TAM TAM, ADDIO BANANA! - “REPUBBLICA” ANNUNCIA LA DÉBACLE GIUDIZIARIA DEL CAINANO: DUE SENTENZE E L’INELEGGIBILITA’
Liana Milella per "La Repubblica"
Brutte coincidenze per il Cavaliere. Nulla di pianificato ovviamente, solo un caso, anche se lui dirà che non è così, che c'è un orchestrato complotto ai suoi danni. Il 19 giugno la Consulta si occupa di lui per Mediaset. Più si avvicina la data, più si rafforza il tam tam dal palazzo, già anticipato da Repubblica, su una débacle per Silvio.
Il fondato pronostico è che sarà respinta la tesi del legittimo impedimento violato quel primo marzo del 2010 quando un consiglio dei ministri fissato all'improvviso avrebbe dovuto scalzare l'udienza, ma il presidente del tribunale D'Avossa andò avanti. Va da sé che nulla ne può sapere Napolitano, ma la sua esperienza politica lo porta a tutelare preventivamente una Corte su cui si stanno concentrando inaudite pressioni. Di qui il suo fermo appello («Rispetto per il giudice delle leggi») a garanzia degli alti giudici.
Ma non basta. Nel calendario iellato dell'ex premier, ecco altre due date. à nota quella del 24 giugno, lunedì nero della sentenza Ruby. Gli avvocati danno per scontata la condanna. Ancora sconosciuta invece la notizia che in quella stessa settimana prenderà il via al Senato, nella giunta per le elezioni ed autorizzazioni - il più temuto ormai tra gli organismi di palazzo Madama - il caso dell'anno, quello dell'ineleggibilità di Silvio Berlusconi.
Il Pdl fa muro, cerca appigli per ritardare il cammino della giunta, ma il neo presidente Dario Stefà no sembra proprio intenzionato a non farsi frapporre ostacoli. E il Pd è altrettanto determinato ad arrivare a una parola definitiva. Dice Felice Casson: «Di certo noi chiederemo due cose, che il caso dell'ineleggibilità sia fissato al più presto, che il presidente del comitato che affronterà l'esame tecnico sia la nostra vice presidente Stefania Pezzopane». Scontato che il Pdl abbia a che ridire. Del resto ha già cominciato a fare melina.
L'altro vice presidente, l'ex sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, ha già detto che quella dell'ineleggibilità di Berlusconi non è certo una priorità della giunta. Ne sa già qualcosa Stefà no. Avrebbe potuto tenere la prima riunione dell'ufficio di presidenza già questa settimana. Ma né il Pdl, né i grillini gli hanno comunicato, come pure lui aveva sollecitato, i nomi dei capigruppo. Il Pd ha dato il suo, Giuseppe Cucca.
Immediata contro mossa. Stefà no ha scritto una lettera a Pdl e M5S per sollecitare di nuovo l'indicazione dei capigruppo per poter fare subito il primo ufficio di presidenza. Comunque Stefà no è deciso ad andare avanti ugualmente, i casi di ineleggibilità saranno affrontati per primi, tra questi è prioritario quello di Berlusconi.
Le richieste, del resto, sono già in giunta da fine marzo di quest'anno. Concretizzano il famoso appello della rivista Micromega, primo firmatario Vittorio Cimiotta, che conduce questa battaglia dal 1996, sottoscritto da 250mila persone. Nella segreteria della giunta si contano nove ricorsi, tutti provenienti dal Molise, dal collegio alla fine scelto da Berlusconi tra i tanti in cui si era candidato.
Lì nove cittadini elettori hanno indirizzato una lettera al presidente del Senato e alla giunta per le autorizzazioni per mettere in evidenza che, sulla base della legge 361 del 1957, il Cavaliere non è eleggibile e deve tornarsene a casa. Iulia ed Elisabetta Iemma, Cristiano Di Pietro, Simona Contucci, Giuseppe Iuliani, Cristiano Marollo, Giuseppe Caterina, Gianni Tenaglia, Antonio D'Aulerio, questi i firmatari. Che adesso attendono una risposta. Come teme Casson «i tempi non saranno brevi» e per certo il Pdl farà di tutto per allungarli.




