giorgia meloni nello musumeci

FRIGGITORIA SICILIANA – LA SUPERCAZZOLA DI "PA-NELLO" MUSUMECI CHE PRIMA ANNUNCIA DI VOLER “TOGLIERE IL DISTURBO", E POI RINVIA LA DECISIONE AL DOPO BALLOTTAGGI: “SONO DISPONIBILE A UN PASSO DI LATO SE ME LO CHIEDE LA MELONI. NON MI DIMETTO. SERVIRÒ IL POPOLO SICILIANO RIMANENDO CON LA SCHIENA DRITTA” - GIA' UN ANNO FA DICEVA DI ESSERE PRONTO “A TRE PASSI INDIETRO PER TUTELARE L'UNITÀ DEL CENTRODESTRA”...

Felice Cavallaro per il “Corriere della Sera”

 

GIORGIA MELONI NELLO MUSUMECI

Dopo le frecciate di Ficarra&Picone, fischi e claque di Taormina, arrivano inevitabili le ironie sul mezzo ritiro annunciato di Nello Musumeci dalla corsa a succedere a sé stesso in vista delle Regionali di autunno. «Tolgo il disturbo», aveva detto lunedì.

Ipotesi temuta dai suoi, ma auspicata da avversari interni del centrodestra come Gianfranco Micciché. Aspettavano tutti ansiosi. E forse il presidente della Regione (uscente, ma non troppo) è riuscito in qualche modo a scontentare tutti, ieri mattina. Con una conferenza stampa che sostanzialmente rinvia la decisione al dopo ballottaggi.

 

GIORGIA MELONI NELLO MUSUMECI

Perché al passo indietro o al passo avanti ha preferito quello laterale lasciando ventilare l'ipotesi: «Disponibile a un passo di lato». Ma a patto che glielo chieda personalmente Giorgia Meloni, «la mia leader». E a patto che questo serva «all'individuazione di un candidato unitario: quando lo avranno trovato me lo presenteranno e tutti saremo felici di poterlo sostenere».

 

Per lui sarà una sorta di mossa del cavallo, in questa partita a scacchi. Ma ha facile gioco Nuccio Di Paola, il capogruppo dei tormentati Cinquestelle all'Assemblea siciliana, a canzonare: «È il passo del gambero».

L'amarezza di questi giorni non sfocia comunque in una resa del presidente della Regione, bistrattato dal coordinatore di Forza Italia perché, sostiene Micciché, «non passa mai la palla». Una resa?

 

MUSUMECI SALVINI MELONI BERLUSCONI

«Non so cosa sia la parola resa. Non mi dimetto. Fino all'ultimo giorno servirò il popolo siciliano rimanendo con la schiena dritta...». Frasi che stridono con un'altra promessa-minaccia dell'anno scorso, quando si diceva pronto « a tre passi indietro per tutelare l'unità del centrodestra ».

 

Avranno materia i comici per ironizzare su passi e passetti, ma i sassolini dai quali Musumeci prova a liberarsi sembrano pietre pesanti, pur insinuando con messaggi interni, senza specificare: «Spero che mi si dica presto, se non dovessi essere io il candidato, la verità. Ma forse se qualcuno dicesse la verità il centrodestra pregiudicherebbe la prossima vittoria... Non fatemi dire altro».

 

MELONI MUSUMECI

Il riferimento è a quel blocco che fa vacillare l'aspirazione di un suo secondo mandato, alle resistenze della Lega, di una parte di Forza Italia e degli Autonomisti che hanno come leader un predecessore di Musumeci, l'«assolto» Raffaele Lombardo, tornato fra le quinte della scena politica, come succede per Totò Cuffaro. Di qui il contrattacco del governatore: «Io sono un presidente scomodo in una terra che finge di voler cambiare».

 

nello musumeci foto di bacco (2)

Poi mira al fortino da dove volano le frecce più avvelenate, quello di Micciché, attuale presidente dell'Assemblea: «Ho dovuto subire indicibili e ignobili attacchi dal fuoco amico, preoccupato più a delegittimare me che ad attaccare le opposizioni». È da lì che è scattata la metafora del «non fa toccare palla». Con Musumeci che sbotta: «Ci sono palle e palle: di diverso colore, di cuoio, di gomma. Ci sarà un momento per parlare di quelle che è pericoloso toccare». Caterina Chinnici, invece, sarà la candidata del Pd alle primarie del centrosinistra allargate al M5S in programma il 23 luglio. Lo ha deciso la direzione regionale approvando la relazione del segretario Anthony Barbagallo.

nello musumeci 2nello musumecinello musumeciNello Musumecinello musumecinello musumeciNello Musumeci giorgia meloni nello musumeci

Ultimi Dagoreport

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…