Dagoreport
ALESSANDRO GIULI - VITTORIO SGARBI - MORGAN - MAXXI
La destra al potere dice addio a Braveheart e indossa i panni di Don Abbondio. La vicenda Sgarbi dimostra l'evoluzione antropologica dell'homo melonianus. Essì, un conto è stare all’opposizione col 4%, reietti nei tombini di via della Scrofa a fare il saluto romano, un’altra storia spaparanzarsi a Palazzo Chigi col 30.
La mistica del coraggio, la suggestione del 'cuore oltre l'ostacolo', argomenti che hanno costituto l'archetipo virile del maschio di destra, sono stati prima sbianchettati e infine polverizzati. Ora si sta al governo e la parola d'ordine è: non épater les bourgeois, siamo conservatori e non rompete i cojoni alla manovratrice. Altro che D'Annunzio con Eia Eia alalà!
Alessandro Giuli, anonimo giornalista politico di Libero e Il Foglio spacciato per raffinatissimo intellettuale di destra e messo alla presidenza di un museo d’arte contemporanea di cui non distingue la cornice dal quadro, pur di non infastidire la Ducetta chiede scusa e molla badoglianamente il vecchio Sgarbone ai suoi guai con la prostata.
E dire che una volta, primi anni ‘90, c’era il prode camerata Alessandro Giuli che marciava per le strade di Roma al passo dell'oca nelle file di Meridiano Zero, gruppuscolo di estrema destra che si rese protagonista di violenti scontri contro i movimenti di estrema sinistra.
Altro che il mussoliniano ardore: "Se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi", Adesso, calzato il gilè damascato e il sorriso prestampato, Giuli può rinculare quanto vuole, tanto non resterebbe più nessuno a ucciderlo impegnati tutti come sono a creare una controegemonia di destra allietata di signorsì e “tutto va ben madama la marchesa del Grillo”. Massì, il potere logora anche chi ce l’ha...
ALESSANDRO GIULI - VITTORIO SGARBI - MORGAN AL MAXXI