virginia raggi e luigi di maio

VIRGI’ METTECE LA FACCIA – GRILLO E CASALEGGIO MOLLANO LA SINDACA. ORA DEVE CAMMINARE CON LE SUE GAMBE. SE CE LA FA – BRUTTA NOTIZIA PER DI MAIO: IL FUOCO AMICO M5S NON VEDE L’ORA DI IMPALLINARE TUTT’E DUE – LA RESA DEI CONTI INTERNA DOPO I BALLOTTAGGI – IL GRUPPO GRILLINO ALLA CAMERA E’ UNA TONNARA 

Andrea Arzilli e Emanuele Buzzi per il Corriere della Sera

 

Ha ricevuto la telefonata che forse potrebbe segnare un solco nella sua carriera politica nel primo pomeriggio mentre era al lavoro nel suo ufficio in Campidoglio, prima di incontrare i reali d' Olanda. Virginia Raggi ha ascoltato senza grandi sorprese le parole del suo legale sugli sviluppi giudiziari che la riguardano.

virginia  raggi e i rattivirginia raggi e i ratti

 

Un passaggio atteso, che non l' ha colta impreparata. «Va bene, andiamo avanti, non c' è nulla di cui vergognarsi», si sarebbe sfogata la sindaca con i suoi più stretti collaboratori. La strategia è già stata messa in cantiere da tempo: nessun segno di debolezza. «Metterci la faccia» è il mantra che ripetono i Cinque Stelle vicino a lei.

 

E subito è partita la controffensiva: prima il confronto tv a #cartabianca, oggi la conferenza stampa per il bilancio di un anno che «rischia di essere quasi monografica sull' inchiesta» (ironizza un pentastellato). «Peccato, coprirà tutto il lavoro che stiamo facendo», ha commentato la sindaca. Raggi dovrà dimostrare di essere in grado di camminare da sola, una prova di forza per rilanciare la sua immagine, certo, ma anche un modo per il Movimento di svincolarsi, di non legare troppo il proprio destino a quello della giunta capitolina.

 

CASALEGGIO RAGGICASALEGGIO RAGGI

E proprio in questo senso vanno lette le parole di Luigi Di Maio, che parlando della Capitale, ha lanciato ieri una frecciata: «Mi aspetto, come per tutti i sindaci del Movimento, che dal secondo anno in poi si possano fare quegli interventi e quegli investimenti che diano la percezione del cambiamento». Ma l' evoluzione giudiziaria del caso rischia di avere ripercussioni serie sul gruppo parlamentare. Gli ortodossi sono già pronti ad affondare il colpo.

 

«Ora ci divertiremo», dice un pentastellato. I falchi aspettano le prossime mosse per affondare (internamente) la sindaca ma anche il vicepresidente della Camera. «Questa situazione pesa, se degenera vedremo se avranno il coraggio di mantenere viva la giunta, ignorando i principi dei Cinque Stelle. E rischiando una frattura», confida un parlamentare.

 

RAGGI RIFIUTIRAGGI RIFIUTI

Ma si tenta di far buon gioco a cattiva sorte. Visi cupi a Montecitorio, ma le parole dalle prime linee vengono pesate con il contagocce. «Il nostro codice etico non prevede l' espulsione dal Movimento in caso di rinvio a giudizio», ricorda Roberto Fico all' Huffington Post . Tuttavia c' è chi sottolinea che «il falso non sia in linea con la trasparenza».

 

«Vedremo l' effetto sui ballottaggi - commenta sarcastico un parlamentare -: se ne vinceremo solo quattro su dieci dopo essere abituati a sfiorare l' en plein dovremo trarre conseguenze e prendere provvedimenti come accaduto nel 2014». I pragmatici dal canto loro ribadiscono che non c' è agitazione, che era una situazione conosciuta e che, anzi, si sono ridotte le accuse a carico della sindaca.

di maio virgultidi maio virgulti

 

«Ridimensionare il caso» è la logica del mainstream governista. Beppe Grillo e Davide Casaleggio hanno vissuto più in seconda linea, stavolta, l' evoluzione degli eventi che riguardano la sindaca. Il leader e l' imprenditore si sono sentiti. E si vedranno. «Non cediamo alla logica delle pressioni mediatiche», è stato il ragionamento dei due.

 

Ma si avverte la necessità di dare un segno (considerando anche i fermenti dell' ala ortodossa in pressing - per differenti motivi - su Grillo), di far sentire che il timone del Movimento non sta sfuggendo di mano. I rumors raccontano di un summit tra Grillo e Casaleggio imminente, forse già nelle prossime ore.

 

beppe grillo rocco casalino alla marcia di assisibeppe grillo rocco casalino alla marcia di assisi

Possibile che l' incontro si tenga a Milano, ma ancora più probabile una discesa di Grillo e Casaleggio già oggi nella Capitale: un modo per tastare con mano il clima capitolino. Per ora non sono previsti incontri con Raggi, ma la situazione potrebbe evolversi velocemente nelle prossime ore.

 

«Guardiamo oltre, non lasciamoci condizionare», è l' atteggiamento che sembra prevalere ma i vertici stanno mettendo a punto anche una exit strategy già studiata da tempo: se la situazione dovesse ingarbugliarsi ulteriormente sarà ancora una volta il blog a fare da baluardo. Saranno gli iscritti a scegliere il destino della sindaca e della sua giunta. E i vertici, in questo modo, distinguerebbero gli orizzonti di Roma e il futuro politico dei pentastellati.

 

ficofico

Ipotesi, scenari, ma la realtà è già guardare avanti. In serata ad Ardea, alle porte di Roma, Di Maio prova a mettersi alle spalle la nuova crisi romana e attacca i media. «Io ieri ho detto che noi siamo un movimento post ideologico. Non ci rifacciamo né alla destra né alla sinistra. Ho detto una cosa semplice e oggi cosa mi trovo sui giornali? Che siamo eredi di Berlinguer, della Dc e di Almirante... Ma andate a quel paese».

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA