talebani strada massimo fini alberto negri

TALIBANI TALI FIGLI - IN ITALIA C'È UN GRUPPETTO DI ANTI AMERICANI CHE PROVA A RIDIMENSIONARE LA PRESA DI KABUL DA PARTE DEI MILIZIANI - SECONDO MASSIMO FINI "GLI UNICI A COMBATTERE L'ISIS IN AFGHANISTAN SONO STATI PROPRIO I TALEBANI", MENTRE PER HAMZA ROBERTO PICCARDO, IL CONVERTITO LEADER STORICO DELLA UCOII, "CONTRO I POPOLI NON SI VINCE" - ALBERTO NEGRI SUL MANIFESTO: "IL RITORNO ALL'ORDINE TALEBANO ERA PREVEDIBILE, FORSE PERSINO AUSPICATO. FARE GLI STUPITI È IPOCRITA"...

Maurizio Stefanini per “Libero Quotidiano

 

gino strada 3

In Italia c'è una pattuglia di opinionisti che sta coi talebani. Qualcuno senza dubbi, altri con posizioni sfumate, come quella del defunto Gino Strada più anti-americano che filo-islamista.

 

D'altronde per restare in Afghanistan sette anni come ha fato il fondatore di Emergancy era più igienico attaccare l'Occidente che non gli "studenti di religione". Uno storico difensore dei Taleban è invece Massimo Fini: più che altro, come è suo solito, per bastiancontrarismo.

 

massimo fini

Nell'articolo che ha scritto per il Fatto appunto il 15 agosto ribadisce in particolare che «i Talebani con Al Qaeda, Bin Laden e gli attentati alle Torri Gemelle non avevano nulla a che fare», spiega che «gli unici a combattere l'Isis in Afghanistan sono stati proprio i talebani», e che «non è del tutto vero che nell'Afghanistan talebano le donne non avessero il diritto di studiare, tasto su cui si batte ossessivamente in Occidente».

 

talebani

Volevamo solo che stessero in edifici diversi dagli uomini, ma quel mascalzone di Massud ostinandosi a combatterli non gli diede «il tempo di costruirli. Avevano altre priorità. Si può anche capirli».

 

La rabbia di M Fini contro chi accosta Taleban a Isis e al-Qaeda è pari a quella di Chef Rubio contro chi accosta Hamas ai Taleban. «Il ritorno dei Talebani» è esaltato anche da Hamza Roberto Piccardo, il convertito leader storico della Ucoii. «Contro i popoli non si vince», è il titolo del suo articolo di commento sulla testata La Luce.

 

hamza roberto piccardo 1

Dopo aver paragonato l'Afghanistan a Algeria e Vietnam chiarisce che «non si tratta di condividere l'ideologia dei mujahidin algerini, o quella dei vietcong e neppure quella dei talebani anche se con i primi e questi ultimi esiste un robusto tessuto comune: la fede islamica che ci accomuna; la questione di fondo è che i popoli possono permettersi di pagare un prezzo che i colonizzatori, gli invasori (compresi i collaborazionisti locali) non possono pagare».

 

popolazione afghana festeggia i talebani

Spiega dunque che «racconti sulle atrocità dei vincitori» pubblicati su media occidentali «servono a giustificare il fatto che contro mostri del genere la guerra era stata necessaria» e auspica che i Taleban «come ci ha insegnato la tradizione del Profeta Muhammad a cui sostengono di riferirsi, sappiano essere giusti e misericordiosi con quelli del loro popolo che per debolezza o altre circostanze si trovano oggi tra gli sconfitti».

 

alberto negri

Tesi quasi opposta a quella di Alberto Negri sul Manifesto, secondo il quale anzi americani e Ue con i Taleban si sono già messi d'accordo sotto banco. «Il ritiro americano è una vergogna ma anche una mossa calcolata. Il ritorno all'ordine talebano era prevedibile, forse persino auspicato. Fare gli stupiti è ipocrita».

 

talebani nel palazzo presidenziale 6

«La stessa usuale solfa di Bruxelles che spera con i quattrini di fermare gli arrivi alle frontiere, una volta pagando Erdogan, un'altra i libici o i tunisini. I prossimi a libro paga magari saranno proprio i talebani e non ci sarebbe da scandalizzarsi».

 

talebani nel palazzo presidenziale 7

Che invece è proprio la strategia sostenuta sul Fatto Quotidiano dal senatore Gianluca Ferrara, vicepresidente del gruppo M5S al Senato. Ferrara dice che «l'Europa deve impegnarsi per una soluzione politica che consenta di preservare le poche conquiste fatte in questi ultimi due decenni e garantire finalmente una prospettiva di pace. Se l'Ue non si fa promotrice di un'azione diplomatica, a riempire il vuoto lasciato dagli Usa saranno altri attori internazionali che già si stanno adoperando per perseguire i loro obiettivi geopolitici». Insomma: abbuffiamoli di soldi.

 

talebani 2talebani nel palazzo presidenziale 2

Ultimi Dagoreport

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…