raggi grillo di maio sequi huawei xi jinping cina

LA VIA DELLA SETA È LASTRICATA DI CINQUE STELLE – L’ULTIMO GRILLINO A BACIARE LA PANTOFOLA A PECHINO È IL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE FIORAMONTI. MA NON È NIENTE RISPETTO A GRILLO E DI MAIO, SEMPRE PRONTI A DIMOSTRARE FEDELTÀ A XI JINPING MINIMIZZANDO LA REPRESSIONE DEGLI UIGURI E IL CASINO DI HONG KONG – MA AD AVVIARE I BUONI UFFICI CON PECHINO È STATO IL PD: IL RUOLO DELL’AMBASCIATORE SEQUI, DIVENTATO CAPO DI GABINETTO DI LUIGINO

Fausto Biloslavo per “il Giornale”

 

Beppe Grillo con l ambasciatore cinese Li Junhua

Non sono pochi gli amici italiani della Cina, anche se qualcuno, come i dirigenti del Pd fa lo smemorato. E pure la doppia visita in 24 ore di Beppe Grillo all' ambasciatore cinese non è una novità. Nel 2013 il fondatore del Movimento 5 stelle, si era recato in compagnia di Gianroberto Casaleggio a baciare la pantofola all' allora ambasciatore cinese Ding Wei.

I membri del governo italiano negli ultimi tempi sono più in Cina che negli Stati Uniti.

 

LORENZO FIORAMONTI IN CINA

L' ultimo è il ministro con la delega per la Ricerca, Lorenzo Fioramonti, da ieri mattina a Pechino. L' esponente grillino deve inaugurare la settimana Cina-Italia della Scienza della Tecnologia e dell' Innovazione 2019 con il suo omologo locale Wang Zhigang. Fioramonti, come ministro dell' Università e dell' Istruzione, sembra non pensare agli studenti di Hong Kong che si battono per la democrazia con archi e frecce, mentre stringe la mano ai dignitari di Pechino.

luigi di maio xi jinping

 

Il politico più prono al potere cinese è il titolare della Farnesina, Luigi Di Maio, che a marzo ha firmato, come ministro dello Sviluppo economico, il contestato memorandum Italia-Cina sulla nuova Via della Seta durante la visita in pompa magna nel nostro paese del presidente Xi Jinping. Il leader M5s, dopo avere visitato la Cina durante il governo Conte 1 è tornato a Shangai da titolare della Farnesina il 4 novembre per la seconda edizione del China International Import Expo, il gran bazar dell' importazione cinese. Illuminanti le parole del ministro degli Esteri cinese, che lo ha accolto: «Lei ministro Di Maio è un nostro buon amico. Un politico giovane molto in gamba con una grande visione strategica».

thomas miao con virginia raggi all'inaugurazione del nuovo ufficio huawei di roma 5

 

E Di Maio ha risposto come se Pechino fosse il nostro principale alleato al posto di Washington: «Guardiamo alla Cina come un Paese che deve essere sempre più partner dell' Italia per lo sviluppo. L' adesione alla Via della Seta ha segnato un rafforzamento delle nostre relazioni». E senza neppure far finta di dire una parola sugli studenti di Hong Kong ha annunciato la prossima tappa della lunga marcia di avvicinamento alla Cina: «Il 2020, quando celebreremo il 50° anniversario delle nostre relazioni».

 

Geraci, Di Maio, Sequi - Presentazione della Via della Seta

Ieri su Repubblica è arrivata a Di Maio la stoccata di Joshua Wong, uno degli storici leader pro democrazia ad Hong Kong: «L' Italia deve stare attenta a non dipendere dagli interessi economici cinesi. () la Cina è nota per non rispettare le regole ed è tristemente nota per le violazioni dei diritti umani». L' opposizione si è scatenata da Fdi, che mercoledì chiederà lumi al governo in Parlamento, Fi e Lega.

 

luigi di maio xi jinping

Il vero tessitore dietro le quinte dei rapporti con la Cina è l' ambasciatore Ettore Sequi. Diplomatico di lungo corso con esperienza da prima linea in Afghanistan è stato per quattro anni a Pechino. Da settembre, con il nuovo governo Conte, è capo di gabinetto del ministro Di Maio alla Farnesina. Prima ancora aveva ricoperto lo stesso ruolo con Federica Mogherini e il suo successore Paolo Gentiloni, fino alla nomina in Cina nel 2015. Sequi è il vero trait d' union, fra governi diversi, con Pechino.

L'ARTICOLO SUL BLOG DI BEPPE GRILLO CHE NEGA LA REPRESSIONE CINESE DEGLI UIGURI

 

Grazie all' allora ambasciatore il colosso cinese CCCC si è avvicinato al porto di Trieste fin dalla visita dell' ex presidente del Friuli-Venezia Giulia, Debora Serracchiani, figura di spicco del Pd. Nel dicembre 2017 Serracchiani dichiarava convinta: «Le tappe della visita () hanno avuto al centro il tema dell' intera piattaforma logistica del Friuli Venezia Giulia () anche in relazione agli importanti impegni che i nostri due governi hanno raggiunto sul progetto della nuova Via della Seta».

 

luigi di maio xi jinping

E sempre nel 2017 Sequi aveva gestito il grande colpo dell' arrivo del premier Gentiloni in Cina al Forum «One Belt, One Road», il maxi progetto della nuova Via della Seta. Il presidente Xi è visibilmente soddisfatto e fa spuntare pure un tenore che intona «O sole mio».

 

paolo gentiloni con xi jinping al forum per la via della seta 3

Le basi del memorandum con l' Italia firmato dal governo Conte 1 erano state chiaramente tracciate dal Pd, ma quando arriva la firma Serracchiani prende le distanze. E il neo segretario Zingaretti, sostiene che nell' intesa con la Cina «uno degli errori del governo italiano è stato quello di essersi mosso «senza concertazione, o dialogo con altri paesi europei e anche in parte con gli Usa e di avere cercato una fuga in avanti». Giravolte da non credere, ma è Prodi a scendere in campo in difesa del memorandum Italia-Cina. Il 15 marzo dichiara: «Mi sembra che l' Italia debba svegliarsi e prendere la parte dei traffici verso Est. E non parlo solo di Cina».

 

Geraci, Di Maio, Sequi - Presentazione della Via della Seta

Assieme ai grillini uno dei politici più attivi nell' aprire le porte ai cinesi è stato l' ex sottosegretario in quota Lega dello Sviluppo economico, Michele Geraci, soprannominato «China man». Geraci è il fondatore della Task force Cina, che si proponeva «di potenziare i rapporti bilaterali». Non solo: prima di arrivare al governo «China man» scrisse sul blog di Grillo che dalla «Cina possiamo imparare qualcosa» anche sul tema «della sicurezza pubblica», si spera non in stile Tienanmen.

ettore sequi 1LUIGI DI MAIO INCONTRA BEPPE GRILLO A ROMA 6thomas miao con virginia raggi all'inaugurazione del nuovo ufficio huawei di roma 6thomas miao con virginia raggi all'inaugurazione del nuovo ufficio huawei di roma

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…