renzi pinocchio

LA VERITÀ, VI PREGO, SULL’ECONOMIA – RENZI-PINOCCHIO LA BUTTA SULL’ISIS, MA LA DURA REALTÀ È CHE L’ITALIA CRESCE LA METÀ DEL RESTO D’EUROPA – SPENDIAMO TROPPO IN PENSIONI, L’INDUSTRIA È FERMA E L’EXPORT È FERMO NONOSTANTE L’EURO DEBOLE

Carlo Cambi per “Libero Quotidiano

 

RENZI PADOAN RENZI PADOAN

Matteo Renzi usa l'Isis come arma di distrazione di massa. Il rimprovero gli è venuto qualche sera fa nel salottino tv di Lilli Gruber, non da un facinoroso oppositore bensì da un suo illustre predecessore piddino: Massimo D' Alema. Che all' incalzare dell' intervistatrice su che cosa il nostro premier dovesse fare, ha lapidariamente risposto: «Dire la verità agli italiani. Renzi ha affermato che la crescita del Paese è conclamata, ma non ha detto che l' Europa va a una velocità doppia rispetto a noi».


La fatwa dalemiana su Renzi torna di attualità in queste ore, in cui è cominciato il balletto dello "zero virgola". È la spoletta dell' arma di distrazione di massa.


Si guarda il dito evitando di osservare la luna. Perché non è solo interessante disputare se l' Italia a fine anno crescerà dello 0,8 o dello 0,9% - addirittura Renzi si è spinto a dire che il traguardo dell' 1% è ancora possibile - quanto è drammaticamente rilevante prendere atto che l' Italia cresce meno della metà dell' area Euro.

RENZI E PADOANRENZI E PADOAN


È questa la vera sentenza di condanna sull' esecutivo Renzi. Da qui occorre partire per capire come sta davvero il Paese e dire la verità agli italiani al netto dell' interessato soccorso che al premier è venuto da Sergio Marchionne il quale non ha perso il vizio, che fu degli Agnelli, di considerare che ciò che va bene per la Fiat (ora FCA e senza più alcuna radice nazionale) va bene per l' Italia. Così non è e così non è mai stato. Se le auto tirano, tutto il resto è impantanato.

ORFINI RENZIORFINI RENZI


Renzi userà l' Isis per raccontarci che il terrorismo sta frenando l' economia. Non è così, almeno non nel caso dell' Italia. Lo dice il Centro Studi di Confindustria, che accenna al drammatico stop degli ordinativi: -4,2%. Lo ricorda l' Istat che ammonisce come la ripresina si sia afflosciata. Ma lo dicono soprattutto gli analisti internazionali. L' Ocse ha rimesso sotto la lente le pensioni ricordandoci che spendiamo troppo: 15% del Pil rispetto alla media europea dell' 8%. Il fatto è che nelle pensioni spendiamo male, e senza una vera revisione del nostro welfare si rischiano di fare ingiustizie presenti e future. Ma anche queste osservazioni raccontano solo una parte della verità.

renzi  babbo natalerenzi babbo natale


L' Italia non cresce perché non ha una politica economica, e la rivoluzione renziana non è mai partita. Il premier, quando pensa a misure di sostegno dell' economia, immagina solo mance elettorali - come l' insensata paghetta ai giovani per mandarli al cinema e gli 80 euro distribuiti ai presunti referenti elettorali.

 

I dati ci dicono che se l' Italia crescerà dello 0,8 % - e la previsione è ottimistica - l' area Euro a fine anno avrà messo a segno una performance dell' 1,6/1,9%. Tutti gli analisti sono concordi nel dire che al di sotto dell' 1% la crescita non incide né sui consumi interni né sull' occupazione. Infatti Renzi, anche sui dati dell' occupazione e del Jobs Acts, mente ancora.

RENZIRENZI


Il nostro premier manifesta di essere affetto da sindrome di Pinocchio, peraltro ben conosciuta dagli psichiatri che così etichettano i bugiardi patologici. Perché ci sono altri due dati rispetto ai quali il premier dovrebbe dire al verità. Il primo è l' effetto dell' inflazione sulla nostra economia. Se sta così bassa - segno che i consumi interni non sono ripartiti - vuol dire che paghiamo di più sul debito, e soprattutto che il rapporto deficit-Pil, poiché si basa sui valori nominali, non cala.


La seconda verità è che vivendo giorni di parità tra dollaro ed euro le nostre esportazioni dovrebbero volare, e invece l' export si è inchiodato.

catena di montaggiocatena di montaggio


Per una causa che smentisce anche un' altra balla di Renzi: che lui ha ridato credibilità internazionale al Paese. Proprio l' inconsistenza della nostra politica estera non ci consente di chiedere la fine della sanzioni alla Russia, fa sì che Bruxelles avrà tolleranza zero sui nostri parametri di bilancio, non ci farà partecipare al dopo Isis.


Vi è un terzo dato che deve essere considerato: non abbiamo mai pagato interessi così bassi sul debito. Ricapitolando: petrolio basso, dollaro forte, interessi al palo dovrebbero produrre un immediato beneficio sui conti italiani. E invece così non è. Perché? Perché Renzi ha fatto solo le riforme che interessano a lui.

 

RENZI MARCHIONNE ALLA FABBRICA CHRYSLERRENZI MARCHIONNE ALLA FABBRICA CHRYSLER

La burocrazia è sempre lì a strozzare le imprese, il peso delle tasse non si è affatto mitigato, ma anzi gli italiani quest' anno pagheranno all' incirca 35 miliardi d' imposte in più. L' abolizione delle Province non ha sortito alcun effetto, così l' aver tosato le Camere di Commercio ha solo tolto strumenti alle imprese, la bad bank ha assorbito risorse dai territori, l' oppressione fiscale è continuata.

 

Non c' è nessun provvedimento di stimolo all' economia da parte di Renzi. Al contrario i conti pubblici vanno sempre peggio. Bruxelles lo sa e boccerà la manovra, non concedendoci la sperata flessibilità e anzi richiamandoci a un più deciso rientro non solo nei parametri del debito, ma anche in quelli del rapporto deficit-pil aggravato dalla bassa crescita e dalla bassa inflazione.

 

renzi elkann marchionne a melfirenzi elkann marchionne a melfi

Il rischio più che concreto a questo punto è che la legge di stabilità debba essere riscritta, che scattino le clausole di salvaguardia - aumento dell' Iva e delle accise - che Renzi, mentendo, ha detto di aver sterilizzato, e che per pagare le mance elettorali di Renzi si debba ricorrere ad una manovra bis da almeno 30 miliardi. Il che significa far saltare l' abolizione dell' Imu, incrementare i ticket sanitari, rimodulare l' aliquota Irpef e Irpeg e raddoppiare tutti i bolli. Ma Renzi dirà che non lo ha fatto. I bugiardi abituali fanno così. A maggior ragione se possono usare l' Isis come arma di distrazione di massa.

 

Ultimi Dagoreport

gaetano caputi giorgia meloni giuseppe del deo

DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL PROCURATORE CAPO DI ROMA, FRANCESCO LO VOI: IL DOCUMENTO-BOMBA PUBBLICATO DA "DOMANI", CHE RIVELA LO SPIONAGGIO A DANNO DI GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO DELLA MELONI, NON SAREBBE MAI DOVUTO FINIRE NEL FASCICOLO D'INDAGINE (NATO PROPRIO DA UNA DENUNCIA DI CAPUTI) - LA DUCETTA, DAL BAHREIN, HA URLATO CONTRO I SUOI E CONTRO L'AISI - E IL QUOTIDIANO DI FITTIPALDI CI METTE IL CARICO SCODELLANDO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO, DOVE SI AMMETTE CHE PALAZZO CHIGI SPIAVA…PALAZZO CHIGI! – L’AISI RISPONDE CHE, AD ATTIVARE L'INDAGINE, È STATO GIUSEPPE DEL DEO, ALLORA VICE DELL’AISI (ORA NUMERO DUE DEL DIS), SU DISPOSIZIONE DELL'EX DIRETTORE DELL'AGENZIA INTERNA, MARIO PARENTE. DOMANDA: PARENTE DA CHI HA RICEVUTO TALE RICHIESTA? 

francesco saverio marini sabino cassese giorgia meloni premierato

DAGOREPORT – IL PREMIERATO? ANNACQUATO! DOMANI GIORGIA MELONI RIUNIRÀ I SUOI COSTITUZIONALISTI PREFERITI (MARINI E CASSESE) PER METTERE NERO SU BIANCO L’IPOTESI DI UN PREMIERATO “DI FATTO”. UNA RIUNIONE PRELIMINARE A CUI SEGUIRÀ UN INCONTRO CON I VERTICI DEL PARTITO PER TIRARE LE SOMME E VARARE LA NUOVA STRATEGIA: LA COSTITUZIONE NON SI TOCCA, PER FARE LA “MADRE DI TUTTE LE RIFORME” BASTA CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE – TROVATA LA QUADRA PER LA CONSULTA: MARINI IN QUOTA FDI, LUCIANI PER IL PD E…

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…