LA LUNGA MANO DI MINOLI - IL PRODUTTORE WAYNE MARK DOYLE, MENTE DELLA SERIE RAI “AGRODOLCE”, RACCONTA TUTTI I TENTATIVI (RIUSCITI) DEL GIORNALISTA PER PIAZZARE I SUOI AMICI A SPESE DELLA EINSTEIN DI LUCA JOSI

Carlo Tecce per il "Fatto quotidiano"

Chi non è abituato non resiste: "Non ho mai ricevuto tante pressioni in trent'anni di carriera. Lo racconto ai miei colleghi tedeschi o americani: non ci credono. E nemmeno io ci credo". Wayne Mark Doyle, australiano di Sidney, è un produttore e un autore. Ha insegnato ai colleghi italiani a confezionare serie televisive, il successo duraturo, la telenovela elegante per la Rai: Un posto al Sole, il poliziesco La Squadra e un pezzo di Agrodolce. Fin quando Giovanni Minoli, che allungava i tentacoli più per conti suoi, personali, che di viale Mazzini, l'ha costretto a lasciare mentre un fallimento andava in scena.

LA testimonianza di Doyle, un'intervista di un'ora abbondante, è contenuta nella memoria difensiva di Luca Josi di Einstein Multimedia, la casa editrice spazzata via assieme al progetto Agrodolce a cui Doyle aveva offerto la sua esperienza internazionale. Venerdì ci sarà un'udienza per l'archiviazione del rinvio a giudizio che vede coinvolto lo stesso Minoli denunciato da Josi (avvocato prof. Luca Marafioti).

L'australiano racconta le prime timide intromissioni di Minoli, che iniziò a tampinare la produzione già ai tempi di Un posto al Sole: "Per il lancio avevamo una bella struttura. Un olandese bravissimo Pols, sostituito a fine serie da Ruggero Miti. Minoli ha insistito su questo punto". L'ingresso di Miti si ripete per Agrodolce, la Einstein perde il controllo e il responsabile Minoli - si legge nel verbale di Doyle - continua a piazzare truppe di amici.

Come aveva fatto in passato per Un posto al Sole: "Miti mi disse di inserire suo figlio Matteo in aiuto regia e poi sua figlia Carlotta come protagonista principale. É successo dopo, quando io avevo già salutato". E avverrà ancora con Agrodolce. Il conduttore di Mixer, appena passato a Radio 24, aveva insistito molto per Renée Cammarata: "La conosco. Non avevo mai sentito parlare di lei in televisione. É una cara amica di Minoli. Giovanni ha provato a convincerci tante volte sul valore di assistente per trovare i posti per le varie scene, ma non ha mai avuto alcuna esperienza.

Aveva il ruolo di location manager". Ingaggio obbligato per la Einstein, un secondo per Cammarata già pagata da viale Mazzini e pazienza per il dovere di esclusiva. Doyle non l'avrebbe mai assunta se non fosse intervenuto Minoli: "Abbiamo avuto le mani legate. Anche in altri casi importanti, pur avendo cercato di lavorare con un metodo meritocratico". Cammarata propone di noleggiare il castello di Trabia del principe di Calvello, che non verrà mai utilizzato, anche se fu un affare per la Cammarata.

RIVELA Vanni Calvello davanti ai finanziari: "Alla signora Cammarata, dopo che stipulammo il contratto di affitto del castello, io e mia sorella decidemmo di omaggiarla di un cadeau. Non ricordo bene se in denaro o un gioiello". Poi si è corretto: "Qualcosa tra i 5.000 e i 10.000 euro".

Doyle sperava sempre di poter dialogare con Mino-li, ma rievoca un episodio per la produzione di Un posto al Sole: "Pols era un bravissimo produttore . Nonostante il lavoro svolto e la sua volontà di rimanere a Napoli, è stato allontanato. Qualche tempo dopo ho saputo che Ruggero Miti aveva preso il suo posto e che ciò era avvenuto a seguite di minacce relative al contratto da parte di Minoli al presidente di Grundy, Murphy".

Ma su Agrodolce la presenza di Minoli è devastante: "Il primo giorno gestivamo noi, poi via via la Rai", e cioè Minoli medesimo. "Ho avuto un pranzo a casa di Mi-noli, dopo mesi di discussione, per questa pressione di esagerare all'esterno (con i contratti, ndr) e altre cose. Lui mi ha fatto pressione, mi ha detto: ‘Questa è la tua ultima occasione nel settore della fiction, non sei capace, forse Zatta può farlo'". Michele Zatta è un altro uomo di Minoli. E segna l'addio di Doyle, che il giorno seguente firmerà per Sky.

 

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