VISCO AMA FARE IL CAPO DELL'OPPOSIZIONE? E IL GOVERNO LO TIENE IN FREEZER: MANCA ANCORA IL VIA LIBERA AI MEMBRI DEL DIRETTORIO. DA WASHINGTON: ''AUSPICO CHE IL PROCESSO SI CONCLUDA SENZA VETI NÉ OSTACOLI''. MA DA PALAZZO CHIGI NON GIUNGONO IMPULSI SUL NEO DIRETTORE GENERALE FABIO PANETTA, I VICE DANIELE FRANCO E ALESSANDRA PERRAZZELLI. NÉ SU LUIGI FEDERICO SIGNORINI, IN ATTESA DALL'11 FEBBRAIO. TUTTE LE RAGIONI DELLA MELINA…
Andrea Greco per “la Repubblica”
Passano i giorni e le nomine del direttorio della Banca d' Italia ridiventano un caso. Le istituzioni fremono e la maggioranza, in campagna elettorale, fa melina. Mancano 25 giorni al 9 maggio, data entro cui confermare nei nuovi incarichi quattro membri del collegio a cinque che guida la vigilanza. Tolto il ponte pasquale ci sono 15 giorni per chiudere l' iter. I tecnici segnalano che si potrebbe fare in tempo se il Consiglio dei ministri in agenda giovedì ne parlasse.
Ma da Palazzo Chigi, a più di due settimane da che il consiglio superiore Bankitalia ha recepito i nomi proposti dal governatore Ignazio Visco, non giungono impulsi di sorta sul neo direttore generale Fabio Panetta, e i vice Daniele Franco e Alessandra Perrazzelli. Né su Luigi Federico Signorini, altro membro in scadenza riproposto l' 11 febbraio. Ieri a Washington Visco ha detto: « Auspico che il processo si concluda regolarmente senza né veti né ostacoli.
C' è una norma molto chiara, dice che il consiglio superiore è deputato a decidere le nomine del direttorio escluso il governatore. Sono in attesa di risposta, è molto importante perché il direttorio operi a pieno regime, dato che i suoi membri svolgono funzioni fondamentali ». Visco non vede «ostacoli fondamentali, buona parte dei passaggi sono sostanzialmente formali » , e «le persone nominate sono di grande livello » .
ignazio visco sergio mattarella
Vicino a lui, Giovanni Tria ha detto: « Sono in attesa che mi venga chiesta la concertazione, penso che al più presto si andrà avanti » . Secondo la legge, Conte dovrebbe confrontarsi con Tria sulle nomine sentito il Cdm, così avanza il decreto che spetta al Quirinale approvare. Ai piani alti di Lega e M5s, però, permangono cenni di "non apprezzamento": sul metodo e sui nomi. Due mesi fa, alla scadenza di Signorini, Luigi Di Maio e Matteo Salvini chiesero «discontinuità per non confermare gli stessi nel direttorio dopo tutto quel che è accaduto » , riferendosi alla dozzina di crac bancari da fine 2015.
salvatore rossi, ignazio visco, valeria sannucci; vincenzo la via, federico signorini, fabio panetta
Ma dopo il rinnovo di Signorini il 28 marzo, al posto di Valeria Sannucci e Salvatore Rossi, lo stesso consiglio superiore ha chiamato il Ragioniere dello Stato Franco ( ex Bankitalia), e la ex dirigente di Intesa Sanpaolo e poi Barclays. Due nomi cui non mancano esperienza e competenza: ma i vertici di Lega e M5s ritengono che non esprimano quell' invito alla discontinuità, anzi siano organici: «Nomine fatte in casa », osserva un parlamentare leghista. Franco fu già criticato per le sue riserve sulla manovra 2018, mentre di Perrazzelli si lamenta la supposta vicinanza al Pd, qualche sostegno su twitter a Carlo Calenda e il passato in Intesa, primo quotista con il 24% del capitale Bankitalia.
La melina ha anche aspetti tattici, in vista della Commissione d' inchiesta bis sulle banche. Qui l' iter parte il 16 aprile con l' entrata in vigore della legge; ma molti ritengono che i nomi dei 40 parlamentari arriveranno a giugno, dopo le elezioni Ue. Già ora, però, l' accordo Lega-M5s sul senatore M5S Gianluigi Paragone come presidente agita le retrovie. Anche perché Paragone ha posizioni critiche sulle banche, non meno di Alberto Bagnai e Claudio Borghi, parlamentari che la Lega potrebbe accreditare.
ANTONIO PATUELLI GIOVANNI TRIA GIUSEPPE GUZZETTI IGNAZIO VISCO
Né la designazione, o gli auspici del Quirinale, hanno mitigato Paragone, che venerdì tuonava contro il ministro Tria dopo che il Tesoro socio di Mps ha votato no all' azione di rivalsa sui vertici Mps. La settimana prossima saranno almeno due i momenti di " confronto": l' incontro tra Conte e Tria e la protesta dei risparmiatori il 19. Sullo sfondo anche i delicati dossier per salvare Carige e Bari, dove servirebbe fattiva e rapida collaborazione del " sistema".
LUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTEdi maio conte salvini tria