MERCATONE RAI - OGGI IN VIGILANZA IL VOTO SULLA TARANTOLA, PER IL VIA LIBERA (INDISPENSABILE) DEL PDL, MONTI DOVRA’ ACCONTENTARE L’ “AMICO SILVIO” - MENO POTERI ALLA PRESIDENTE SULLE POLTRONE DA DISTRIBUIRE AGLI AMICI DEGLI AMICI E SUI DIRETTORI: E’ QUESTA LA TRINCEA DI BERLUSCONI, CHE VUOLE TG1 E OPUS-LEI A RAI FICTION E/O RAI CINEMA - PROFONDO ROSSO PER LA SIPRA: -19.6% (MEDIASET REGGE A -11,2%; LA 7 +20%; SKY +12,8%...)

Paolo Conti per il "Corriere della Sera"

Oggi alle 14.30 si riunisce la commissione di Vigilanza per votare sulla designazione di Anna Maria Tarantola alla presidenza della Rai all'insegna della massima, anzi assoluta incertezza. Occorre una maggioranza qualificata di 27 sì su 40 commissari, i due terzi. Se la partita non si dovesse chiudere, il commissariamento non sarebbe più un'ipotesi astratta. Ma martedì Mario Monti ha visto a palazzo Chigi i capigruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, con l'ex ministro Paolo Romani e il segretario del Pdl Angelino Alfano. All'incontro sarebbe stato presente anche il sottosegretario Antonio Catricalà.

È ancora apertissima la trattativa sui poteri del presidente Tarantola che verrebbero «alleggeriti» rispetto alle previsioni di questi giorni e che hanno scatenato le polemiche del centrodestra (potere di firma fino a 10 milioni di euro per i contratti, nomina dei direttori non giornalistici). Monti intende evitare un blocco dell'operazione Rai e anche conseguenze all'interno della maggioranza che sostiene il suo governo.

Quindi ecco una ipotesi di compromesso: abbassamento della quota dei dieci milioni, nessun potere speciale a Tarantola in materia di contenuti editoriali che resterebbe di competenza del Consiglio. Il presidente dovrebbe proporre al Cda le direzioni dei Tg e anche di rete nonché l'indirizzo complessivo delle trasmissioni: e solo dopo il voto del Consiglio diverrebbero effettive, così come è avvenuto fino a oggi.

In sostanza, il nuovo presidente avrebbe mano libera in materia di conti e di tagli ma non sulle «poltrone» care alla politica: tg, reti e quindi orientamento delle trasmissioni. Sullo sfondo resta l'incarico economicamente ed editorialmente più ambito, Rai Fiction-Rai Cinema, che il centrodestra vorrebbe unificare e far affidare a Lorenza Lei, direttore generale uscente di viale Mazzini.

Comunque sia, il Pdl mantiene il punto anche sulle modalità dell'affidamento delle deleghe. L'accordo potrebbe prevedere non un semplice conferimento di deleghe con un voto del Consiglio ma una modifica dello statuto della Rai. Operazione che richiede un parere preventivo della Commissione di Vigilanza, e di conseguenza un allungamento dei tempi. E qui si apre un'incognita: Tarantola accetterebbe un incarico inizialmente «dimezzato» rispetto alle previsioni?

E cosa ne penserà il direttore generale designato, Luigi Gubitosi, che potrà essere insediato a viale Mazzini solo e soltanto quando il presidente prenderà davvero le redini dell'azienda? Fabrizio Morri del Pd avverte: «Mi aspetto che se il Pdl è una forza politica seria venga in Commissione a votare Tarantola. Noi del Pd ci saremo, perché in caso contrario vorrebbe dire che hanno deciso di aprire la crisi di governo o qualcosa che le assomiglia». Intanto la Rai è piena di problemi aziendali immediati, concreti e certo non legati al dibattito politico sugli spazi di potere.

I dati Nielsen gennaio-maggio aggravano il quadro della perdita di pubblicità: addirittura un abissale e allarmante -19.6% rispetto al 2011, contro un assai più contenuto -11.2% di Mediaset e invece una crescita di + 20.2% de La7 e di +12.8% di Sky, con un mercato tv che perde mediamente il 10%. Cioè la metà esatta di quanto perde Sipra. È del tutto evidente che qualcosa non va, nonostante i riconosciuti sforzi dei vertici Sipra (del presidente Roberto Sergio e dell'amministratore delegato Aldo Reali).

Molti già hanno suggerito a Tarantola di studiare bene il bilancio 2011, chiuso in attivo per la prima volta dopo anni, per trovare una chiave di lettura e di spiegazione tecnica di questo interrogativo ancora privo di una risposta. Ma per fortuna della Rai giugno ha registrato un saldo molto positivo grazie agli Europei di calcio, e all'Italia finalista, con un introito prossimo ai 20 milioni di euro. Non sufficiente però a colmare il -60 milioni circa calcolabili con le perdite gennaio-maggio

 

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