LA ROMA DEI GIUSTI - FINALMENTE BOTTE E BOTTE E ANCORA BOTTE. FINO A QUANDO QUESTO “MANI NUDE” RIMANE CHIUSO NELLA NAVE GALERA DOVE ALESSANDRO GASSMAN, NEL RUOLO DI MINUTO (PERCHÉ TI CORCA IN UN MINUTO), ALLENA GIOVANI SENZA FUTURO A GARE CLANDESTINE DI BOXE A MANI NUDE, IL FILM HA UNA BELLA FORZA. E’ QUALCOSA DI STRANO, DI NON VISTO NEL NOSTRO CINEMA. LE COSE FUNZIONANO MENO QUANDO IL FILM SCENDE DA QUESTA SITUAZIONE FANTASCIENTIFICA - MA ALLA FINE SI VEDE, NON ABBIAMO PIÙ FILM DI QUESTO TIPO IN ITALIA… - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
Finalmente botte e botte e ancora botte. Fino a quando questo “Mani nude” scritto e diretto da Mauro Mancini, tratto dal romanzo di Paola Barbato, rimane chiuso nella nave galera dove Alessandro Gassman, nel ruolo di Minuto (perché ti corca in un minuto), allena giovani senza futuro a gare clandestine di boxe all’ultimo sangue a mani nude, il film ha una bella forza. E’ anche qualcosa di strano, di non visto nel nostro cinema.
Perché non capiamo a cosa porti tutto questo sangue da gladiatori del 2000. Ma tutto funziona. Funziona il Minuto di Gassman, durissimo, che manda i ragazzi al massacro. Funziona il biondino Davide/Andrea/Bazafa di Francesco Gheghi, già visto nel precedente film di Mancini, “Non uccidere”, misteriosamente rapito per combattere in queste gare mortali. E il gran burattinaio Renato Carpentieri, vestito di bianco, con un occhio altrettanto bianco, che sembra dominare tutto, anche Minuto.
Per non parlare dell’ambientazione misteriosa. Le cose, ma era ovvio, funzionano meno quando il film scende da questa situazione fantascientifica e Minuto e Bazafa, cioè Gassman e Gheghi si ritrovano a vivere nella normalità. Minuto lava le macchine, Bazafa taglia gli alberi di alto fusto, si innamora pure. E funziona meno anche la spiegazione finale con grande flashback del perché è capitato questo a Bazafa/Davide/Andrea e cosa lega i due uomini.
Mancini e Gassman, al loro secondo film insieme, mettono in scena un cinema italiano muscolare, una volta tanto, violento e fuori dalle regole. Ma quando poi si devono fare i conti con la realtà il racconto cede. Forse non avevamo davvero voglia di spiegazioni, questi ultimi anni di revenge movie e stravaganze violente varie ci ha reso spettatori che vogliono solo botte. E botte.
Ma il film si vede e Francesco Gheghi, che avevamo apprezzato molto come picchiatore neofascista in “Familia”, ha una bella grinta. E le due ragazze, Fotinì Peluso e Giordana Marengo hanno ruoli piccoli ma efficaci. E poi non abbiamo più film di questo tipo in Italia.
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