TRUMP È UNA VECCHIA VOLPE: LA STRATEGIA DI RIMANDARE I SUOI PROCESSI A DOPO LE ELEZIONI STA FUNZIONANDO - L’UNICO DEI PROCEDIMENTI PENALI A CARICO DI "THE DONALD" CON UNA DATA D’INIZIO (IL 25 MARZO A MANHATTAN), CHE RIGUARDA I PAGAMENTI A UNA PORNOSTAR, VERRÀ POSTICIPATO: I LEGALI DI TRUMP CHIEDEVANO 90 GIORNI, IL GIUDICE NE HA CONCESSI 30 – CAOS IN GEORGIA, DOVE LA PROCURATRICE DISTRETTUALE FANI WILLIS, CHE HA INCRIMINATO TRUMP, HA SCELTO COME PROCURATORE SPECIALE UN SUO EX (CHE SI È DIMESSO)...
Estratto dell’articolo di V. Ma. per il "Corriere della Sera"
donald trump esce dall aula del tribunale di new york
Dimenticate le date dei processi di Trump: in Georgia e Florida, a Washington ma anche a Manhattan il calendario è sempre più incerto. Cominciamo dalla Georgia.
Il giudice Scott McAfee ha deciso ieri che la procuratrice distrettuale Fani Willis, che ha incriminato Trump e 18 coimputati per aver cospirato per sovvertire le elezioni del 2020, può restare al suo posto — ma solo se va via il procuratore speciale Nathan Wade da lei scelto e con il quale ha avuto una relazione sentimentale (che si è subito dimesso). Uno dei due doveva andarsene, per evitare «di trasmettere l’apparenza di un conflitto d’interesse».
donald trump raggiunge il tribunale di new york
Da una parte è una vittoria per Willis, poiché non ci sono prove che il conflitto sussista e che abbia tratto vantaggi economici dalla nomina di Wade, ma dall’altra la sentenza contiene critiche durissime: per la relazione («terribile errore di valutazione») e per la sua condotta «non professionale» in tribunale e fuori (si era scagliata contro gli avvocati dichiarando che non è lei ma i loro clienti a trovarsi sotto processo e li ha accusati di razzismo parlando in una storica chiesa nera).
Ora dopo il «deragliamento» del caso per due mesi (udienze trasmesse in tv in cui si discuteva se la relazione fosse iniziata prima o dopo la nomina di Wade e chi pagasse per le vacanze), la domanda centrale è se Fani Willis, che voleva iniziare il processo ad agosto, potrà farlo prima delle elezioni di novembre: molti credono di no. E in ogni caso Trump ha un’arma in più per mettere in dubbio la fiducia già scarsa da parte dei suoi sostenitori nella magistratura.
Una fiducia che va ribadita da tutti, ha sottolineato il deputato democratico Jamie Raskin. Quando la Cnn gli ha domandato se fosse dispiaciuto che il giudice McAfee abbia anche rimosso sei dei 41 capi di imputazione nel caso di Willis, il politico ha risposto: «Non mi dispiace quando il team di Trump vince con una mozione. Questo è il sistema giudiziario». Come a dire: non puoi credere nella Giustizia solo quando sei d’accordo con le sentenze.
Trump ha finora fallito nel far archiviare le quattro incriminazioni contro di lui. Ha tentato giovedì in Florida con le accuse per aver portato via e nascosto documenti top secret. La giudice Aileen Cannon, da lui nominata, ha respinto la mozione, ma non ha ancora fissato la nuova data per il processo originariamente previsto a maggio.
donald trump in tribunale a new york 2
La strategia di Trump di ritardare i processi sta dunque funzionando. Il 22 aprile la Corte suprema ascolterà il suo appello sull’immunità presidenziale che ha bloccato il processo a Washington per aver tentato di sovvertire l’esito del voto.
Anche l’unico dei processi penali con una data d’inizio (il 25 marzo a Manhattan), quello per i pagamenti a una pornostar e a una modella, verrà posticipato: i legali di Trump chiedevano 90 giorni, il giudice ne ha concessi 30 dopo che altre 31mila pagine sono state messe a disposizione dagli investigatori federali. […]
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