VISCO SMENTISCE SACCOMANNI: “LA RIPRESA E' DEBOLE” - E APRE ALLA “BAD BANK DI SISTEMA”, UNA GARANZIA STATALE PER SALVARE LE BANCHE CATORCIO ITALIANE COI SOLDI DEI CONTRIBUENTI

Marco Palombi per "il Fatto Quotidiano"

Sono due le cose notevoli del discorso che il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, ha tenuto ieri mattina al ventesimo congresso di Assiom Forex. La prima non è una novità per il governatore, la seconda sì: Visco ha confermato che la ripresa economica resta "debole e incerta" e dunque vale la previsione di crescita dello 0,7 per cento per il 2014 già contenuta nel Bollettino di Bankitalia, ma ha anche aperto all'idea di una bad bank di sistema che sterilizzi i crediti deteriorati che affossano i bilanci delle banche italiane.

Partiamo dalla crescita. Anche se nei toni formali consoni al ruolo, il governatore ha ribadito una certa distanza dall'esecutivo sul tema ripresa: i trionfalismi interessati di Enrico Letta e Fabrizio Saccomanni sugli incerti segnali di fine della recessione non hanno convinto la banca centrale a sbottonarsi. Palazzo Koch insiste sul suo +0,7 per cento per quest'anno e dell'1 per cento nel 2015: numeri assai più contenuti rispetto al +1 e +1,7 per cento messi a verbale dal governo nel Documento di economia e finanza.

Non si tratta di un piccolo caso di scuola: dall'entità del Prodotto interno lordo dipende infatti quale sarà il suo rapporto con deficit e debito. Il responsabile politiche fiscali di Scelta civica, Enrico Zanetti, ne ricava una fosca quanto corretta previsione: "Se dovesse aver ragione Visco ci ritroveremo a dover varare una manovra correttiva tra i 20 e i 25 miliardi rispetto alla legislazione vigente e sarebbe un disastro". Ogni manovra di contrazione della spesa pubblica ha infatti quegli "effetti prociclici" su cui ieri si è soffermato anche il governatore di Banca d'Italia: in soldoni, le manovre economiche hanno effetti recessivi, spesso pesanti.

L'altra novità del discorso di Ignazio Visco è la sua apertura alla cosiddetta "bad bank di sistema" che metta in sicurezza i bilanci dei nostri istituti di credito accollandosi le sofferenze. Alcuni istituti i più grandi come Intesa e Unicredit - si stanno già attrezzando da soli: "Interventi che vanno nella giusta direzione", ha detto ieri il governatore, ma "interventi più ambiziosi, da valutare anche nella loro compatibilità con l'ordinamento europeo, non sono da escludere. Potrebbero, con costi moderati, rilasciare risorse da utilizzare per finanziare l'economia".

Tradotto: Visco sta adombrando una sorta di garanzia statale - come chiese Romano Prodi oltre un anno fa - da realizzare senza che questo incida sul livello del nostro debito pubblico. Roba complicata, in cui dovrebbe intervenire anche Cassa Depositi e Prestiti, ma necessaria come il pane per le banche di dimensioni medio-piccole. L'Abi, per il momento, rifiuta qualunque commento: "Non c'è alcuna trattativa. Chiedete al Tesoro e a Bankitalia".

 

Ignazio Visco VISCO E SACCOMANNI ALLA BANCA D ITALIA Federico Ghizzoni Unicredit Romano Prodi e Pierferdinando Casini GORNO TEMPINI

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