“APOCALYPSE MURDOCH” DI GLAUCO BENIGNI, 14° PUNTATA - DOPO LA DELUSIONE DELLA WARNER, IL COLPACCIO NEGLI STATES: L’ACQUISTO DELLA 20TH CENTURY FOX - LA “CASUALE” ACQUISIZIONE DI METROMEDIA - I SOLITI PROBLEMI CON LE LEGGI FEDERALI E L’AMICIZIA PREZIOSA CON REAGAN: MURDOCH DIVENTA AMERICANO MA DEVE RINUNCIARE AI GIORNALI DI NEW YORK E CHICAGO E ALLE TV AUSTRALIANE - LE BANCHE LO GRAZIANO SUI DEBITI…

Videoblog di Glauco Benigni
http://www.youtube.com/user/glaucobenigni/featured

Il libro è acquistabile online
http://www.bandashop.it/product.php?id=18

ALLORA COMPRO LA FOX...
PRIMAVERA 1985 - Dopo essersi leccato le ferite subite nella fallita scalata alla Warner; serrato in un pendolarismo quasi senza tregua fra l'ingrata Inghilterra (dove è in corso il braccio di ferro con le Unions) e l'ostile America; allietato unicamente dalle rarissime soste in Australia (terra che lo accoglie sempre e comunque come un eroe nazionale); Murdoch torna di nuovo alla ribalta con un vero e proprio colpaccio.

Annuncia, non senza nascondere una certa soddisfazione, di aver acquistato da Marvin Davis, il petroliere di Denver, il 50% della gloriosa casa cinematografica 20th Century Fox per 250 milioni di dollari. È una cifra, tutto sommato, abbastanza contenuta se pensiamo agli 1,2 miliardi di dollari sborsati in quello stesso anno da Ted Turner per l'acquisto della Mgm. La Fox sta attraversando un periodo disastroso. Il suo ultimo successo al botteghino risale a Guerre stellari di George Lucas, e da allora non ha fatto che collezionare un flop dietro l'altro.

Per Murdoch si tratta di un postumo coronamento del suo sogno, ma soprattutto di una tappa obbligata per costituire negli Usa una compagnia di entertainment in grado di competere sia con la costellazione delle reti Tv locali sia con i colossi nazionali quali Nbc, Cbs e Abc. Ciò che non gli era riuscito con la Warner gli riesce ora con la Fox: finalmente può accedere a una delle stanze del tesoro, una cineteca di 2500 film più le produzioni televisive di successo come Fame, Mash e molte altre.

L'accordo inoltre non è costato grande sofferenza. Fra Murdoch e Davis si è trattato, almeno apparentemente, di un amore a prima vista. E infatti, quando in seguito, voci maligne di Wall Street riferiscono che sono già ai ferri corti, in realtà i due stanno acquistando insieme la Metromedia, una compagnia che raggruppa sette fra le più importanti stazioni televisive indipendenti americane. Si alzano le puntate. Costo dell'affare: 2 miliardi di dollari del 1985.

Sono trascorse soltanto sei settimane dall'entrata alla Fox del Gran Mogol. In una conferenza stampa Murdoch dichiara, com'è nel suo stile, che si è trattato di mera casualità. Di ritorno da un viaggio in Cina, dove si era recato per trattare l'installazione di un Centro Comunicazioni a Pechino (40 milioni di dollari la spesa prevista), fa una puntatina agli studi della Fox, tanto per vedere come sono fatti. Destino vuole che negli uffici si trovi in quel momento anche John W. Kluge, proprietario della Metromedia. I due fanno conoscenza, parlano un poco e poi «il resto venne da sé», parole di Murdoch.

Noi siamo più propensi a credere che dietro questa operazione ci sia invece lo zampino e l'intuito geniale di Barry Diller, una sorta di redivivo Irving Thalberg, strappato da Davis alla Paramount a suon di miliardi. Diller è fra i manager più pagati d'America e incaricato prima di risollevare le tristi sorti della Fox e ora anche di creare le basi per la costruzione del quarto network Usa di respiro nazionale: Fox Television. Perché, in definitiva, è questo uno degli obiettivi di Murdoch.

Ora possiede programmi e anche reti Tv per trasmetterli: Metromedia raggiunge nel suo complesso 14,5 milioni di abitazioni, vale a dire il 18% dell'audience americana. Non solo: l'integrazione Fox/Metromedia consente di realizzare un potenziale di penetrazione enorme. Le Tv americane sono affamate di programmi e almeno un centinaio di stazioni locali sono potenziali clienti di Murdoch.

Infine c'è una giustificazione ulteriore: Murdoch ha ora la possibilità di rifornire di programmi la sua Sky Channel, la Tv via satellite che emette da Londra sull'Europa del Nord, il che stimola l'appetito degli inserzionisti pubblicitari sempre in caccia di consumatori spendaccioni nei bacini occidentali.

A una delle corse più importanti di fine secolo Murdoch si presenta ora al nastro di partenza finalmente in pole position, anche se nei suoi box la situazione è tesa. Innanzitutto, con l'operazione Metromedia, il «bucaniere» si scontra con le leggi federali che regolano il possesso dei mass media, in particolare quelle riguardanti gli stranieri e le norme antitrust. Dopo alcuni incontri con la Commissione Federale delle Comunicazioni (Fcc), Murdoch si rende conto di poter contare su deroghe e trattamenti di favore, ma solo per un certo lasso di tempo entro il quale deve regolare la sua posizione.

In ogni caso alla Casa Bianca c'è il suo amico Ronald Reagan (1981-1989) e ciò conta. Una mossa seria però bisogna farla e così, nel settembre del 1985, con una breve cerimonia presso la Corte Distrettuale di New York, Rupert Murdoch diventa cittadino americano: «Sono d'altronde undici anni che pago le tasse in questo Paese», commenta, non senza una certa acredine. Ora non gli rimane che affrontare il secondo scoglio, il più doloroso: la vendita dei giornali che escono nelle stesse città in cui sono situate le stazioni Metromedia: New York e Chicago.

Fortunatamente per questo c'è ancora tempo e i compratori abbondano. Con la cittadinanza americana però diventa uno «straniero in patria». In Australia infatti nel 1981 era stata approvata una legge, passata sotto il nome di «emendamento Murdoch», analoga a quella americana. È costretto allora a vendere le reti Tv di Sydney e Melbourne, ma grazie alle sue potenti amicizie politiche riesce a rallentare tutta la procedura. L'ex-aussie non è ancora soddisfatto però.

Nell'autunno dello stesso anno Marvin Davis si ritira dalla Fox e Murdoch rileva il suo 50% per 325 milioni di dollari, diventando padrone assoluto della casa cinematografica. L'intera operazione gli è dunque costata complessivamente 575 milioni di dollari, quasi 1000 miliardi di vecchie lire (al cambio del 1985). Se Shakespeare avesse chiesto a Rupert Murdoch di quale sostanza sono fatti i sogni, forse avrebbe ottenuto questa risposta: «Dei sogni so solo che si nutrono di verde... il colore dei dollari».

Murdoch ha sognato un'espansione frenetica e l'ha avuta. La posta in gioco è alta e certamente aumenterà nei prossimi dieci anni. Talvolta si ha l'impressione che il suo stesso sogno vada alla deriva, governato da eventi e coincidenze incontrollabili. Il tycoon non ha rimpianti, ma ora è solo e fuori dal Commonwealth.

L'operazione Fox-Metromedia gli ha conferito fama e potenza in Usa, ma basteranno? In uscita ci sono adesso 1,5 miliardi di dollari da investire. È vero che sulla carta le entrate della News Corporation potrebbero aumentare del 50% e gli utili di gestione del 20%, ma nel frattempo i debiti della compagnia sono raddoppiati. Ecco a cosa si riferiva il rivale Maxwell quando in una conferenza stampa a Cannes affermò: «Io non me la sentirei di vivere i sogni di Murdoch».

Come dorme Rupert fra le braccia della sua seconda moglie Anna, non ci è dato sapere. Sì, certo, sappiamo che l'uomo non ha tempo per leggere poesie seduto com'è al centro del Monopoli dei mass media. Ecco dunque perché quella testarda battaglia coi poligrafici inglesi. La già citata battaglia di Fort Murdoch, assume un significato rappresentato anche da un numero preciso: 70 milioni di dollari all'anno risparmiati. Hanno un senso allora le «vendite a ogni costo» dei suoi tabloid, le finte scalate alle società per poi ritirarsi con dei lucrosi benservito come nel caso della Warner e della St. Regis. Eppure non basta.

Non basta mai. Abbiamo già detto come tutte le operazioni finanziarie di Murdoch siano state possibili grazie alle banche. Nel 1984 il suo debito è modesto: 400 milioni di dollari. L'anno successivo raddoppia. Per pagare la Metromedia e poi l'altro 50% della Fox, Murdoch negozia allora un prestito con la Citycorp di 670 milioni di dollari. È il rafforzamento di un asse sul quale poggeranno molte imprese del futuro.

La banca però gli impone la condizione dell'inadempienza, qualora il debito della compagnia superi del 10% il valore dell'assett totale. Per limitare gli interessi passivi Murdoch cerca di convincere gli azionisti della Metromedia a cedere le loro azioni in cambio di azioni privilegiate di una nuova compagnia che sta creando, la Fox Television. Ciò non toglie che comunque gli occorrano prestiti per altre centinaia di milioni di dollari. Ma le banche si fidano di lui - o meglio si fidano della solidità della News Corporation - e, in ogni caso, Murdoch si è dichiarato disposto, se le necessità lo richiedessero a vendere il suo 8,5% della gloriosa agenzia Reuters e il 50% della Ansett, una compagnia aerea australiana privata.

14/Continua...

APOCALYPSE MURDOCH - PRIMA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dagospia-presenta-apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-ogni-settimana-due-miliardi-di-persone-leggono-38253.htm

APOCALYPSE MURDOCH - SECONDA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dagospia-presenta-apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-2-puntata-chi-ha-finanziato-lo-squalo-38304.htm

APOCALYPSE MURDOCH - TERZA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dagospia-presenta-apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-3-puntata-il-clan-dei-murdoch-attraversa-38422.htm

APOCALYPSE MURDOCH - QUARTA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dagospia-presenta-apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-4-puntata-squalo-sul-lavoro-pesce-lesso-38486.htm

APOCALYPSE MURDOCH - QUINTA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-5-puntata-la-terza-moglie-wendi-deng-che-ha-38535.htm

APOCALYPSE MURDOCH - SESTA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-6-puntata-lo-squalo-compare-in-116-mln-di-38596.htm

APOCALYPSE MURDOCH - SETTIMA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-7-puntata-il-pulcino-che-divenne-un-cane-terrier-laustralianism-di-rupert-38667.htm

APOCALYPSE MURDOCH - OTTAVA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dagospia-presenta-apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-8-puntata-lodio-di-ted-turner-fondatore-38720.htm

APOCALYPSE MURDOCH - NONA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-9-puntata-quando-blair-chiam-prodi-per-permettere-a-38760.htm

APOCALYPSE MURDOCH - DECIMA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-10-puntata-come-inizi-tutto-il-melbourne-herald-il-38823.htm

APOCALYPSE MURDOCH - UNDICESIMA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-11-puntata-1968-un-canguro-alla-conquista-di-londra-38941.htm

APOCALYPSE MURDOCH - DODICESIMA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-12-puntata-durante-lo-scandalo-watergate-murdoch-sceglie-la-39263.htm

APOCALYPSE MURDOCH - TREDICESIMA PUNTATA
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/apocalypse-murdoch-di-glauco-benigni-13-puntata-i-primi-fallimenti-negli-usa-a-causa-39374.htm

 

RUPERT MURDOCH CON IL SUN A TRENTATRE ANNI DI DISTANZACentury Fox TelevisionRUPERT MURDOCH metromedia logoRUPERT E WENDI MURDOCH CON LE FIGLIE RUPERT MURDOCHRonald Reaganrupert murdoch 50RUPERT E WENDI DENG MURDOCHrupert murdochRupert Murdoch

Ultimi Dagoreport

veronica gentili alessia marcuzzi roberto sergio giampaolo rossi myrta merlino

A LUME DI CANDELA - “QUESTO PROGRAMMA NON È UN ALBERGO”: AI PIANI ALTI DI MEDIASET SI RUMOREGGIA PER LE FREQUENTI ASSENZE DI MYRTA MERLINO A “POMERIGGIO CINQUE” (LE ULTIME RICHIESTE: DUE GIORNI A MARZO E PONTE LUNGHISSIMO PER PASQUA E 25 APRILE) – VERONICA GENTILI ALL’ISOLA DEI FAMOSI: È ARRIVATA LA FUMATA BIANCA – IL NO DI DE MARTINO AGLI SPECIALI IN PRIMA SERATA (HA PAURA DI NON REPLICARE IL BOOM DI ASCOLTI) – CASCHETTO AGITATO PER LE GAG-ATE DI ALESSIA MARCUZZI - LO SHAMPOO DELLA DISCORDIA IN RAI - IL POTENTE POLITICO DI DESTRA HA FATTO UNA TELEFONATA DIREZIONE RAI PER SOSTENERE UNA DONNA MOLTO DISCUSSA. CHI SONO?

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…