andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

UNICREDIT-BPM, È UN SONORO SCHIAFFO AL GOVERNO DEL “QUI, COMANDO IO!” SE LA DUCETTA NON APRE BOCCA, SALVINI LA SPALANCA: “E' UN'OPERAZIONE PARTITA NON PER COSTRUIRE, MA PER BLOCCARE”. BEN DETTO: L’OPS DI ORCEL FA SALTARE LA FUSIONE BPM-MPS-ANIMA, CON L’INGRESSO NELL’OPERAZIONE DEI DUE IMPRENDITORI CARI ALLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, CALTAGIRONE E MILLERI, CHE PUNTANO ALLA CONQUISTA DI MEDIOBANCA-GENERALI – GIORGETTI, A DIFESA DEL “PADRINAGGIO” DELLA LEGA SU BPM, SPARA CAZZATE: LA GOLDEN POWER IMPONE AL GOVERNO DI INTERVENIRE SOLO IN CASO DI MINACCIA “ALL'INTERESSE NAZIONALE” (SE FOSSE VERA LA VOCE CHE CREDIT AGRICOLE AVEVA INIZIATO A RASTRELLARE LE AZIONI DI BPM IN NOME DI UN'OFFERTA OSTILE DI ACQUISTO, LA SCELTA DEL GOVERNO DOVREBBE ESSERE A FAVORE DELL'IPOTESI DI FUSIONE CON UNICREDIT, E NON IL CONTRARIO)

salvini giorgetti

Alessandro Barbera per “La Stampa”

 

Il mantra è quello di vent'anni fa, prima della grande crisi del 2008, il momento in cui si mostrò la debolezza del sistema bancario europeo, molte banche fallirono e si posero le basi per costruire un sistema di vigilanza unico sulle grandi banche. Dice Matteo Salvini: «Ritengo assolutamente contrastante con l'interesse nazionale una concentrazione bancaria che allontana le banche dai territori».

 

Poco importa se i primi due azionisti di Banco Bpm siano un istituto francese - il Credit Agricole - e il fondo americano Blackrock. La Lega ha trovato nella proposta di fusione di Unicredit le ragioni per una battaglia politica d'altri tempi.

 

andrea orcel andrea ceccherini sergio mattarella

Una battaglia che ancora ieri costringeva il ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti a contorsioni politiche: «Esiste il mercato e la legge di mercato, e poi esiste una legge che non ho scritto io, quella del golden power che il governo valuterà perché la deve valutare».

 

Giorgetti omette di dire che quella legge - i cui ambiti di applicazione toccano pressoché ogni settore ritenuto "strategico" - impone al governo di intervenire solo in caso di minaccia «all'interesse nazionale».

GIUSEPPE CASTAGNA MASSIMO TONONI

 

E dunque, sin d'ora si può dire che in nome di quell'interesse, se fosse vera la voce secondo la quale il Credit Agricole aveva iniziato a rastrellare le azioni di Banco Bpm in nome di un'offerta ostile di acquisto, la scelta del governo dovrebbe essere a favore dell'ipotesi di fusione con Unicredit, e non il contrario.

Andrea Orcel giuseppe castagna

 

Non è un caso dunque se fra tutte le voci che in questi giorni si sono levate contro l'operazione di scambio di azioni lanciata dal numero uno della banca milanese Andrea Orcel manchi ancora quella della premier Giorgia Meloni.

 

milleri nagel caltagirone

Il monito di ieri del numero uno del principale concorrente di Unicredit- ovvero Intesa di Carlo Messina - renderà ancora più difficile l'arrocco del partito di Salvini e Giorgetti, preoccupati delle conseguenze dell'operazione sul consenso del partito in Lombardia.

 

L'atteggiamento del governo italiano contro Unicredit sta creando parecchio imbarazzo in tutto il mondo finanziario e ai piani alti della Banca centrale europea, dove da anni si auspica la nascita di campioni europei capaci di fare concorrenza ai concorrenti americani e cinesi.

meloni fazzolari

 

Le classifiche internazionali parlano chiaro: se si valuta il parametro della capitalizzazione di Borsa, fra le prime dieci banche del mondo nessuna ha la sede nella zona dell'euro. Le prime due sono americane - Jp Morgan Chase e Bank of America - la terza è cinese (Industrial and Commercial Bank of China), la decima è la britannica Hsbc. Dietro di lei c'è la svizzera Ubs, la spagnola Santander, poi Intesa Sanpaolo, Bnp Paribas e Unicredit. Per avere un termine di paragone, quest'ultima vale un quinto della prima banca americana.

 

ANDREA ORCEL CARLO MESSINA

Va detto che la difesa corporativa dello status quo non è una peculiarità italiana: se Orcel ha deciso di lanciare l'operazione Banco Bpm è per la resistenza della politica tedesca alla proposta di fusione con la tedesca Commerzbank. E' evidente che di qui alle elezioni di febbraio il governo di Berlino non darà alcun assenso alla fusione con Unicredit, e che con molta probabilità quel veto verrà confermato.

 

Stessa cosa è accaduta in questi mesi in Spagna, con il no della politica all'operazione di fusione fra il Banco Bilbao Vizcaya Argentaria e Sabadell. Due giorni fa la Commissione europea non ha sollevato obiezioni sull'operazione, tuttora osteggiata dai vertici di Sabadell.

Fabio Corsico Franco Caltagirone matteo Piantedosi

 

La preoccupazione di fondo è la stessa per tutti, ovvero che le fusioni portino con sé una ristrutturazione dei soggetti più piccoli. Ieri Unicredit ha dovuto smentire l'ipotesi che nei piani della banca in caso di aggregazione ci siano seimila esuberi.

 

Nel caso italiano una peculiarità c'è: l'intervento di Unicredit ha rotto le uova nel paniere al progetto sostenuto dal governo che avrebbe portato alla creazione di un terzo polo fra Banco Bpm e il Monte dei Paschi di Siena. Salvini lo dice apertamente: «E' un'operazione (quella di Unicredit, ndr) partita non per costruire, ma per bloccare».

TITANIC D'ITALIA - VIGNETTA BY MACONDOLE BIG SEVEN - LE SETTE BANCHE EUROPEE PIU GRANDI PER CAPITALIZZAZIONESEDE DI BANCO BPM A PIAZZA MEDA - MILANOUNICREDIT COMMERZBANKandrea orcel di unicreditTORRE UNICREDIT A MILANOL OFFERTA PUBBLICA DI SCAMBIO DI UNICREDIT SU BANCOBPM

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…