renzi franceschini

VOLETE SAPERE COME VA A FINIRE LA CRISI? SEGUITE LE ULTIME MOSSE DI FRANCESCHINI – SU-DARIO HA CAPITO CHE IL PD NON PUÒ IMPICCARSI AL NOME DI CONTE E RIAPRE IL DIALOGO CON RENZI. IL MOTIVO? UN NUOVO PREMIER PUÒ SBLOCCARE VARIE CASELLE PER PORTARLO AL COLLE. L’OBIETTIVO È QUELLO DI DIROTTARE FICO ALLA CORSA PER FARE IL SINDACO DI NAPOLI E GUALTIERI AL CAMPIDOGLIO - E TRA I DEM AUMENTANO LE SPACCATURE. CRESCE L’INSOFFERENZA VERSO BETTINI, RASPUTIN DI "ZINGA"...

Stefano Iannaccone per ilgiornale.it

 

giuseppe conte dario franceschini

Per la scalata al Quirinale si può anche sacrificare Giuseppe Conte e riannodare i fili del discorso con Matteo Renzi. Dario Franceschini, ministro dei Beni culturali, è indicato come il regista delle ultime ore per la formazione di un nuovo governo.

 

Un netto cambiamento di opinione in confronto a quella del 20 dicembre, quando si presentava come l’alfiere del presidente del Consiglio: “O Conte o voto anticipato”, tuonava, facendo imbufalire il leader di Italia viva. “Non è il Ribery della politica”, fu la replica, piccata, dell’ex Rottamatore.

 

Schermaglie prevedibili. Poi la crisi c’è stata davvero e una buona fetta del Partito democratico è disposta a tutto pur di scongiurare le urne. Trovando in Franceschini un punto di riferimento per il non voto. E facendo irritare, non poco, il segretario Nicola Zingaretti.

 

Lo stop alla tentazione di Zingaretti

RENZI FRANCESCHINI

Nelle ultime ore non è sfuggita una maggiore aggressività del presidente della Regione Lazio. “Ha già subito la nascita del Conte 2, ora non vuole assistere passivamente all’evoluzione di questa crisi. Anche al costo di forzare la mano sulle elezioni”, è il discorso che circola negli ambienti parlamentari. Anche per questo motivo ha espresso una posizione ufficiale intoccabile: pieno sostegno a Conte. Così ha spedito il suo principale stratega, Goffredo Bettini, a ribadire la linea pubblicamente: se non c’è la fiducia a Conte la prospettiva è il voto in tarda primavera.

 

“Non si capisce se sia tattica o cos’altro, ma è soltanto una solenne sciocchezza. I gruppi parlamentari vogliono lavorare sul Recovery plan e vogliono evitare in ogni modo le elezioni anticipate. Un governo bisogna farlo”, dice a IlGiornale.it un deputato dem. A tutti costi con Conte? “Per ora la posizione è questa”, è la chiusura. Aprendo la possibilità ad altri scenari.

goffredo bettini walter veltroni dario franceschini

 

Il quadro rende plasticamente le divisioni interne al partito di Largo del Nazareno. La corrente Base riformista, il nucleo dei renziani rimasti nel Pd come Luca Lotti e Lorenzo Guerini, non ha ancora aperto il fronte. Ma il deputato Alfredo Bazoli è andato in avanscoperta, twittando: “Bettini a nome di chi parla? E in quale veste? Così mi regolo”.

 

La realpolitik di Franceschini

Una posizione che consolida la strategia Franceschini, che di realpolitik parlamentare se ne intende, eccome. “Sicuramente Dario è il più abile a tessere accordi. Diciamoci la verità, in questo è un gigante rispetto agli altri interlocutori. Ed è l’unico che può prevedere l’imprevedibilità di Renzi”, spiega chi lo conosce. Per Franceschini la partita è fondamentale: può decidere il suo prossimo futuro. Inizialmente ha cercato di capire i margini per proporre Roberto Fico come premier incaricato: il passaggio a Palazzo Chigi avrebbe liberato il posto di presidente della Camera.

franceschini bettini

 

Ruolo istituzionale ambito dal ministro dei Beni culturali per poi lanciarsi nella corsa alla Presidenza della Repubblica. Il “no” di Fico ha riaperto i giochi, spostando l’attenzione sulle amministrative. L’obiettivo è quello di dirottare proprio Fico alla candidatura come sindaco di Napoli, sostenuto dall’alleanza giallorossa.

 

 

Occorre fare una moral suasion, le possibilità di successo sono comunque ritenute alte. Allo stesso tempo Franceschini sta lavorando per persuadere il a candidare Roberto Gualtieri al Campidoglio, proponendo un ministro dell’Economica più tecnico e di alto profilo europeo. Se non Mario Draghi, qualche figura molto stimata nell’Ue. L’obiettivo è quello di attirare un’ampia pattuglia centrista a supporto della maggioranza. E successivamente a fare manforte alla sua ambizione quirinalizia. Qui si incontra l’ostacolo principale: Giuseppe Conte. Qualsiasi allargamento del perimetro di maggioranza passa per il cambio di guarda alla presidenza del Consiglio.

 

Giuseppe Conte Lorenzo Guerini Dario Franceschini

Così c’è un altro elemento che gioca a vantaggio del capo delegazione del Pd nel Conte 2: aveva avvisato i naviganti sulla gravità della situazione a inizio dicembre. “Matteo questa volta sta facendo sul serio”, spiegava negli incontri privati. L’avvertimento non è stato preso preso in considerazione. Il presidente del Consiglio ha tirato dritto fino all’ultimo, finendo per schiantarsi contro la vana ricerca dei Responsabili. Uno svarione che non è stato molto digerito da molti parlamentari del Pd.

 

conte franceschini

E piano piano qualcuno lo sussurra. “Piaccia o meno, per una coalizione di centrosinistra bisogna dialogare con Renzi. Perché se non c’è lui bisogna confrontarsi con Mastella, non proprio Trotsky. Se Conte non riesce…”. Insomma, al di là dei pubblici elogi, nelle fila dem cresce il malcontento nei confronti di Conte, ritenuto tutt’altro che insostituibile.

STATI GENERALI FRANCESCHINIdario franceschini e michela di biasedario franceschini con la mascherina 2mattarella franceschini

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)