LE TASSE AUMENTANO E GLI ITALIANI EVADONO DI PIU’: DAL RAPPORTO DI CONFCOMMERCIO UNA BELLA SORPRESA PER RIGOR MONTIS - 12 MILIARDI DI MAGGIORE EVASIONE NEL 2012, ALLA FACCIA DI EQUITALIA, AGENZIA DELLE ENTRATE, 007 DEL FISCO IN SPIAGGIA E CONTROLLI DELLA FINANZA A TAPPETO - COME E’ POSSIBILE? I MOTIVI SAREBBERO L’INEFFICIENZA DELLA BUROCRAZIA E DEL SISTEMA GIUSTIZIA, LA DIFFUSIONE DI PAGAMENTI IRREGOLARI E LE TANGENTI…

Marco Palombi per il "Fatto quotidiano"

Il rapporto di Confcommercio parla d'altro: cerca cioè di stabilire per quali ragioni in Italia si evade così tanto rispetto alla media degli altri Paesi. Anche se non esistono dati univoci sul fenomeno, che in Italia ci sia davvero un problema di scarsa fedeltà fiscale non è in discussione: per dare un'idea del fenomeno si può prendere un studio di Price-Waterhouse Coopers dello scorso anno sul mancato gettito Iva: l'Italia risulta al quinto posto col 22% di imposta evasa, alle spalle della "vincitrice" Grecia col 30%, ma molto sopra paesi come Gran Bretagna (17%), Germania (10%) e Francia (7%), per non parlare dei più piccoli e virtuosissimi tipo Olanda e Svezia (entrambe col 3% di Iva evasa).

La notizia vera, però, si trova in una delle tabelle dello studio - una "elaborazione dell'Ufficio studi di Confcommercio su dati Istat" - ed è questa: l'evasione nel 2012 crescerà in termini assoluti rispetto al 2011. Nonostante la crisi, nonostante la spietata campagna anti-evasione del governo tecnico con tanto di blitz nei luoghi di vacanza e impegni sempre rinnovati di premier e ministri vari, i furbetti mettono da parte più fieno per l'inverno: per l'esattezza il gettito eroso dovrebbe passare, secondo il rapporto dell'associazione dei commercianti, da 142,47 miliardi di euro a 154,54.

Dodici in più, curiosamente quasi la stessa quantità di soldi evasi che l'esecutivo ha messo a bilancio proprio da recupero dell'evasione. Sapendo questo, è forse ancor più interessante sapere perché - secondo lo studio di Confcommercio - in Italia si evade così tanto: non bastano i controlli, non bastano la Guardia di Finanza, Equitalia o l'Agenzia delle Entrate, bisogna aumentare quella che i tecnici chiamano tax compliance, vale a dire che deve crescere il numero di quelli che le tasse le pagano spontaneamente.

Quali sono gli ostacoli? Secondo una nota sulle determinanti dell'economia sommersa il motivo è il combinato disposto tra inefficienza di burocrazia e sistema giustizia, diffusione di pagamenti irregolari e tangenti, oltre che sul fatto che l'intervento pubblico in economia - in particolare nelle infrastrutture - non funziona. In tutte queste categorie siamo tra gli ultimi posti in una classifica su 26 nazioni scelte tra paesi che hanno dati confrontabili coi nostri dell'eurozona, dell'Ue o extra come Usa e Giappone (i dati sono di World Economic Forum e Banca mondiale).

SISTEMA GIUSTIZIA.
Non c'è molto da dire: siamo 26esimi su 26 paesi censiti. Negli ultimi dieci anni il tempo di attesa per una sentenza di fallimento o di insolvenza è praticamente raddoppiato passando da uno a quasi due anni (circa cinque volte i tempi dell'Irlanda e il doppio del Regno Unito).

BUROCRAZIA.
Siamo ventesimi su venticinque. Ce n'è troppa e la situazione è immutata rispetto al passato: "La percezione di come lo Stato risponde a cittadini e imprese è rimasta sostanzialmente invariata nell'ultimo decennio".

TANGENTI E PAGAMENTI IRREGOLARI.
Va ancora peggio: l'Italia risulta 25esima su ventisei, arrivando davanti solo alla Slovacchia. Ai primi posti, come da previsioni, si collocano invece i paesi nordeuropei (Svezia, Finlandia, Norvegia e Danimarca).

OUTPUT PUBBLICO.
La misurazione dell'efficienza dell'intervento statale ci vede 23esimi, dato che si ricava dalla media degli indici di qualità delle infrastrutture (in cui siamo buoni ultimi) e dell'efficienza delle istituzioni (22esimi).

 

 

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