EUROPA ALLA CANNA DEL GAS! URSULA VON DER LEYEN APRE A UN INTERVENTO DI EMERGENZA DOPO LE PRIME APERTURE DELLA GERMANIA AL TETTO SUI PREZZI DEL GAS – E IN ITALIA? C’È CHI (SALVINI) PROPONE UNO SCOSTAMENTO DI BILANCIO PER FINANZIARE UN PROVVEDIMENTO DA 30 MILIARDI CONTRO IL CARO BOLLETTE E CHI (IL PD) PENSA AD UN SISTEMA DI PREZZI AMMINISTRATI PER I PROSSIMI 12 MESI – IL GOVERNO PRONTO A STANZIARE TRA I 10 E 15 MILIARDI…
FEDERICO FUBINI,FRANCESCA BASSO per il Corriere della Sera
MACRON - DRAGHI - SCHOLZ A KIEV
L'Italia chiede da oltre sei mesi un tetto al prezzo del gas e da quasi un anno la modifica del mercato elettrico. Ora qualcosa si muove. L'annuncio arriva da Bled, dove la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, intervenendo al Forum strategico in Slovenia, ha detto che «la Commissione sta lavorando a un intervento di emergenza e a una riforma strutturale del mercato elettrico».
Dietro alla svolta di Bruxelles ci sarebbe un'iniziale apertura della Germania, che si è sempre opposta con l'Olanda al gas price cap e alla richiesta di modifica del mercato elettrico, per sganciare il prezzo dell'elettricità da quello del metano da cui dipende attualmente.
Il 7 settembre i rappresentanti degli Stati membri parteciperanno a un seminario nel quale la Commissione presenterà i modelli di price cap - italiano, greco e spagnolo-portoghese - e due giorni dopo, il 9 settembre i ministri Ue dell'Energia si incontreranno a Bruxelles per un consiglio straordinario convocato dalla presidenza ceca di turno dell'Unione: «Non permetteremo a Putin di danneggiare i nostri cittadini e le nostre imprese, motivo per cui dobbiamo aggiustare il mercato dell'energia.
La soluzione europea è la migliore che abbiamo», ha detto il ministro dell'Industria ceco Josef Síkela, annunciando la convocazione della riunione su Twitter. La Commissione Ue avrebbe preferito che il Consiglio si tenesse il 15 settembre, il giorno successivo al discorso sullo Stato dell'Unione che la presidente von der Leyen pronuncerà a Strasburgo alla plenaria del Parlamento europeo, per consentire di presentare la proposta Ue prima dell'incontro tra i ministri dell'Energia. Ma serviva un segnale immediato. È probabile però che la formalizzazione della proposta arrivi comunque dopo il consiglio Energia.
DIFFERENZA PREZZO DEL GAS - USA - CINA - EUROPA
È chiaro che «abbiamo bisogno di un nuovo modello di mercato per l'elettricità - ha detto von der Leyen - che funzioni davvero e ci riporti in equilibrio». A imprimere un'accelerazione «i prezzi alle stelle dell'elettricità» che «stanno ora esponendo, per ragioni diverse, i limiti del nostro attuale modello di mercato elettrico. È stato sviluppato in circostanze completamente diverse - ha ricordato la presidente - e per scopi completamente diversi. Non è più adatto allo scopo».
I costi non più sostenibili per famiglie e imprese stanno spingendo anche la Germania, come spiegano fonti Ue, a rivedere le proprie posizioni così come l'Olanda, la cui Borsa del gas sta traendo grandi benefici dall'impennata dei prezzi del gas. Restano tuttavia per Berlino dei nodi da sciogliere, che avrebbe già esposto alle altre cancellerie.
È necessario chiarire cosa accadrà se non dovesse arrivare abbastanza gas da Mosca, dopo l'imposizione di un tetto al prezzo del gas importato, e come prevenire la speculazione dei mercati. È chiaro che la nuova misura, per funzionare, dovrebbe andare di pari passo con un razionamento.
LA CORSA DELL ENERGIA - PREZZO DEL GAS
Ma al momento il taglio al consumo di gas, deciso nel consiglio Energia straordinario del 26 luglio scorso, è solo volontario. È attesa per il 28 settembre una comunicazione della Commissione in cui Bruxelles potrebbe indicare i prossimi passi per la solidarietà energetica Ue da lasciar decidere ai capi di Stato e di governo nella riunione di fine ottobre. I punti da chiarire per la Germania sono anche altri, osservano fonti Ue: è necessario garantire che le aziende dell'energia abbiano sufficiente liquidità attraverso il credito e lavorare a una riforma del mercato elettrico che preveda di scollegare il prezzo dell'elettricità da quello del gas, su cui è appunto al lavoro la Commissione. È ormai chiaro anche ai Paesi più scettici che il mercato elettrico ha smesso di funzionare correttamente e dunque è ora di affrontare le cause di fondo oltre ai sintomi rappresentati dai prezzi energetici alle stelle.
Austria, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Irlanda, Lettonia, Lussemburgo e Olanda nel dicembre scorso si erano opposte alle richieste di Italia, Francia, Spagna, Romania e Grecia di una riforma del mercato elettrico e avevano detto di essere disponibili a considerare variazioni, ma solo a patto di non sconvolgere l'assetto esistente.
Nei giorni scorsi Austria e Belgio hanno dichiarato la loro disponibilità a un tetto al prezzo del gas. La Commissione Ue non ha ancora sciolto la sua riserva ma a Bruxelles si pensa che sia più facile decidere un tetto solo sulle importazioni che arrivano dalla Russia. Mosca si è dimostrata un partner inaffidabile, tagliando le forniture all'Ue con i pretesti più diversi.
Per la Commissione la Russia usa l'energia come un'arma contro l'Unione per il sostegno militare ed economico che l'Occidente sta fornendo a Kiev nella guerra scatenata da Mosca contro l'Ucraina. Anche ieri von der Leyen ha ribadito che «dobbiamo prepararci a una potenziale interruzione totale del gas russo». Il modello italiano di price cap sembrerebbe il più semplice dal punto di vista tecnico rispetto a quello spagnolo-portoghese che avrebbe un impatto sui bilanci pubblici e a quello greco che agisce a livello di transazioni considerato troppo invasivo.
BOLLETTE E IMPRESE
ENRICO MARRO,FABIO SAVELLI per il Corriere della Sera
Mentre il prezzo del gas ha fatto segnare ieri un leggero calo al mercato di Amsterdam (296 euro/MWh quello con consegna a ottobre), nel governo ci sono state le prime riunioni tecniche sui nuovi provvedimenti per contrastare il caro bollette. Che potrebbero arrivare anche in due tappe. La prima, forse la prossima settimana, con un emendamento al decreto Aiuti bis, che il Parlamento convertirà in legge a metà settembre. Qui potrebbero entrare misure tra 5 e 10 miliardi, rafforzando alcuni dei sostegni contenuti nell'Aiuti bis, per esempio il credito d'imposta per le imprese. Più avanti, ma prima del voto, potrebbe essere varato un decreto legge, la cui conversione toccherebbe però alle nuove Camere. In questo secondo provvedimento, che presuppone una condivisione di tutte le forze politiche, potrebbero entrare altri sostegni, sulla base delle disponibilità che emergeranno con la Nadef, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, che conterrà l'aggiornamento delle stime tendenziali (cioè a legislazione vigente) dei conti pubblici, facendo emergere le entrate maggiori del previsto attese per tutto il 2022, ma anche eventuali minori spese.
Potrebbero emergere nuove disponibilità finanziarie per prolungare i sostegni all'economia fino alla fine del 2022.
Il tutto senza bisogno di ricorrere a «scostamenti di bilancio», cioè ad aumenti del deficit, come invece continuano a proporre alcuni partiti, in testa la Lega di Matteo Salvini, che insiste con la richiesta di interventi per 30 miliardi.
Oggi ci saranno altre riunioni, con un occhio all'andamento dei prezzi del gas, che già richiede un adeguamento degli stanziamenti del decreto Aiuti bis per il credito d'imposta sulle bollette per le imprese. Il governo aveva stimato, per il terzo trimestre, un prezzo del gas di 91 euro a megawattora e dell'energia elettrica a 237 euro mentre da metà agosto i prezzi hanno sfondato rispettivamente i 300 e i 600 euro. Se poi si volesse prorogare il credito al quarto trimestre, solo per le energivore, con uno sconto del 25% servirebbero 12 miliardi.
Attesa la riunione del Comitato di emergenza gas, che dovrebbe stilare le priorità degli eventuali razionamenti alle imprese, che probabilmente verranno stilati sulla base dei codici Ateco individuando in primis gli impianti interrompibili su base volontaria. Infine, potrebbero essere sbloccati 17 terawattora che il Gse ha comprato a un pezzo molto più basso (134 euro a megawattora) da girare alle imprese energivore che così avrebbero un prezzo calmierato. Servirebbe un decreto attuativo del Mite perché il veicolo legislativo è stato già costruito ad aprile. Si tratterebbe di un primo disaccoppiamento tra mercato del gas e mercato elettrico.
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