A PESCARA VA DI MODA LA CACCIA AI ROM - NON È BASTATO L´ARRESTO DEL NOMADE CHE HA ASSASSINATO CON DUE COLPI DI PISTOLA UN GIOVANE TIFOSO DELLA CURVA NORD, A PLACARE LA RABBIA DEGLI ULTRAS - CINQUE GIORNI DOPO L´OMICIDIO, I GIOVANI DI “FORZA NUOVA” A BRACCETTO CON QUELLI DELLA CURVA: I ROM PRESENTI IN CITTÀ O SONO IN FUGA OPPURE QUASI SOTTO SCORTA…

Giuseppe Caporale per "la Repubblica"

È scattata la caccia ai rom a Pescara: sassate contro le case, auto danneggiate, un corteo minaccioso bloccato dagli agenti della Digos e dagli stessi capi ultrà. Cinque giorni dopo l´omicidio che ha aperto la faida con il tifo organizzato, i rom presenti in città o sono in fuga oppure quasi sotto scorta. Ed hanno ancora più paura. Alcuni sono fuggiti in tutta fretta. Lo ha confermato il questore, Paolo Passamonti, dicendo: «Sono spariti, molti stanno chiusi in casa, altri stanno lasciando la città. Ma voglio ricordare che sono cittadini italiani a tutti gli effetti, con i loro diritti».

Non è infatti bastato l´arresto del nomade Massimo Ciarelli, che martedì scorso ha assassinato con due colpi di pistola il giovane tifoso della curva nord Domenico Rigante, a placare la rabbia degli ultras. Quasi duemila persone, ieri mattina, si sono radunate sotto il municipio per gridare contro le istituzioni. E non c´erano solo i giovani che frequentano la curva dello stadio Adriatico, ma anche mamme, operai e anziani. È stato il sindaco Luigi Albore Mascia a presentarsi alla folla e a raccogliere insulti e grida di dolore.

«Sindaco, voi avete paura. Li proteggete». E ancora: «Questi non pagano le tasse, rubano, dormono tutto il giorno. Molti di loro sono violenti, ma nessuno fa nulla». Il primo cittadino non è riuscito nemmeno a replicare per quanto forti e minacciosi erano i cori dei tantissimi ultras: «O li mandate via voi o ci pensiamo noi». È dovuto intervenire il padre della vittima, Pasquale Rigante, che dalle scalinate del municipio si è rivolto alla folla urlante chiedendo un comportamento diverso: «Vi ringrazio per quello che avete fatto, adesso però basta». Il suo intervento è servito a chiudere la mattinata di protesta, ma solo in parte.

Pochi minuti dopo un gruppo di duecento manifestanti capeggiati dal leader abruzzese di Forza Nuova, Marco Forconi, ha iniziato a marciare verso il quartiere di Rancitelli, zona abitata da diverse famiglie rom. Solo l´intervento della polizia e dei capi ultrà ha evitato il peggio. Anche se il primo cittadino di Pescara per placare gli animi ha annunciato di aver dato mandato per sfrattare i nomadi che occupano abusivamente le case popolari.

Ora c´è anche chi teme la reazione di alcune famiglie rom. Nei giorni scorsi Angelo Ciarelli, fratello del presunto killer - che ha da poco scontato una pena quindici anni per una rapina finita con l´omicidio del carabiniere Marino Di Resta - ha lanciato anche lui messaggi inquietanti. «La violenza chiama altra violenza» ha detto Angelo Ciarelli in un´intervista al quotidiano Il Centro.

«Se mio fratello risulterà colpevole, è giusto che paghi lui, ma a noi ci devono lasciare perdere. Noi non ce l´abbiamo con nessuno, non vogliamo litigare con nessuno e invece si sta innescando un clima pericoloso. Perché così, se continuano a minacciare le nostre donne, se continuano a tormentarci, se toccano i bambini, si rischia la guerriglia. Se mi toccano un figlio, parte la violenza».

Intanto, le indagini sull´omicidio vanno avanti e si scopre che su Massimo Ciarelli già pendeva una condanna per violenze mai scontata grazie all´indulto. Resta aperta la caccia ai complici. La sera della spedizione punitiva costata la vita a Rigante, Ciarelli non era solo. «Chi sa, parli» è l´appello del capo della mobile di Pescara Pierfrancesco Muriana. «Chi era presente nella casa racconti quello che ha visto».

Secondo quanto appurato dagli inquirenti, tra l´altro, l´omicidio non sarebbe stato un errore di persona. In un primo momento si era ipotizzato che il vero obiettivo della vendetta dei rom fosse il fratello gemello di Domenico, Antonio. Pare che invece Ciarelli quella sera stesse cercando tutti e due i gemelli, non in particolare Domenico. Colpa di alcuni litigi per futili motivi, rancori precedenti tra le due famiglie.

Dal carcere dove è stato interrogato il giovane, accusato di omicidio preterintenzionale e che per questo motivo rischia l´ergastolo, ha ripetuto di non aver mai voluto uccidere, che è stato un incidente. Portando come prova delle sue affermazioni il fatto di aver sparato al fianco.

 

 

PESCARA - MANIFESTAZIONE PER INVOCARE _TOLLERANZA ZERO_ CONTRO I ROML'ARRESTO DI MASSIMO CIARELLI ACCUSATO DELL'OMICIDIO DI DOMENICO RIGANTE

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…