Simone Di Meo per “la Verità”
Sarebbe interessante conoscere quali sono le regole d' ingaggio per vestire la giubba della psicopolizia giallorossa, quella Gestapo del pensiero critico che Palazzo Chigi ha voluto allestire in tutta fretta ufficialmente per dare la caccia ai «discorsi d' odio» sul Web, servendo in realtà da formidabile strumento di repressione del dissenso. E che annovera, in qualità di Feldmarschall, anche l' esperto di giornalismo digitale Massimo Mantellini.
Uno che, stando agli standard dei Ghostbusters del rancore, potrebbe tranquillamente finire imputato davanti al tribunale delle rette coscienze per quello che egli stesso ha cinguettato, tutto allegro, dall' alto del suo profilo Twitter. Lui probabilmente si difenderebbe appellandosi all' ironia, ma - per dirla con Friedrich Nietzsche - «non con l' ira ma col riso s' uccide».
E allora, leggiamo qualche Mantellini-pensiero. «Ve la meritate la Brexit, razza di idioti», ha scritto il 12 dicembre scorso. Per poi tornarci oltre un mese dopo (31 gennaio) con quell' eleganza e quell' humor che fanno tanto englishman. «Oggi è il giorno di Brexit. Gli inglesi sono sempre stati dei coglioni e come è noto alla natura non si comanda. Ma erano i nostri coglioni. Che dispiacere perdervi, amici».
E, sempre in tema di politica estera, ricordiamo: «Tra pochi minuti parla Trump. Speriamo abbia preso le goccine» (3 gennaio) e «I tempi per bannare Donald Trump da Twitter mi parrebbero definitivamente giunti» (8 gennaio). Mica male per uno che dovrebbe fare il guardiano dell' amore online. Volete qualcosa su Coronavirus? Eccovi accontentati. «Il primo asiatico che incrocio lo chiudo in uno sgabuzzino. Così, per sicurezza» (30 gennaio). Che ridere.
Capitolo donne. Paragrafo Junior Cally, quello che cantava «Questa non sa cosa dice, porca tro*ia, quanto chiacchiera? L' ho ammazzata, le ho strappato la borsa, c' ho rivestito la maschera» e che si esibirà sul palco dell' Ariston su invito di Amadeus: «Se proprio devo scegliere fra un rapper improbabile che scrive testi orrendi e una schiera di vecchi patetici reazionari che gli si scagliano contro tutti assieme per impedirgli di andare a Sanremo, scelgo i testi orrendi» (19 gennaio).
Sottoparagrafo signore di una certà età, stesso giorno (evidentemente Mantellini era ispirato): «Fu un errore posare per Playboy dice oggi Iva Zanicchi a Cazzullo. E nessuno che si alzi e dica: Mi scusi signora ma è stato 42 anni fa!». In tempi di riforma della giustizia targata Alfonso Bonafede, l' esperto di tecnologia pretende evidentemente la prescrizione del pentimento.
E vogliamo perderci la ormai leggendaria reazione di Bergoglio nei confronti della fedele che gli aveva trattenuto la mano? Scrive Mantellini: «Il Papa stava per dare un pugno in bocca a una tizia. Poi purtroppo alla fine si è trattenuto e ha optato per due scappellotti sulla mano» (1 gennaio). «Purtroppo» che cosa vorrà mai significare, rammarico per il mancato knockout pontificio? E che dire del tweet geriatrico sulla scomparsa di Giampaolo Pansa?
«È morto un giornalista molto noto in piena attività, aveva appena cambiato giornale. Aveva 84 anni. Ne traccia un ritratto oggi in prima pagina un altro giornalista in grande attività che di anni ne ha 95».
Quest' ultimo, per chi non lo avesse capito, è Eugenio Scalfari che il 14 gennaio scorso, due giorni dopo la dipartita del cronista di Casale Monferrato, aveva scritto un articolo intitolato «Quando lo portai a Repubblica».
Domanda a Mantellini: che facciamo coi vecchi, gli togliamo la macchina per scrivere dalle mani? E se qualcuno, tra qualche anno, dicesse così di lui, il segretario dell' opinione dominante lo denuncerebbe alla sua psicopolizia?