esercitazione nato in lettonia

LA NATO A TUTTO CAMPO - IL VERTICE DI MADRID PREPARA LA NUOVA FASE DELL'ALLEANZA ATLANTICA CHE E’ CHIAMATA A “DIFENDERE” ANCHE ASIA, PACIFICO E SAHEL – QUIRICO: “L'UNIONE EUROPEA SI METTE SOTTO LA BANDIERA NATO, ACCETTA DI CONDIVIDERNE, PER PAURA E NECESSITÀ DI SICUREZZA, SCOPI, OBIETTIVI, E SOPRATTUTTO OPERAZIONI MILITARI. È DIVENTATA UN MARCHIO A CUI NON SI PUÒ DIRE DI NO. È UN MARCHINGEGNO CHE DEVE CORREGGERE, A CANNONATE, LE STORTURE DEL MONDO. MA SIAMO SICURI CHE SIA COSÌ NECESSARIO QUESTE NEO COLONIALISMO DA SECONDA GUERRA FREDDA? CHI STABILISCE CHI SONO AMICI E NEMICI? I GENERALI DEL COMANDO NATO?”

Domenico Quirico per “la Stampa”

 

nato in europa.

Dopo il vertice Nato di Madrid preparatevi ad un altro scossone. È arrivato il momento: di far posto sui pennoni di palazzi pubblici, scuole e municipi in modo permanente a una terza bandiera, accanto a quelle nazionali e della Unione europea. Si alzi il vessillo azzurro con il simbolo della Alleanza atlantica. La guerra va avanti, si annuncia dappertutto, butta la fiaccola in tutti li angoli del mondo. Chi esita appare nudo e chi si fa domande rischia di dibattersi nel vuoto.

 

DOMENICO QUIRICO

Ci occorre una Alleanza potente, eserciti con il fucile sempre alla mano, ci occorre una bandiera di battaglia. Da domani l'avremo. Nel comando Nato di Bruxelles dove si ripassano i piani per i casi più estremi e imprevedibili, cuori e spiriti sono tesi come per i grandi momenti delle scelte e del destino. Si attende la manifestazione parusiaca della nuova dottrina. Burocrati della Sicurezza continentale in alta uniforme che gestivano finora l'affaruccio, seppure miliardario, di Grandi Manovre che sui giornali non avevano la degnazione neppure di una breve, pregustano rinnovati giorni di gloria. Si sbarca in Africa! Nel Pacifico! Ci difendiamo ovunque!

 

vladimir putin

La Nato era appena uscita da una colossale batosta, l'Afghanistan dove gli strateghi vennero, videro e se la diedero a gambe Si dubitava di sé, si mugugnava. Ora grazie a Putin tutto finisce in archivio. Si rimarcia, si brandisce, soprattutto si spende. Ritornano le guerre quelle vere dalle savane all'Artico e i politicanti gli assuefatti al soffice e vischioso letargo della malattia della pace questa volta non protestano. Anzi affidano ai generali candidamente il compito di rinnovare la faccia della terra.

la nato in europa

 

Con il debutto del «nuovo concetto strategico» annunciato da Madrid urbi et orbi la sovrapposizione della Nato sull'Unione europea, delineatasi per necessità e paura dopo il 24 febbraio, diventerà perfetta. I ventun paesi dell'Unione che sono anche componenti dell'accordo militare transatlantico, che gli Stati Uniti tengono saldamente in pugno per la semplice ragione che in un patto militare comanda chi dispone del martello più grande, si legano mani e piedi a combattere i nuovi bersagli americani dell'era post Ucraina. Non più il contenimento della Russia, dunque, che rientrava negli scopi dei fondatori nel secolo scorso. Ormai i nemici potenziali sono ovunque, la Cina con i suoi due milioni di soldati, e il Pacifico debuttano per la prima volta.

 

Dove Washington ha già annunciato che interverrà se Pechino da in scalmane. E quello che i generali chiamano già il fronte meridionale ovvero l'Africa e soprattutto il Sahel.

I CONFINI EUROPEI DELLA NATO

Sulla rivista Grand Continent il ministro degli esteri spagnolo José Manuel Albares ha appena pubblicato un manifesto programmatico della nuova Nato che verrà. Lettura illuminante, per certi aspetti stupefacente nella sua sincerità.

 

La capitale dell'Europa, come già si era intuito nei quattro mesi della guerra in ucraina, si trasferisce di fatto: addio Bruxelles, dove si parlerà di soldi, di finanziamenti, di inflazione. Dove si comanda e si prendono le decisioni militari a cui bisognerà guardare per spiare il futuro sarà Ramstein, la base militare americana in Germania.

nato

 

Finora erano i singoli Paesi europei che decidevano il loro ruolo di alleati Nato e nel caso i limiti del loro impegno. Fino a che si trattava di manovre innocue tutti erano disposti a farsi affatturare da Stoltenberg e da Washington, che pagava per di più gran parte della fattura.

Ora è l'Unione stessa, nel complesso, con il suo pigmeismo militare, che si mette sotto la bandiera Nato, accetta di condividerne, per paura e necessità di sicurezza, scopi, obiettivi, e soprattutto operazioni militari. Perché la Nato non organizza vertici e dibattiti diplomatici.

NATO

Pianifica e conduce guerre.

 

Non obbligatoriamente difensive. Lì si obbedisce, se si dubita si finisce tra gli scismatici sconsiderati. Si marcia tutti insieme. Ma verso che cosa? In questa stupefacente eclisse della ragione non solo politica che l'aggressione russa ha innescato, il vero sortilegio malefico di Putin, la Nato è diventata un marchio a cui non si può dire di no, da sopravvivenza del Novecento destinata a spegnersi per impotenza e disutilità si è trasformata in un marchingegno che deve correggere, a cannonate, nientemeno che le storture del mondo, da Mosca a Pechino giù giù fino alle savane e i deserti africani. «A trecentosessanta gradi» come annota il ministro degli esteri spagnolo. Gli europei che fino a ieri erano sospettosi verso qualsiasi impegno militare sembrano pronti a credere a qualsiasi cosa purché sia abbastanza inverosimile.

area shael

 

La Nato è stata creata per fare la guardia alla cortina di ferro che separava l'Europa dalle mire di Stalin ed eredi. Adesso le frontiere da difendere arma al piede si estenderanno fino a Timbuctù. Siamo sicuri che sia così necessario queste neo colonialismo da Seconda guerra fredda? Chi stabilisce chi sono amici e nemici? I generali del comando Nato? E sulla base di quale criterio? Non sono certo tipi che spezzano un capello in quattro, questi guerrieri di professione. L'Unione Europea ha regole legate ai criteri delle democrazie liberali. Dalla Nato pomposamente travestita da alleanza del mondo libero in tempi maccartisti, hanno fatto parte regimi impresentabili. E anche oggi al venticello di Bruxelles sventolano allegramente bandiere come quella turca.

 

Xi Jinping e Vladimir Putin

Gli alleati che andiamo a difendere nel Sahel sono dittatori con le galere e le tasche piene. Chi decide se vale la pena di dar loro una mano in nome della sicurezza atlantica? I generali? Gli americani hanno un concetto molto disinvolto e di breve durata sull'utilità degli degli «indigeni». Siamo sicuri che corrisponda al nostro?

 

Il fronte Sud è indicato come vitale a causa della sfida terroristica, dell'espansionismo russo, della crisi umanitaria (traduzione: i migranti che dispettosamente continuano a marciare e navigare verso il Nord del mondo), il pericolo per le riserve energetiche. Il «deficitario standard democratico dei Paesi dell'area» sembra aggiunto con un tocco involontariamente ironico visto che ne siamo l'origine e i clienti.

xi jinping vladimir putin

 

Da pochi giorni i soldati francesi hanno lasciato ad esempio la grande base di Menaka, in Mali. Immediatamente li hanno sostituiti con il consenso della giunta che controlla il paese dopo un golpe antifrancese i russi della Wagner, l'esercito africano di Putin. La riconquisteranno con le bandiere della Nato? Nel Sahel flagellato dalla fame dalla fanatismo e dal dispotismo corruzione e miseria sono i veri nemici da combattere. I soldati della Nato sono l'arma più adatta?

Ultimi Dagoreport

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…