VENETO ANNO ZERO – DA FORTINO DELLA LEGA, LA REGIONE GUIDATA DA 14 ANNI LUCA ZAIA È DIVENTATA LA ROCCAFORTE MELONIANA: ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL TRIPLO DEI VOTI DEL CARROCCIO E ORA RIVENDICA IL CANDIDATO GOVERNATORE PER IL 2025 (BYE BYE ZAIA) - IN PISTA CI SONO ELENA DONAZZAN, LUCA DE CARLO E MATTEO ZOPPAS – NELLA LIGA, DILANIATA DAI DISSIDI INTERNI FRA SALVINIANI E ZAIANI, SCATTA L'ORA DELLE EPURAZIONI…
Estratto dell’articolo di Francesco Moscatelli per “la Stampa”
Alle regionali venete mancano 18 mesi, due anni se la legislatura verrà prolungata fino al termine delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026, ma a urne delle europee chiuse dentro il centrodestra la battaglia su chi dovrà esprimere il candidato è già iniziata.
Se la Liga, dilaniata dai dissidi interni fra salviniani, zaiani e ormai pure fra il Doge Luca Zaia e i suoi stessi consiglieri, si aggrappa ai risultati delle amministrative, Fratelli d'Italia ha abbandonato qualunque timidezza e rivendica Palazzo Balbi. Senza contare che, da tempi non sospetti, anche l'ex sindaco di Verona Flavio Tosi (già leghista, passato con Forza Italia) si è messo in pista e punta alla carica di governatore. [...]
La partita, poi, si intreccia con quella per il futuro sindaco di Venezia. Dopo due mandati l'attuale primo cittadino Luigi Brugnaro, esponente centrista del centrodestra con la sua Coraggio Italia, non potrà ricandidarsi. Il suo posto, però, come è ovvio che sia dato il prestigio mondiale della Serenissima, fa gola a molti. Qualcuno ipotizza anche a Zaia. Il nome dello stesso Brugnaro, inoltre, potrebbe diventare un'ipotesi spendibile per la Regione.
Il punto di partenza di ogni ragionamento non può che essere il 37,58% conquistato alle europee da Fratelli d'Italia (contro il 13,15 del Carroccio). Un numero pesantissimo per due motivi: migliora il già significativo 32% delle politiche, mettendo quantomeno la sordina ai lighisti che da due anni sostengono di aver "prestato" i loro voti a Fdi, e fa del Veneto la prima Regione d'Italia per il partito di Meloni. Le ambizioni dei "fratelli", poi, sono ulteriormente rafforzate dal fatto che il "primo partito d'Italia" non governa nessuna regione del Nord.
Nonostante manchi «un'era geologica al voto» (copyright Zaia), però, dentro Fdi è già iniziata una lenta campagna di posizionamento. La prima a muoversi, forte delle oltre 60 mila preferenze raccolte alle europee che ne fanno la seconda donna più votata dopo Giorgia Meloni, è stata la vicentina Elena Donazzan.
«Se a Zaia sarà negato il quarto mandato, il mio sogno rimane quello di fare la presidente di Regione, già tra un anno e mezzo» dice senza nascondere le sue aspirazioni. A suo favore, oltre ai voti, giocano altri argomenti: ha guidato un assessorato per 18 anni, conosce perfettamente la macchina amministrativa regionale e ha un ottimo rapporto con il ministro Adolfo Urso. A suo sfavore, invece, c'è il poco feeling con la premier.
[...] Gli altri nomi che circolano in FdI sono quelli del ministro Urso, del senatore Luca De Carlo, coordinatore regionale, e di Raffaele Speranzon, veneziano, vicecapogruppo al Senato, considerato molto vicino all'inter circle della premier.
«I veneti hanno dato un chiaro segnale - si schermisce De Carlo -. Ma è prematuro fare nomi. Le valutazioni finali spettano a Meloni. Siamo in buone mani». «I veneti vogliono un centrodestra unito e noi in passato siamo stati leali - ragiona invece Speranzon -. Al di là delle persone sapremo rispondere con responsabilità al nostro elettorato». Poi, da veneziano, aggiunge: «Se per la Regione bisogna trovare una persona capace di governarla, per la mia città bisogna prima di tutto scommettere su una figura in grado di conquistarla. Zaia? Potrebbe farcela, ma vive a un'ora da Venezia e parla un dialetto diverso...».
Un'ulteriore ipotesi per Palazzo Balbi è che il partito possa puntare su un civico d'area, magari un imprenditore, capace di rassicurare un territorio da sempre moderato, e di essere un interlocutore perfetto del mondo produttivo. L'identikit corrisponde al profilo di Matteo Zoppas, past president di Confindustria Veneto e attuale presidente dell'Ice, l'agenzia per l'internazionalizzazione delle imprese italiane.
[...] Messi con le spalle al muro, infatti, gli "Zaia boys" potrebbero spaccare il centrodestra e valutare una corsa solitaria. I caratteri, e i curriculum, per l'operazione "Veneto pride", sono forse l'unica cosa che non manca oggi alla Liga.