raccontato da Repubblica il 21 ottobre scorso, sta recuperando lo storico gap nei confronti degli altri paesi europei grazie alla messa a punto del Perimetro di sicurezza cibernetica nazionale da parte del Dipartimento di informazione e sicurezza (Dis). Creare l' Istituto, oltre a rispondere a una richiesta esplicita dell' Unione Europea, potrebbe servire anche ad agganciare il treno dei soldi del Recovery Fund, che considera prioritaria la difesa dell' ambiente e dello spazio informatico.

 

Il pasticcio di Conte

Conte 007

Dopo mesi di silenzio, lo scorso venerdì arriva al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) una lettera del prefetto Gennaro Vecchione, direttore del Dis, che preannuncia un' iniziativa legislativa del governo. Passa il weekend e ieri mattina Conte scrive al Comitato ragguagliandolo di una decisione già presa e nemmeno comunicata alle nostre Agenzie di informazione (Aise e Aisi), ossia inserire nella legge di bilancio la norma che fa nascere l' Istituto italiano di cybersicurezza.

 

Gennaro Vecchione

La forma giuridica sarà quella della Fondazione; lo stanziamento iniziale sarà di dieci milioni di euro; la Presidenza del consiglio assegnerà al Dis un compito di vigilanza "sulla corrispondenza dell' attività tecnico-operativa" della Fondazione, che per statuto "stipula contratti, convenzioni, accordi e intese con soggetti pubblici e privati".

 

CONTE GUERINI

Di fronte a tutto ciò, il Copasir si sente scavalcato e reagisce chiedendo per domani l' audizione urgente del premier. Conte ha risposto che, al suo posto, andrà Vecchione. Sembra di rivedere un film già visto. La mossa inusuale di modificare l' impianto normativo che regola attività, compiti e funzioni del Dis con un articolo piazzato in una legge che niente c' entra con l' intelligence, la Manovra appunto, ricorda quella di agosto, quando Conte fece inserire nel decreto sull' emergenza Covid la proroga del mandato per i vertici di Aise e Aisi.

 

conte vecchione

La rabbia del Pd e Italia Viva

La Fondazione, così come è delineata nella bozza, secondo alcuni analisti attribuisce un inedito ruolo operativo al Dis e si scontra con la legge di riforma del comparto intelligence (la 124 del 2007) nella parte in cui dispone che «le funzioni attribuite al Dis, Aise e Aisi non possono essere svolte da nessun altro ente».

 

Si può immaginare l' imbarazzo nel Consiglio dei ministri di ieri sera, quando la bozza è finita sul tavolo.

 

giuseppe conte lorenzo guerini

«La norma con la Fondazione va stralciata», ha detto subito la ministra di Iv Bonetti. A quel punto è intervenuto il ministro Franceschini (Pd): «Mi rimetto alla decisione di Conte, ma siccome si tratta di materia molto delicata è bene che arrivi in parlamento con una maggioranza compatta. Suggerisco un supplemento di riflessione».

 

E pure il ministro Guerini (Pd) si è detto perplesso sul metodo seguito: «È utile non accelerare e confrontarci». Entrambi i dem avvertono che, altrimenti, «il rischio è che alle Camere la norma venga stravolta». Per adesso, però, la Fondazione rimane nella bozza.

giuseppe conte gennaro vecchione 1

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…