rizzo linke tsipras

DA SYRIZA IN GRECIA ALLA LINKE TEDESCA: LA SINISTRA RADICALE IN EUROPA E’ A RISCHIO ESTINZIONE - ANCHE IN SPAGNA PODEMOS È IN GRAVE DIFFICOLTÀ. E IN ITALIA LE NUOVE FORMAZIONI DI AREA NASCONO SOVRANISTE E ROSSOBRUNE: L’EX VICEMINISTRO DEM DELL’ECONOMIA STEFANO FASSINA HA FONDATO IL MOVIMENTO "PATRIA E COSTITUZIONE", CHE GIÀ NELLA SCELTA ONOMASTICA CERCA LA SCIA DI UN SOVRANISMO DI SINISTRA. MARCO RIZZO, EX DIRIGENTE DI RIFONDAZIONE, È ADDIRITTURA SODALE DI GIANNI ALEMANNO…

Stefano Cappellini per la Repubblica - Estratti

 

Sahra Wagenknecht lafontaine

Si potrebbe partire da questo paradosso: per anni, in tutta Europa, le sinistre più radicali o estreme hanno accusato le sinistre di governo di inseguire le parole d’ordine della destra e di perdere consensi proprio per questo: siete solo la brutta copia dell’originale, era l’accusa, ecco perché il popolo non vi vota e siete destinati all’estinzione.

 

C’era qualcosa di vero nell’imputazione di base, sta di fatto che qualche anno dopo l’accusa è totalmente rovesciabile: ora in Europa sono proprio i partiti della sinistra più sinistra a essere in gran parte boccheggianti e, soprattutto, a cercare la sopravvivenza inseguendo spudoratamente lessico e formule dell’ultradestra.

 

Sahra Wagenknecht linke

Il caso più clamoroso è senz’altro quello tedesco. Si scioglie in Parlamento la Linke, formazione nata anche grazie alla spinta dell’ex presidente della Spd, Oskar Lafontaine, che contestava al suo vecchio partito di essere ormai centrista e prono al capitalismo. La Linke non sopravvive ora alla scissione guidata dalla moglie di Lafontaine, Sahra Wagenknecht, che ha fondato un partito personale fin dal nome: Bundnis Sahra Wagenknecht. BSW si annuncia formazione di netta impronta rossobruna, con posizioni difficilmente distinguibili da quelle dei neonazisti di Alternative fur Deutschland in molti campi. Filorussa, già qualche anno fa Wagenknecht aveva rotto il tabù sui migranti, prendendo posizione per la chiusura delle frontiere. Nella base di Afd c’è persino chi spinge per l’unire le forze.

Sahra Wagenknecht, Dietmar Bartsch linke

 

Una scissione ha appena sfasciato anche Syriza, il partito che con Alexis Tsipras ha con dignità guidato la Grecia nel momento più drammatico della storia nazionale, all’epoca del default e della troijka. «Tutta la vecchia sinistra di governo farà la fine del Pasok», era il monito che dalla Grecia si era diffuso in tutto il continente, vista l’ingloriosa estinzione dei socialisti greci a lungo al governo e magnificando la prospettiva della sostituzione etnica a sinistra: via i riformisti, dentro i massimalisti. Adesso, però, a rischiare seriamente la fine del Pasok è proprio Syriza, già pesantemente sconfitta alle ultime Politiche.

TSIPRAS VAROUFAKIS

 

I transfughi, guidati dall’ex ministro delle Finanze Euclid Tsakalotos, quasi sicuramente fonderanno un altro partito. Per ora vanno a ingrossare quell’area dove si è già sistemato Yanis Varoufakis, a sua volta ex ministro dell’Economia di Tsipras, che da anni è capo di un micropartito transnazionale, Diem25. Tra i contatti italiani di Varoufakis c’è l’ex sindaco di Napoli Luigi de Magistris, improbabile candidato premier del cartello di ultrasinistra Unione popolare alle Politiche del settembre 2022, fermo a un misero 1 per cento nonostante la benedizione in campagna elettorale di Jean- Luc Mélenchon.

TSIPRAS VAROUFAKIS

 

(...) In altre ridotte italiane, invece, si segue la suggestione tedesca: l’ex viceministro dem dell’Economia Stefano Fassina ha fondato il movimento Patria e costituzione, che già nella scelta onomastica cerca la scia di un sovranismo di sinistra; Marco Rizzo, ex dirigente di Rifondazione, è addirittura sodale di Gianni Alemanno nella costruzione di un’area di alternativa. Non una primizia, l’asse è già stato testato sulle comuni battaglie No Vax e anti Ucraina. La base comune: sovranità, anti-europeismo, anti-americanismo, anticapitalismo da Repubblica di Salò.

 

Più complicati sono i casi spagnolo e francese, dove ci sono state negli anni recenti forme di alleanza tra le due sinistre. In Spagna è grave la crisi di Podemos, che ha perso la leadership di area a vantaggio dell’ex ministra Yolanda Dìaz. Dìaz ha fondato il cartello elettorale Sumar, dove Podemos è stata costretta a confluire per mancanza di voti. Ma non è solo una questione di numeri.

 

stefano fassina foto di bacco

Diaz, nonostante una vecchia tessera del Partito comunista spagnolo in tasca, ha affrontato con pragmatismo molte questioni su cui Podemos si è incagliata per tigna ideologica: ha contrattato il salario minimo con la Confindustria iberica, ha una linea risolutamente filo Ucraina. Pur di dare un segno di esistenza in vita, Podemos ha deciso di sottoporre a referendum interno la decisione di sostenere il nascente governo Sanchez, che a meno di colpi di scena dovrebbe ottenere domani i voti per partire. Esito della consultazione scontato, ma l’azzardo dice molto delle difficoltà dell’ex leader Pablo Iglesias, che ha lasciato la guida formale del partito alla compagna Irene Montero (curiosa la frequenza delle leadership coniugali, oltre alla coppia ex Linke, c’è pure il tandem Fratoianni-Piccolotti in Si).

 

(...)

marco rizzo

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…