IL CORAGGIO DEI MONTANARI - LO STORICO DELL’ARTE TOMASO MONTANARI SI DIMETTE DAL CONSIGLIO SUPERIORE DEI BENI CULTURALI “PER DENUNCIARE L’ARROGANZA DEL MINISTRO FRANCESCHINI” PER LA NOMINA DI ANDREA DE PASQUALE, “APOLOGETA DI RAUTI” ALL’ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO. COME MAI TOMASO NON LASCIA ANCHE IL COMITATO TECNICO-SCIENTIFICO, CHE È QUELLO CHE CONTA VERAMENTE?
Oggi mi sono dimesso dal Consiglio Sup. dei Beni Culturali per denunciare l’arroganza del ministro @dariofrance nella nomina del soprintendente dell’Archivio Centrale dello Stato, apologeta di Rauti. Domani sul @fattoquotidiano spiegherò perché. @ilaria_moroni @EugenioOccorsio
— Tomaso Montanari (@tomasomontanari) August 23, 2021
Estratto dell’articolo di Tomaso Montanari per “il Fatto quotidiano”
Mi sono dimesso dal Consiglio superiore dei Beni Culturali per protestare contro l'arroganza del ministro della Cultura Dario Franceschini e denunciare l'umiliazione di quello che dovrebbe essere il massimo organo tecnico-scientifico del patrimonio.
Sabato il Consiglio superiore aveva inviato al ministro una nota in cui lo invitava a "tenere in adeguata considerazione" le forti obiezioni espresse dalle associazioni dei familiari delle vittime delle stragi di Bologna, Brescia, Milano sulla nomina di Andrea De Pasquale, "anche alla luce dell'importante ruolo di garanzia attribuito dalla normativa vigente all'Archivio medesimo per la conoscenza della memoria storica dell'Italia contemporanea".
FRANCESCHINI NON HA risposto, ma domenica ha annunciato che la nomina ormai era fatta. (…) La rosa dei candidati era straordinariamente esigua: perché da anni i ranghi degli archivisti di Stato vengono massacrati dal letale definanziamento. Il progressivo svuotarsi della tutela consente l'espandersi dell'ar bitrio del livello politico. E una parte dei funzionari rinuncia volentieri alla propria autonomia, genuflettendosi alla politica e ottenendo così una rapida carriera da yes-men. Questa fatale deriva è esattamente ciò di cui si dovrebbe occupare il Consiglio superiore.
Perché affidare l'Archivio centrale a un non archivista che si è prestato a una aggressiva campagna neofascista, significa privare quel cruciale istituto di ogni autorevolezza scientifica, e dunque renderlo un docile strumento della politica. Mentre l'unica garanzia che la verità storica non venga occultata o manipolata, sarebbe un soprintendente tecnicamente indiscutibile, culturalmente autorevole e indipendente dalla politica.
(…) Non lascio il posto di combattimento: lascio un Consiglio superiore reso inutile, ma resto nel Comitato tecnico scientifico delle Belle Arti, presidio di tutela dell 'interesse generale. (...)
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