mughini renzi

LA VERSIONE DI MUGHINI - GALLI DELLA LOGGIA VUOLE TORNARE AL VOTO? MA LO SA CHE GLI ITALIANI SALGONO SUL CARRO DEL VINCITORE, E CHE QUESTO PORTEREBBE… - VIOLANTE DICE CHE IL PD DEVE PARLARE DI ‘GIOVANI IN CERCA DI LAVORO’ E ‘MADRI LICENZIATE’. NO, NON BASTA ‘DIRE QUALCOSA DI SINISTRA’ PER 24 ORE AL GIORNO, VEDI IL FALLIMENTO DI ‘LIBERI E UGUALI’. NON ABBIAMO PIÙ LE LIRETTE CON CUI STROPICCIARCI IL FONDOSCHIENA

Lettera di Giampiero Mughini a Dagospia

mughini con bibi

 

 

Caro Dago, che bello andare al mattino all’edicola, comprare i giornali di carta e immancabilmente trovarvi articoli da leggere dalla prima riga all’ultima, e tanto più in questi giorni in cui quelli come me, quelli che hanno votato Pd, appaiono sovrastati dall’irruzione di forze politiche arrembanti ed elettoralmente cospicue.

 

E’ quel che pensa ad esempio il mio vecchio amico Ernesto Galli della Loggia, il quale sul “Corriere della Sera” scrive che una cosa è certa quanto al risultato di queste elezioni politiche: che hanno dato un “clamoroso” (ancorché “sgangherato”) calcio in volto ai “poteri tradizionali”, alle “rancide burocrazie” annidate nei piani alti e altissimi delle istituzioni, alle istituzioni culturali commiste al malaffare delle aziende pubbliche.

 

ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA

E’ davvero questo il senso primissimo della fiumana “bulgara” di voti arrivati ai 5Stelle esattamente in quelle circoscrizioni elettorali dove un tempo campeggiavano le correnti politiche più rapaci della Dc, in quella Sicilia dove Silvio Berlusconi ottenne la maggioranza in 60 circoscrizioni elettorali su 60 che erano, in quella Puglia dove già si sono presentati in molti a chiedere il modulo necessario a ottenere il reddito di cittadinanza? Staremo a vedere.

 

E staremo a vedere soprattutto che cosa saranno capaci di fare gli “uomini nuovi” di quel partito, quelli che finora in Parlamento si distinguevano per i gran balzi che facevano a piombare seduti sugli scranni di un governo che intendevano sfregiare.

luciano violante

 

A differenza di Ernesto non mi aspetto nulla di positivo dal bissare l’appuntamento elettorale al più presto. Dall’avere i 5Stelle magari al 35 per cento, e il prode Salvini magari oltre il 20 per cento. Inchinarsi alla sovranità popolare? Sì e no. Lo sai, caro Ernesto, quanto gli italiani amino balzare sul carro dei vincitori.

 

Lo sai che il Benito Mussolini che dichiarò guerra alla Francia e all’Inghilterra in ginocchio suscitava nelle piazze tuoni di entusiasmo e ci vollero i 3000 morti del bombardamento alleato su Roma perché gli italiani cambiassero casacca (e laddove il consenso tedesco a Hitler durò sino agli ultimissimi mesi e malgrado le loro città fossero rase al suolo).

 

No, io penso che il tempo sarà galantuomo. Bisogna lasciare che gli spaghetti cotti dai 5Stelle e da Salvini scuociano e il loro sapore ne diventi “rancido”. Bisogna difendere il debito pubblico dal suo aggravamento, bisogna vantare il nostro essere parte dell’Europa, bisogna difendere la sacrosanta legge Fornero. Ci vuole per questo un partito di opposizione che valga e che ne valga la pena. Ho letto con infinito piacere la magnifica intervista di Aldo Cazzullo a Matteo Renzi, in cui l’ex premier del Pd si arroga questo compito.

 

DI MAIO SALVINI

Spero che sia davvero così e che Renzi sappia mostrare di reggere le sue sconfitte, un talento che in politica conta quanto l’ottenere vittorie. Seppero reggere le loro sconfitte il Winston Churchill degli ultimi anni Venti sino a metà e oltre dei Trenta, ma anche il Pietro Nenni della metà dei Sessanta che era stato indebolito dalla politica suicida della “sinistra” socialista.

 

Spero che questo Pd all’opposizione ci sia e faccia. A differenza di quello che scrive un uomo che stimo, Luciano Violante, non credo che il Pd debba giocare le sue carte prossime venture sui “giovani in cerca di lavoro” o sulle “donne licenziate perché madri”.

 

E non perché queste non siano tragedie dell’oggi, lo sono eccome. Solo che quelle situazioni non migliorano perché un qualche partito si mette a pronunciare 24 ore al giorno “qualcosa di sinistra” (e lo dimostra il fallimento, la vera e propria onta politica del risultato elettorale di “Liberi e eguali”), e bensì perché la macchina complessiva della nostra economia riprende a trainare, a non consumare ricchezza, a non accrescere il debito pubblico su cui paghiamo miliardi sonanti di interessi. In euro e non in lirette con cui stropicciarsi il fondoschiena, quelle lirette di cui smaniano i “sovranisti” da strapazzo.

renzi alla stazione con cazzullo

 

GIAMPIERO MUGHINI

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