volodymyr zelensky discute con viktor orban al giuramento di javier milei

“ABBIAMO PARLATO CON MASSIMA SINCERITÀ E CHIAREZZE SUI NOSTRI AFFARI EUROPEI” – ZELENSKY RIVELA DI AVER AVUTO UNA CONVERSAZIONE "SINCERA" CON VIKTOR ORBAN A MARGINE DELLA CERIMONIA DI INSEDIAMENTO DEL PRESIDENTE DELL'ARGENTINA, JAVIER MILEI – L’UNGHERIA MINACCIA IL VETO ALLA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE EUROPEA DI FAR ENTRARE L’UCRAINA NELLA UE – ORBAN NON VUOLE INIMICARSI PUTIN: IL SUO PAESE È QUASI TOTALMENTE DIPENDENTE DALLE FORNITURE DI GAS E PETROLIO DA MOSCA – E VERSO KIEV PESA LA QUESTIONE DELLA MINORANZA UNGHERESE IN UCRAINA: SI TRATTA DI 100 MILA PERSONE CHE…

volodymyr zelensky discute con viktor orban al giuramento di javier milei 3

 

UCRAINA-UNGHERIA: ZELENSKY, CON ORBAN ABBIAMO AVUTO IERI UNA CONVERSAZIONE "SINCERA"

(Agenzia Nova) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha avuto una conversazione "sincera" con l'omologo ungherese Viktor Orban a margine della cerimonia di insediamento del presidente dell'Argentina, Javier Milei, svoltasi ieri. Lo ha detto lo stesso Zelensky nel suo videomessaggio serale. "Abbiamo parlato con massima sincerità e chiarezze sui nostri affari europei", ha affermato il leader ucraino.

 

L’AMICO DI PUTIN

Estratto dell’articolo di Luigi Ippolito per il “Corriere della Sera”

 

abbraccio tra volodymyr zelensky e javier milei

[…] Questa settimana ci si appresta a un tornante decisivo: il vertice a Bruxelles dell’Unione europea che deve dare il via all’adesione di Kiev alla Ue e sbloccare 50 miliardi di fondi per il sostegno alla causa ucraina. Ma a mettersi di traverso è proprio l’Ungheria, che da settimane minaccia il veto: «È chiaro che la proposta della Commissione europea per l’accesso dell’Ucraina alla Ue è infondata e mal preparata», ha tuonato su X (Twitter) il primo ministro di Budapest, Viktor Orbán.

 

Lui è visto da più parti come la quinta colonna in Europa della Russia putiniana: ma dietro la posizione ungherese si cela un groviglio di ragioni storiche, economiche e psicologiche che occorre provare a sbrogliare se si vuole evitare il fallimento di un summit che vorrebbe essere di portata epocale.

 

abbraccio tra volodymyr zelensky e javier milei 2

Già la relazione di Budapest con Kiev è complessa: storicamente buoni dopo l’indipendenza dell’Ucraina, i rapporti si sono guastati a causa della questione della minoranza ungherese, forte di almeno 100 mila persone. Il governo di Orbán accusa le autorità ucraine di aver conculcato i diritti della comunità magiara, che loro considerano parte integrante della nazione e che non vuole finire assimilata. Dunque il conflitto russo-ucraino è visto innanzitutto attraverso questo prisma: «Tocca le nostre vite più che una semplice guerra in un Paese vicino», spiega il vice-ministro degli Esteri di Budapest, Levente Magyar.

 

viktor orban e vladimir putin

Ma c’è di più: «L’Ucraina non è pronta per i colloqui di adesione — aggiunge Magyar —: è un Paese in guerra, in crisi, il momento non è maturo». «A Kiev non c’è una democrazia funzionante — rincara la dose Janos Boka, ministro per gli Affari europei — hanno rinviato le elezioni, non hanno una stampa libera». «L’Ucraina non soddisfa nessuno dei criteri della Ue», sintetizza lapidario Zoltan Kovacs, segretario per le Relazioni internazionali del governo. Ma soprattutto, conclude Boka, «l’ingresso di Kiev nella Ue non porterà stabilità, porterà invece la guerra in Europa».

viktor orban e vladimir putin 2

 

Dietro le ragioni pratiche e politiche, si scorge però la questione inaggirabile del legame con la Russia. I rapporti fra Budapest e Mosca non sono mai stati semplici, la memoria dell’invasione sovietica del 1956 è più che viva nella coscienza collettiva […] l’Ungheria quasi totalmente dipendente dalle forniture di gas e petrolio da Mosca […] Per questo Orbán è accusato di essere il burattino di Putin, così da incontrarlo in maniera tanto calorosa quanto controversa due mesi fa a Pechino. […]

 

vladimir putin viktor orban 4

Eppure è tutto il giudizio sul conflitto russo-ucraino a essere assai diverso da quello […] che prevale in Polonia o nei Paesi baltici: gli ungheresi non lo percepiscono come una minaccia diretta ed esistenziale, lo vedono come un conflitto locale […] a Budapest danno voce esplicitamente a quella stanchezza che comincia ormai a serpeggiare anche in Occidente […] Per gli ungheresi occorre trovare una soluzione al più presto per fermare il bagno di sangue, perché secondo loro «non esiste una soluzione militare al conflitto»

volodymyr zelensky discute con viktor orban al giuramento di javier milei volodymyr zelensky discute con viktor orban al giuramento di javier milei 2

 

[…] «Chiediamo negoziati senza precondizioni — indica Levente Magyar — perché ogni accordo è meglio della guerra: anche noi in passato abbiamo rinunciato a parte dei nostri territori», come accadde alla fine della Prima guerra mondiale, quando l’Ungheria venne amputata dei due terzi. […]

volodymyr zelensky discute con viktor orban al giuramento di javier milei 5

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…