MA QUALE “EQUIDISTANZA” /1 - XI JINPING È IL PRINCIPALE ALLEATO DI PUTIN NELLA GUERRA IN UCRAINA, INSIEME ALL’IRAN – LA CINA HA BLOCCATO L’EXPORT DI COMPONENTI PER DRONI: UNA MOSSA CHE DI FATTO PENALIZZA L’UCRAINA, CHE GRAZIE A QUEI PEZZI POTEVA COSTRUIRE VELIVOLI SENZA PILOTA A BASSO COSTO – PER MOSCA NON CI SONO CONSEGUENZE: L’ALLEANZA MILITARE CON PECHINO PROCEDE A GONFIE VELE. L’ULTIMA INTESA RIGUARDA IL DRONE DA ATTACCO “HARPY”, ISPIRATO AGLI IRANIANI SHAHED, CHE LA RUSSIA GIÀ USA (A PROPOSITO DI GUERRA MONDIALE A PEZZI: DA UCRAINA A ISRAELE, IL FRONTE È UNICO E GLI SCHIERAMENTI CHIARI…)
Estratto dell’articolo di Federico Fubini per il "Corriere della Sera"
XI JINPING ABBRACCIA VLADIMIR PUTIN
Da qualche settimana, un comunicato del governo di Pechino sta sottilmente deviando la traiettoria della guerra fra l’Ucraina e la Russia. All’inizio i suoi effetti erano quasi impercettibili eppure, con il passare dei giorni, sta spostando gli equilibri a favore del Cremlino rafforzando la scelta di campo della Cina dalla parte di Vladimir Putin.
L’innesco è stato l’«annuncio numero 31»: affidato al ministero del Commercio e alla Commissione militare centrale, si tratta di un editto sull’«ottimizzazione e l’aggiustamento delle misure di controllo dell’export dei veicoli aerei senza pilota».
Con quei pochi paragrafi, la Cina riduce di colpo la capacità dell’Ucraina di fabbricare droni da guerra proprio mentre rafforza la cooperazione con la Russia […]. La pubblicazione dell’«annuncio» è del 31 luglio, ma gli effetti sono operativi dal primo settembre: Pechino sottopone a controlli strettissimi le autorizzazioni all’export di motori, esplosivi, telecamere, laser, sistemi radio, trasmettitori e altre parti di cui sono fatti i droni da guerra.
L’obiettivo […] sarebbe mettere a tacere le proteste dell’amministrazione americana, che accusa Pechino di alimentare l’apparato militare-industriale di Mosca. L’impatto concreto invece è opposto: la Cina è oggi il principale […] produttore al mondo di componenti per droni […] ma il divieto di fatto all’esportazione di quei pezzi danneggia solo Kiev.
Negli ultimi due anni l’Ucraina è diventata […] «il leader mondiale nei droni da combattimento». Dal febbraio del 2022 sono nate nel Paese circa 250 imprese, che producono circa due milioni di droni l’anno per l’esercito: dai piccoli […] kamikaze da 300 euro a pezzo, a bombardieri da 25 mila euro che sganciano grossi carichi esplosivi, a mini-aerei da ricognizione da 200 mila euro.
IL DRONE SUPERSONICO CINESE WZ-8
Tutti o quasi dipendevano dalle forniture cinesi, per quanto ciò sia paradossale mentre il governo di Pechino continua a fornire l’assistenza decisiva per lo sforzo di guerra russo: da un lato i cinesi finanziano e alimentano di strumenti ad uso militare per l’aggressore, dall’altro vendevano componenti di difesa (almeno) per molte centinaia di milioni di dollari all’aggredito. Ora però non più.
Riconosce Anna Gvozdiar, viceministro di Kiev per le Industrie strategiche […]: «Dipendiamo dai cinesi […], il loro mercato è grande e a buon mercato». La stretta sul commercio di componenti sta già avendo degli effetti: “Le importazioni dalla Cina sono rallentate — dice Gvozdiar — ed è senz’altro una sfida per noi. Ma stiamo già sviluppando un’industria locale anche di componenti».
[…] Per la Russia in particolare l’«annuncio numero 31» non sembra avere effetti. Negli ultimi giorni sia Reuters che Bloomberg hanno riferito di un accordo sino-russo […] per un nuovo drone da attacco, chiamato «Harpy», da produrre con componentistica cinese in entrambi i Paesi. Dal lato di Mosca sarebbe coinvolta l’azienda di Stato Almaz-Antey. «Harpy» sarebbe ispirato al modello degli iraniani Shahed, che la Russia usa già sistematicamente.
vladimir putin e xi jinping a pechino
Il progetto non è mai stato ammesso ufficialmente, ma il 25 settembre la Casa Bianca ha espresso la sua preoccupazione in proposito e ha criticato Pechino.
Ora ai produttori ucraini non resta che trovare componenti altrove sul mercato mondiale, al più presto. Stanno arrivando forniture da vari Paesi europei, ma si tratta di triangolazioni su acquisti precedenti dalla Cina; anche quelle sono destinate a ridursi tra non molto. Per questo l’Ucraina sta guardando a fornitori più costosi quali Taiwan, la Corea del Sud e l’India.
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