1- LA TRIMURTI BAZOLI-DE BORTOLI-MONTI GETTA NELL’OLIO BOLLENTE IL ‘PAPA NERO’ PASSERA 2- PRIMA DEL “CORRIERE”, MI-JENA GABANELLI SI CUCINA L’EREDE NASCOSTO DEL BANANA 3- E VAI COL TANGO! “DA AZIONISTA DI INTESA (7 MILIONI E MEZZO DI TITOLI) A SOCIO DEL CAMPUS BIOMEDICO DELL’OPUS DEI, DALLA LARIO HOTEL A VILLA D'ESTE, DALL'OPERAZIONE ALITALIA-AIRONE (CON I DEBITI A CARICO NOSTRO) AI TRENI NTV DI MONTEZEMOLO (DI CUI INTESA POSSIEDE IL 20%), IL SUPER MINISTRO FACCIA LO SFORZO DI ALLONTANARSI DAI SUOI AFFARI E NOI FAREMO LO SFORZO DI CREDERE CHE AGIRÀ NELL'INTERESSE GENERALE” 4- GIù, SENZA PIETà: “TRA L’ALTRO LA CRISI È STATA GENERATA ANCHE DA QUEL POTERE FINANZIARIO CHE PASSERA, COME AMMINISTRATORE DELEGATO DI INTESA, PRIMA DETENEVA, E ALLORA CI CHIEDIAMO: NON C’ERA PROPRIO NESSUN ALTRO ALL’ALTEZZA DI QUELL’INCARICO? CERTAMENTE SÌ, MA MONTI HA SCELTO PASSERA E PASSERA HA ACCETTATO. PER SISTEMARSI, VISTO CHE PER LE BANCHE NON SONO PIÙ I TEMPI DELLE VACCHE GRASSE?”

Milena Gabanelli e Giovanna Boursier per il Corriere della Sera
http://www.corriere.it/inchieste/reportime/societa/passera-trasparenza-applichi-prima-se-stesso/28444d0e-3147-11e1-b43c-7e9ccdb19a32.shtml

"Se l'insalata costa di più perché l'IVA è aumentata, io ne vendo di meno, ma la benzina che metto nel furgone quando vado all'ortomercato adesso è più cara, anche se carico 10 cassette invece di 20!", mi dice il fruttivendolo. Lo stesso giorno, in ascensore, incontro il vicino del piano di sopra: "A fine gennaio non mi rinnoveranno il contratto alla Coop e quindi venderò la macchina perché non so con cosa pagare l'assicurazione".

Siamo in recessione e sarà dura "quasi" per tutti. Le ragioni sono state spiegate e rispiegate, ma quel "quasi" fa la differenza e chi governa un paese non può non sapere che, quando la maggior parte dei cittadini è allo stremo, prima di chiedere "ancora uno sforzo", occorre dare almeno l'impressione che i primi a "sforzarsi" siano proprio coloro che decidono per tutti.

Corrado Passera è Ministro dello Sviluppo, Infrastrutture, Trasporti e i suoi ministeri dovranno, più di altri, partorire una crescita che per ora non si intravede. Considera giustamente prioritario saldare i debiti della Pubblica Amministrazione e pensa di farlo con i titoli di stato. Obiezione: l'azienda creditrice con questi titoli potrà pagare gli stipendi ai suoi dipendenti? In caso affermativo, perché non allargare questa modalità al mensile degli onorevoli...

Come ministro deve controllare e decidere se finanziare quelli che fino a ieri erano suoi clienti o soci nella grande industria italiana (dall'editoria alle telecomunicazioni, dai trasporti al settore energetico). Lo farà nell'interesse generale, della banca o di questa o quella società partecipata? Tra l'altro la crisi è stata generata anche da quel potere finanziario che lui prima deteneva, e allora ci chiediamo: non c'era proprio nessun altro all'altezza di quell'incarico?

Certamente sì, ma Monti ha scelto Passera e Passera ha accettato. Per sistemarsi, visto che per le banche non sono più i tempi delle vacche grasse? O per spirito di dedizione alla grande causa? Poco importa, ma se davvero gli sta a cuore l'uscita dalla palude, ha l'opportunità di dimostrarlo liberandosi subito di tutti quei vischiosi, possibili conflitti. Le ombre e i sospetti uccidono e, in questo momento, la forma è anche sostanza.

Possiede 7 milioni e mezzo di azioni di Intesa San Paolo: le venda domattina, invece di continuare a dire "Le venderò". Capiamo che è una disgrazia, perché quando le ha comprate valevano di più, ma è un gesto che l'avvicinerebbe a tanti disgraziati veri. Inoltre ci toglierebbe il pensiero obliquo che, da azionista di Intesa, possa interferire nelle scelte che riguardano NTV, la società di Montezemolo e Della Valle (di cui Intesa possiede il 20%), che dovrebbe partire a gennaio e far concorrenza a Trenitalia.

Poi c'è lo 0,11% di partecipazioni nel Campus Biomedico Spa, una società per azioni con sede a Milano, legata all'omonima università privata di Roma, con annesso Policlinico, nata nel '93 per volontà dell'Opus Dei. Certamente il suo investimento ha ragioni etiche e non di profitto, ma siccome questa società è legata a un'università e a un centro di ricerca che ruotano nell'orbita dei finanziamenti pubblici, sarebbe bene che il ministro ne uscisse.

Anche per indicare la volontà di un distacco da un mondo (quello dell'Opus Dei) che non brilla per trasparenza, parola che invece il Ministro usa spesso. Dovrebbe liberarsi anche di quel 10.77% del Day Hospital International Srl che sta ad Aosta ed appartiene al gruppo D.H.I. Dovrebbe essere un centro diagnostico e forse anche una clinica privata. Il centro era nato per mandare gli eventuali utili alla sanità africana, ma sembrerebbe in perdita e quindi nulla di fatto per gli Africani.

Nella sua storia professionale c'è una liquidità consistente parcheggiata per una decina d'anni nella zona franca di Madeira (come ha recentemente scritto Gerevini sul Corsera), perché facendosi due conti era più conveniente. C'è il fratello piazzato nel cda della NH hotel, a zero stipendio ma a grande conflitto, visto che Intesa è azionista al 44%. Poi c'è l'eredità della famiglia d'origine, un 33% della Lariohotels Spa, che a sua volta ha una piccola quota dell'hotel Villa d'Este di Cernobbio (dove ogni anno si riunisce il gotha di finanza, politica e imprenditoria).

Anche da questo sarebbe opportuno allontanarsi per sgombrare il campo da malignità. La maggioranza della società Villa D'Este (il più lussuoso albergo del mondo) la compra Loris Fontana, l'operazione è finanziata da Intesa, che sta anche nel patto di sindacato. Nulla di male, se questo non sembrasse il surrettizio controllo dei grandi alberghi del lago di Como. Il gruppo Fontana poi lo ritroviamo nella cordata Alitalia.

E su Alitalia val la pena di rinfrescare la memoria: nell'estate del 2008, Intesa San Paolo, ex alleata di Air One, viene nominata da Berlusconi advisor di Alitalia. L'Amministratore Delegato Corrado Passera deve fare un piano e trovare una cordata. ll piano si chiama "Fenice" e prevede che debiti, passivo ed esuberi siano a carico dello Stato, mentre l'attivo finisca dentro una nuova società, che si fonda con Air One.

La cordata nasce il 27 agosto e si infila in uno strumento già esistente e messo a disposizione da Intesa, che si chiama Cai (una srl che prima produceva passamaneria..). Intesa da advisor diventa socio e fra i soci c'è pure Air One, il che significa: fine della concorrenza sulla rotta Roma-Milano. Ciò è vietato dalle norme antitrust, ma il giorno dopo - con un decreto ad hoc - le norme vengono sospese.

Intesa, amministrata da Passera, è stata quindi prima advisor, poi socia e sicuramente anche creditrice di alcuni soci, compresa Air One. A valutare Alitalia per conto del governo, invece, c'è Banca Leonardo, che ha dentro alcuni dei soci che comprano: Benetton, Ligresti, Tronchetti Provera...

Insomma, una storia che di regole, trasparenza e libera concorrenza - di cui oggi il ministro si riempie ogni giorno la bocca - ne ha ben poca. A tre anni di distanza, mentre stiamo ancora pagando i debiti di Alitalia, è possibile che debba prendere posizione sulla fusione con Air France o sul destino stesso dell'azienda.

Ecco, con questo curriculum, perché oggi dovremmo pensare che il Passera-super Ministro sarà "sopra le parti"? E' veramente difficile ma, non avendo alternative, si può fare uno sforzo, a condizione che ne faccia uno anche lui: quello di liberarsi di tutti gli ingombri. Subito, non quando gli fa comodo, visto che ai comuni cittadini non è stato concesso di scegliere quando prendersi la mazzata. Dimostri che anche nel suo ambiente si possono avere ideali nobili. Coraggio, ci stupisca!

 

 

Gabanelli Milena Gabanelli da Fabio Fazio a Che tempo che fa MONTI E PASSERA e c b cace b d f FUCECCHI SU PASSERA CHANGE PER IL FATTOCORRADO PASSERA CON FABIO FAZIO A _CHE TEMPO CHE FA_Passera alitaliaCORRADO PASSERA E GIOVANNA SALZA ALLA SCALACorrado Passera, Giovanna Salza, Luca MontezemoloALCUNI DEI SOCI DEL GRUPPO NTV - TRA I QUALI DELLA VALLE, PASSERA, MONTEZEMOLOCampus Bio Medicolapresse toto aironeMadeiraPassera e Bazoli

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…