matteo salvini marine le pen antonio tajani

“SALVINI FA COME GLI PARE MA MARINE LE PEN NON SARÀ MAI UN NOSTRO ALLEATO” - PER L’ENNESIMA VOLTA, TAJANI SI SMARCA DALLE POSIZIONI DI ULTRA-DESTRA DELLA LEGA IN VISTA DELLE ELEZIONI EUROPEE: “I NOSTRI VALORI SONO ALTERNATIVI SIA RISPETTO A LE PEN SIA AD ALTERNATIVE FÜR DEUTSCHLAND. I LORO VALORI, PERALTRO, SONO DIVERSI ANCHE DA QUELLI DELLA LEGA, SECONDO ME. QUINDI PER FORZA ITALIA CON LA LEGA TUTTI GLI ACCORDI POSSIBILI. CON LE PEN E AFD OGNI ACCORDO È IMPOSSIBILE. NESSUNO FARÀ MAI UN ACCORDO DI GOVERNO CON LORO”

Estratto dell’articolo di Adriana Logroscino per www.corriere.it

 

MATTEO SALVINI ANTONIO TAJANI

«A casa sua Salvini può fare quello che gli pare. Ci mancherebbe. La Lega ha la sua famiglia politica e Marine Le Pen ne fa parte. Noi facciamo parte di un'altra famiglia politica e Marine Le Pen non sarà mai un nostro alleato». Antonio Tajani chiude la tre giorni dei giovani di Forza Italia «Azzurra libertà» ed è del futuro del partito che guida e che confida di poter guidare anche dopo il congresso di febbraio, che vuole parlare. Ma non può dribblare l’annuncio che, praticamente in contemporanea, arriva a Gaeta attraverso i canali social di Matteo Salvini: Le Pen sarà a Pontida.

 

MATTEO SALVINI E MARINE LE PEN

Interpellato dal Corriere, Tajani ribadisce il no convinto a un’alleanza in Europa delle forze del centrodestra italiano con la leader del Rassemblement national, associandola al partito di estrema destra tedesco Alternative für Deutschland. Ma distingue i due partiti dalla Lega. «I nostri valori — spiega — sono alternativi sia rispetto a Le Pen sia rispetto a AfD. I loro valori, peraltro, sono molto diversi anche da quelli della Lega, secondo me. Quindi per Forza Italia con la Lega tutti gli accordi possibili. Con Le Pen e AfD ogni accordo è assolutamente impossibile». Di più: «Nessuno farà mai un accordo di governo con Le Pen e con AfD».

 

matteo salvini antonio tajani giuramento governo meloni

Quello del posizionamento di Forza Italia distinto e alternativo rispetto agli alleati di governo e ponte indispensabile per un’intesa tra conservatori e popolari in Europa è argomento centrale di Tajani in vista delle elezioni. […] Del disegno di allargamento non fa parte Renzi: «Appartiene a un’altra famiglia. È diverso da noi. Ha il suo partito. Vedremo quanto varrà nelle urne».

 

Funzionerà la strategia del segretario, anche se questa volta Forza Italia si presenta alle elezioni senza poter più contare sul fondatore, scomparso a giugno? «È dal 1994 che ci sottostimano. Anche prima delle ultime elezioni ci davano al 4% e invece abbiamo preso l’8,5, come la Lega. Sono ottimista perché mi fido degli elettori, non delle previsioni di avversari, interessati o menagramo». Il segretario, anche nel suo discorso di chiusura di «Azzurra libertà», ribadisce gratitudine nei confronti di Silvio Berlusconi e l’impegno a preservarne l’eredità. Ma, forse per la prima volta, si affranca: «Ora —arringa dal palco — dobbiamo camminare con le nostre gambe».

BJORN HOECKE

 

Una riflessione a margine dei lavori di partito, Tajani, nel suo ruolo di ministro degli Esteri, la fa sulla Cina e sul l’uscita dalla Via della Seta. «Il partenariato strategico avviato da Berlusconi nel 2004 e negli anni rinforzato e trasformato, resta — dice —, la Via della Seta è il paragrafo di un più ampio capitolo. E si è rivelato non vantaggioso per noi ma solo per loro. Non è determinante per i nostri rapporti con la Cina che vogliamo restino positivi».

Junge Alternative afd

 

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…