I GENI DELL’INTELLIGENCE USA: “I TERRORISTI TENDONO A CAMUFFARSI CON LE VITTIME” - IL KAMIKAZE DI BURGAS E’ SOLO L’ULTIMO CASO DI “TERRORISTA DELLA PORTA ACCANTO” - GENTE PERFETTAMENTE INTEGRATA NELLA COMUNITA’ DA COLPIRE NON SUSCITA SOSPETTI E AGISCE INDISTURBATA - CAPPELLINI, OCCHIALI DA SOLE, BERMUDA E ZAINETTO: IL LOOK DEL “JIHADISTA PERFETTO” E’ MOLTO MA MOLTO DIVERSO DA QUELLO DEL TALEBANO CON BARBA LUNGA E TURBANTE…

Maurizio Molinari per "la Stampa"

Bermuda, maglietta sportiva, cappellino da baseball e scarpe da ginnastica: ripreso dalle telecamere dell'aeroporto bulgaro di Burgas, il kamikaze che ha fatto saltare in aria il pullman carico di civili israeliani si presenta come un turista simile a tanti altri. Sui brandelli di ciò che rimane del corpo dilaniato dall'esplosione, è stata trovata la falsa carta d'identità dello Stato del Michigan che aveva con sé, assieme a un passaporto americano di ancora non accertata provenienza.

Presentando questi documenti ad un qualsiasi controllo doganale, il kamikaze dalla pelle bianca deve essere sembrato uno dei numerosi giovani americani che amano trascorrere le vacanze estive in Europa, con tanto di capelli lunghi, occhiali da sole, sacca a tracolla e zaino sulle spalle.

Il kamikaze nei panni del più banale turista diventa così una nuova declinazione del «terrorista della porta accanto» di cui il sindaco di New York, Michael Bloomberg, parlò nel maggio del 2010 quando il giovane pakistano-americano Faisal Shahzad, residente in un sobborgo di Bridgeport in Connecticut, tentò di far esplodere un'autobomba a Times Square per fare strage di bambini all'uscita del musical «The Lion King».

Quando aveva lasciato l'auto parcheggiata davanti al teatro nessuno aveva notato Shahzad, un volto come tanti nella folla di Times Squadre ovvero uno dei luoghi più protetti del mondo, con centinaia di telecamera gestite da una dozzina di agenzie di sicurezza. Nel luglio del 2005 a subire la beffa fu invece Scotland Yard quando un gruppo di giovani jihadisti anglo-pachistani con gli zainetti sulle spalle si fecero saltare in aria dentro i vagoni della metro e su un bus a due piani perché nessuno li aveva notati troppo, essendo uguali a migliaia di coetanei in una delle metropoli più multiculturali.

Come un rapporto d'intelligence presentato al Congresso di Washington nel 2009 suggerisce, i «terroristi tendono a camuffarsi con le vittime» al fine di raggiungere il loro scopo, ovvero causare più vittime. Di conseguenza i più pericolosi sono quelli più integrati nel mondo che vogliono colpire. In marzo a Tolosa il killer islamico entrato in una scuola ebraica per braccare gli studenti come prede è stato Mohammed Merah, 23enne di origine algerina integrato al punto che la famiglia andava a farsi curare da uno dei dottori ebrei della città, reputandolo un fidato confidente sui temi della salute.

Di conseguenza la prevenzione diventa più difficile, come dimostra quanto avviene nell'ottobre 2009 davanti alla caserma Santa Barbara di Milano, quando il libico Mohamed Game, in possesso di permesso di soggiorno, si presenta al piantone con un'insospettabile cassetta degli attrezzi, facendolo apparire un operaio come tanti altri, fino a quando non si fa esplodere. Le indagini portarono ad accertare che la sua era una «Jihad personale», condotta con due amici che lo avevano aiutato a confezionare l'ordigno «per vendicare i civili afghani uccisi dalla Nato».

L'identità del kamikaze di Burgas resta incerta perché Bulgaria e Svezia negano si tratti di Mehdi Ghezali, algerinosvedese ex detenuto a Guantanamo a cui in realtà assomiglia molto. Ma a prescindere da nome e mandante del killer in bermuda possono esserci pochi dubbi sul fatto che è riuscito declinare il modello del «terrorista della porta accanto» nella veste del turista.

 

STRAGE IN BULGARIA - FOTOGRAMMI DI UN UOMO SOSPETTATO DI ESSERE L'ATTENTATOREATTENTATO BULGARIA FOTO ATTENTATO BULGARIA FOTO ATTENTATO BULGARIA FOTO ATTENTATO BULGARIA FOTO ATTENTATO BULGARIA FOTO ATTENTATO BULGARIA FOTO

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…