SVAPARE NON È LA CURA DEL TAGAGISMO: LA LORENZIN SI OPPONE ALL’UE CHE VORREBBE VENDERE LE SIGARETTE ELETTRONICHE IN FARMACIA

Marco Zatterin per "La Stampa.it"

«Esiste un parere del Consiglio superiore di Sanità secondo cui le sigarette elettroniche non sono un farmaco, e noi ci atterremo all'indicazione». Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, conferma che le «e-cig» non dovrebbero avere casa nei negozi con la croce verde e ieri, incontrando i colleghi europei, ha espresso «la preoccupazione dell'Italia per questo prodotto».

Il problema, ha spiegato in una pausa della riunione del Consiglio svoltosi a Lussemburgo, «non è il dispositivo in sé, ma la quantità di nicotina contenuta dalle sigarette elettroniche, che oltre certi limiti può indurre dipendenza o comportare dei rischi sanitari».

È una posizione chiara nei confronti di un fenomeno dilagante e ancora poco regolamentato. Se ne occupa in parte la nuova edizione della Direttiva Tabacco approvata dai ministri della Salute europei, testo che va alla concertazione con l'Europarlamento con la speranza di entrare in vigore entro il 2016.

La normativa mette al bando le sigarette con gusti aggiunti (il mentolo, ad esempio), obbliga a vendere pacchetti coperti per il 65% da immagini shock (foto di tumori e malattie) e delega alle capitali la scelta sulla vendita «on line» delle «paglie». In fine, accende un faro sui «prodotti che non contengono nicotina». Le «e-cig», appunto.

La decisione offre materia di contenzioso «su farmacia sì, farmacia no». L'Ue ritiene che le sigarette elettroniche al di sotto di una soglia di nicotina tollerata (1mg per unità) siano ammesse sul mercato, purché con avvertenze relative alla salute; in pratica, sono equiparate alle cicche normali.

Al di sopra della soglia, diventano però consentite solo se autorizzate come medicinali, ad esempio nelle terapie sostitutive della nicotina. Inevitabile che le associazioni del fumo elettronico, nate ancor prima che vi fosse alcuna legge, chiedano un chiarimento.

Il ministro Lorenzin assicura che è in preparazione una ordinanza ministeriale. Il provvedimento sarà il primo passo di contenimento di un fenomeno la cui velocità di espansione è stata inversamente proporzionale all'attenzione che i governi gli hanno dedicato.

«Non possiamo dire con certezza che siano meno tossiche delle sigarette normali», dice con convinzione James Reilly, un medico a cui l'Irlanda (presidente di turno) ha affidato la poltrona di ministro della Sanità. Il governo italiano intende vietarne l'uso ai minori, non nei luoghi pubblici ma nelle scuole, e imporre un'indicazione chiara sugli ingredienti contenuti nelle «paglie» senza tabacco. Quando? «Presto», dice la Lorenzin.

La direttiva approvata ieri lascia l'Italia «soddisfatta», come lo sono anche le multinazionali del tabacco, le cui fonti applaudono il fatto che vi sia regole per le concorrenti e-cig e non il pacchetto anonimo. Il nostro governo voleva anche che le immagini truculente fossero al massimo al 60% della scatola, il negoziato ha portato la soglia dal 70 al 65. «Così entra il bollino fiscale», precisa il ministro della sanità. Eravamo anche contro le vendite «on line», che facilitano l'aggiramento dell'imposta, tuttavia i governi hanno deciso di darsi carta bianca a livello nazionale. «È una norma che allinea la legislazione ai nuovi prodotti», giura il commissario alla Salute Tonio Borg. L'Europarlamento conta di votarla in luglio.

 

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