VACANZE DI NATALE ALLE MALDIVE E’ IL VERO CINEPANETTONE - AL ‘CORRIERE’ REPLICA RUTELLI SU FACEBOOK: "NON ERO MAI STATO, A DIFFERENZA DI PRATICAMENTE TUTTI I MIEI AMICI E DI TANTISSIMI ITALIANI, ALLE MALDIVE - "CHIARISCO CHE NON HO GODUTO DI ALCUN PRIVILEGIO, HO PAGATO REGOLARMENTE, CI MANCHEREBBE, E CHE I PREZZI RIPORTATI DAL CORRIERE SONO, PER QUANTO MI RIGUARDA, TOTALMENTE LUNARI. QUESTO E' TUTTO. SE QUALCUNO VUOL SCRIVERNE IN MODO DIFFAMATORIO, SE NE OCCUPERA' IL MIO AVVOCATO"….
1- NOTA DI FRANCESCO RUTELLI SU FACEBOOK
"Sono al lavoro, e in riunioni, nel mio ufficio. Di rientro da una bellissima vacanza di una settimana. Ho visto che ne ha scritto il Corriere della Sera. Non ero mai stato, a differenza di praticamente tutti i miei amici e di tantissimi italiani, alle Maldive, e debbo dire che avevano ragione loro: e' un posto che almeno una volta nella vita va conosciuto. Ho scelto un anniversario speciale mio e di mia moglie per un viaggio di nozze che non avevamo mai fatto". Lo scrive sulla sua pagina di Facebook il leader dell'Api, Francesco Rutelli.
"Chiarisco- aggiunge- che non ho goduto di alcun privilegio, ho pagato regolarmente, ci mancherebbe, e che i prezzi riportati dal Corriere sono, per quanto mi riguarda, totalmente lunari.
Questo e' tutto. Se qualcuno vuol scriverne in modo diffamatorio, se ne occupera' il mio avvocato".
E ALLE MALDIVE SI RITROVANO IN VACANZA SCHIFANI, CASINI E RUTELLI
Paolo Foschini per Il Corriere
Sarà anche vero che i cinepanettoni Vanzina ormai sono un flop: ma le Vacanze di Natale vere, a quanto pare, tirano sempre. Però se uno dichiara «giusto che i politici facciano i sacrifici che fanno gli altri» e poi finisce nell'isolotto più eclusivo delle Maldive può ritrovarsi con i blog della rete che lo prendono di mira. à il caso del leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, del presidente del Senato, Renato Schifani, ma anche dell'onorevole pdl (ora nel gruppo misto) Stefania Craxi e del leader dell'Api, Francesco Rutelli.
«Molte famiglie come la mia - dice una delle turiste normali, appena rientrata dall'identica vacanza - questa volta hanno provato una certa indignazione: come si fa a chiedere ai pensionati di tirare la cinghia e poi farsi vedere alle Maldive, sistemati non nelle camere di noi comuni mortali ma nelle suite più da urlo dell'isola?».
Oddìo, è chiaro che il primo commento sarebbe da che pulpito: nel senso che anche la cameretta più «da comuni mortali», nel resort di cui si parla, è comunque uno scherzetto da 550 dollari americani a notte. A persona. E né la signora appena citata né gli altri turisti «indignati» hanno una gran voglia, con l'aria di accertamenti fiscali che c'è in giro, di esporsi per nome e cognome. Oltretutto, come è ovvio, le vacanze in un bel posto non sono mica un reato.
L'isolotto in questione, nello specifico, è quello che porta l'impronunciabile nome di Madhiriguraidhoo nell'atollo di Lhaviyani. à lì che si trova il Palm Beach Resort, di proprietà dell'editore del Corriere dello Sport Roberto Amodei. Ed è lì, peraltro, che durante queste stesse vacanze erano a prendere il sole diversi altri personaggi del mondo sportivo e non: come il romanista Francesco Totti con la moglie Ilary e figli, e il suo ex compagno di squadra Christian Panucci, e l'ex giocatore nonché attuale dirigente bianconero Gianluca Pessotto, e il presidente del Napoli nonché produttore del cinema Aurelio De Laurentiis.
L'unica differenza, per dire, è che mentre la famiglia Totti - la quale pure potrebbe ben permettersi di non badare a spese - si è accontentata di una delle camerette da 550 dollari, la comitiva politica praticamente al completo si sarebbe sistemata, come si diceva, nell'area delle ville e delle suite migliori: le cui tariffe variano dai 2.550 dollari a notte per la più piccola sino ai 5.700 (sempre a notte), cameriere fisso compreso, per la «Presidenziale».
Va naturalmente detto - la comprensibile riservatezza dei tour operator non ha consentito di verificarlo - che i politici di cui sopra potrebbero anche essere stati tutti quanti «ospiti» del proprietario del resort. E che neppure questo, se anche fosse, è di per sé un reato. Ma i commenti (impubblicabili) che da due giorni si registrano tra gli altri sul blog «I segreti della casta» qualche inquietudine la destano. Riassumibile forse nella domanda: era il caso?
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