inge feltrinelli

INGE FELTRINELLI: “GIANGIACOMO SAPEVA DI GLADIO E FU UCCISO. COME PASOLINI” - L CORTEGGIAMENTO DI HEMINGWAY E DI PICASSO, JOHN KENNEDY, CHE TENTAVA DI SPENNARE VECCHIE RICCHE, BILLY WILDER NEGLI ANNI 20 FACEVA IL GIGOLO ALL’HOTEL ADLON DI BERLINO BALLANDO CON CARAMPANE, LE GARE DI BARZELLETTE TRA GARCIA MARQUEZ E FIDEL CASTRO

Aldo Cazzullo per Corriere.it

Inge Giangiacomo e Carlo Feltrinelli Inge Giangiacomo e Carlo Feltrinelli

 

Inge Feltrinelli, lei aveva due anni e mezzo quando Hitler prese il potere. Cosa ricorda del nazismo?

«L’odore del legno bruciato nella notte dei cristalli. Mio padre, Siegfrid Schönthal, era ebreo. Dovette fuggire in America. Per fortuna fui protetta dal nuovo compagno di mia madre, Otto, un ufficiale di cavalleria che rischiò la carriera per salvarmi».

 

Inge che nome è?

«Sta per Ingeborg. In svedese: amata».

 

E la guerra?

gr01 inge feltrinelligr01 inge feltrinelli

«Göttingen, la città universitaria dove vivevo, fu risparmiata dalle bombe. Ma la miseria era assoluta. Partii in bicicletta per Amburgo, la capitale dell’editoria. Conobbi Axel Springer. Ricordo un reportage dalla Spagna franchista: fame, donne velate di nero, poliziotti».

 

Nel ’53 andò a Cuba da Hemingway.

Giangiacomo FeltrinelliGiangiacomo Feltrinelli

«Fu un viaggio avventuroso: non avevo un soldo. Partii da New York per Miami in autostop. Ma il volo per l’Avana costava 30 dollari: troppo. Un tassista ubriaco mi portò a Key West, guidando a zig-zag tra gli isolotti e l’oceano. Con 7 dollari atterrai a Cuba. I bambini morivano per strada, come a Calcutta. Un giorno Hemingway gettò per terra le monete dell’elemosina: lo rimproverai, litigammo».

elli / LUZ

feltrinelli e fidel castro feltrinelli e fidel castro

Lui la corteggiò?

«Un po’; ma io ero una brava ragazza tedesca, e non mi lasciai andare. Divenni amica della moglie, passai con loro due settimane. Ogni giorno uscivamo in barca con un esule delle Baleari, Gregorio Fuentes, il pescatore del Vecchio e il Mare. Ma non pescavamo quasi mai niente: il marlin che si vede nel nostro celebre autoscatto era vecchio di tre giorni. Poi andavamo alla Floridita, dove in onore di Hemingway facevano il Daiquiri doble a la Papa: praticamente un’insalatiera. A tavola però beveva solo Valpolicella, l’aveva scoperto sul fronte italiano della Grande Guerra. Un mattino lo trovai sveglio ad ascoltare la radio: era il 5 marzo 1953. Mi disse grave: “Stalin is dead”».

feltrinelli e omar sharif dottor zivago feltrinelli e omar sharif dottor zivago

 

Stalin è morto.

«Ernest ne fu sconvolto».

 

Funerale Giangiacomo Feltrinelli Funerale Giangiacomo Feltrinelli

E Picasso come fu?

«Galante, anche lui; ma io sempre brava ragazza tedesca. Era un piccolo diavolo affascinante e misterioso, un toro dagli occhi magnetici. Viveva in una villa vicino a Cannes, La Californie, in un disordine spaventoso, accudito dalla sua compagna Jaqueline, che gli era devotissima. Dopo la sua morte si suicidò».

 

Chagall?

«Un angelo. Un vecchio ebreo russo pieno di charme. Pareva un violinista dei suoi quadri».

 

 Inge Feltrinelli e Hemingway Inge Feltrinelli e Hemingway

Simone de Beauvoir?

«Per me era come la Madonna: avevo adorato Il secondo sesso. Aveva le unghie laccate di rosso, mi parlò con entusiasmo della Cina di Mao da cui era appena rientrata».

Giangiacomo feltrinelli a Berlino nel sessantotto Giangiacomo feltrinelli a Berlino nel sessantotto

 

Leonor Fini?

«Amava le donne ma abitava con tre gay. Bellissimi».

 

A New York lei aveva fotografato anche John Kennedy, allora senatore.

John Kennedy che prova a spennare l'ereditiera Elisabeth Arden - foto (C) Inge Schoenthal Feltrinelli John Kennedy che prova a spennare l'ereditiera Elisabeth Arden - foto © Inge Schoenthal Feltrinelli

«Mi imbucai a un party. Uomo straordinariamente sexy, passava di tavolo in tavolo per chiedere finanziamenti ad anziane signore. Lo fotografai mentre tentava di spennare Elizabeth Arden, coperta da un chilo di diamanti».

© Inge Schoenthal Feltrinelli / LUZ

Anche il ritratto di Churchill è «rubato» .

FIDEL CASTRO R GIAN GIACOMO FELTRINELLI GIOCANO A BASKETFIDEL CASTRO R GIAN GIACOMO FELTRINELLI GIOCANO A BASKET

«E anche lui era andato a chiedere soldi, al banchiere ebreo Bernard Baruch, che abitava sulla Quinta Strada. Tecnicamente ero maldestra; però sapevo cogliere quello che Cartier-Bresson chiama “il momento decisivo”. Come quando fotografai Greta Garbo che starnutiva al semaforo. Vendetti l’immagine a Life per 50 dollari, mi mantenni a New York per un mese».

 

Ritrasse Billy Wilder con un elmo prussiano in testa.

GIANGIACOMO feltrinelliGIANGIACOMO feltrinelli

«Fu una sua trovata autoironica. Mi raccontò di quando negli anni 20 faceva il gigolo all’hotel Adlon di Berlino, ballando con le signore ricche».

 

Nel 1958 l’incontro con Giangiacomo Feltrinelli.

«Mi invitarono a una festa in suo onore ad Amburgo. Era il 14 luglio. Lo trovai solo, annoiato. Parlammo per tutta la notte su una panchina davanti al lago. Era diretto al Polo Nord, avrebbe dormito in tenda. Lo presi in giro perché si mangiava le unghie. Giorni dopo ricevetti una sua cartolina dalla Scandinavia. Diceva, in tedesco: “Ho le unghie lunghe come Pierino Porcospino”».

CASTRO FELTRINELLICASTRO FELTRINELLI

 

Com’era Giangiacomo?

«Dolce, colto, a volte aggressivo per vincere la timidezza. Solitario: era cresciuto con i precettori e la servitù. I custodi della villa dell’Argentario l’avevano fatto diventare comunista».

 

INGE FELTRINELLI INGE FELTRINELLI

Insieme andaste da Castro.

«Volevamo pubblicare le sue memorie. I bambini cubani ora erano calzati e vestiti. Ci diedero una casa meravigliosa, piena di bottiglie di Chateau Rothschild, ma Giangiacomo si rifiutò di berle. Aspettammo Fidel per una settimana. Quando finalmente convinsi mio marito ad andare al mare, lui arrivò. Giangiacomo mi voleva ammazzare».

CASTRO FELTRINELLI 2CASTRO FELTRINELLI 2

 

Che impressione vi fece?

«Carismatico, voce stridula, ideologicamente un po’ confuso. Sulla terrazza teneva le galline e un canestro per giocare a basket, con Giangiacomo fecero qualche tiro. Ci rimproverò perché avevamo ospitato Virginio Piñera e altri intellettuali cubani omosessuali, e noi gli tenemmo testa. Alla fine il libro non uscì, Castro non trovò il tempo di finirlo. Abbiamo ancora un suo manoscritto».

 

CASTRO FELTRINELLI 4CASTRO FELTRINELLI 4

Lo pubblicherete?

«No. È noiosetto».

 

In Italia come fu accolta?

«Gli scrittori erano tutti antitedeschi. Mi adottarono Vittorini e sua moglie, Ginetta: un vulcano, una Anna Magnani bionda, che preparava una cassoeula eccezionale. A casa Vittorini conobbi Montale, silenzioso e gentilissimo, e la Duras».

 

Poi Giangiacomo cominciò a preparare la rivoluzione.

«Aveva capito che non avrebbe cambiato il mondo con i libri, o l’avrebbe cambiato troppo lentamente. Tentai di fermarlo. Lui mi lasciò. Nel mio diario scrissi: “He’s lost”, è perduto».

7str29 mau maggani inge feltrinelli7str29 mau maggani inge feltrinelli

 

Che idea si è fatta della sua morte?

«Certo non è stato un incidente».

 

Fu ucciso?

«Sì».

 

Da chi?

inge feltrinelli 9997cb50 9486 4858 b9e9 e6545d34445dinge feltrinelli 9997cb50 9486 4858 b9e9 e6545d34445d

«Non lo so. Era un uomo scomodo. Troppo scomodo, troppo libero, troppo ricco; troppo tutto. Era tenuto d’occhio da cinque servizi segreti, inclusi Mossad e Cia. E ovviamente quelli italiani. Forse sono stati loro. Lui sapeva di Gladio e dei loro depositi di esplosivi. Per difendersi da Gladio fondò i Gap, reclutando ex partigiani e giovani rivoluzionari. Temeva un golpe di destra; e non era una paura immaginaria».

 

Fu un delitto politico, quindi?

«Certo. I giornali pubblicarono la foto del cadavere di uno sconosciuto: lo riconobbi subito. Tra i poliziotti lo riconobbe il commissario Calabresi. Venne qui a casa alle sei del mattino, a interrogare il portiere. Solo dopo mi portarono all’obitorio. È uno dei tanti misteri italiani irrisolti. Come la morte del nostro amico Pasolini. Anche lui un uomo scomodo».

 

Anche l’assassinio di Pasolini fu un delitto politico?

«Secondo me sì. Certo Pelosi non era solo».

 

fel03 luigi squarzina inge feltrinellifel03 luigi squarzina inge feltrinelli

Lei salvò la casa editrice.

«Mi aiutò Roberto Olivetti: nel weekend arrivava da Ivrea a controllare i conti. E poi avevamo collaboratori fantastici. Stipendio uguale per tutti, dai capi ai fattorini. Fummo i primi in Europa dopo gli spagnoli a pubblicare Cent’anni di solitudine, e ne vendemmo 300 mila copie».

FELTRINELLI DEL BABUINO D FELTRINELLI DEL BABUINO D

 

Com’era Garcia Marquez?

«Un piccolo colombiano di commovente sensibilità. Prima frequentava solo alberghetti di quarta categoria; il successo lo cambiò. Lo incontrai a Cuba con Castro: si occupava di cinema e viveva come un tycoon hollywoodiano, tra lampade Tiffany e telefoni bianchi; il trionfo del kitsch. Tra Gabo e Fidel c’era competizione. Castro lo ammirava: grazie a lui scoprì la letteratura, prima non aveva letto nulla. Garcia Marquez lo pativa. Si sfidavano in gare di barzellette. Una provocazione continua».

inge feltrinelliinge feltrinelli

 

Lei è stata amica di Günter Grass. Cos’ha provato quando ha scoperto la sua giovinezza hitleriana?

«Sono stata molto delusa. Ma non rinnego l’amicizia».

 

Allen Ginsberg?

«Venne a trovarci a Villadeati, nel Monferrato. Aveva un volto orribile ma un corpo stupendo, non a caso girava sempre nudo. La moglie di Edoardo Sanguineti ne era scandalizzata: “Ci sono i bambini!”».

FELTRINELLI DEL BABUINO D FELTRINELLI DEL BABUINO D

 

Nadine Gordimer, Doris Lessing?

«Siamo state molto vicine. Come con Vasquez Montalban, che mi portava a pranzo al mercato della Boqueria o nelle taverne di Barcellona. Ora sono tutti morti. Tra i Nobel è rimasta solo Hertha Müller: ci telefoniamo ogni settimana per commentare l’attualità».

 

Cosa pensa della Merkel?

«Tipico prodotto tedesco, anzi della Ddr: solida, antipatica; poco charme, poca comunicativa. Ma è la donna più importante del mondo, e fa bene a tener testa a Erdogan, che non può permettersi di dire che i tedeschi sono rimasti nazisti; questo è uno slogan razzista turco. Spero però che le elezioni le vinca Schulz».

 

FELTRINELLI DEL BABUINO D FELTRINELLI DEL BABUINO D

Voterà alle primarie del Pd?

«Sì. Per Renzi. Ha commesso errori, ma ha portato una ventata di energia».

 

E Grillo?

«Un pazzo simpatico e imprevedibile: per questo mi piace. Però rimasi male quando venne all’inaugurazione della Feltrinelli di Genova e invitò la gente a rubare i libri».

 

Come vede il futuro dell’Italia?

«Con grandi potenzialità. I giovani sono straordinari: vedo come partecipano alla vita della nostra Fondazione. Sono entusiasta del progetto di Viale Pasubio: 13 chilometri di libri! È uno dei simboli della nuova Milano, che può trainare la rinascita del Paese».

Inghe Feltrinelli - Copyright PizziInghe Feltrinelli - Copyright Pizzi7str11 inge feltrinelli7str11 inge feltrinelliCARLO FELTRINELLI CARLO FELTRINELLI

 

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni economia recessione

DAGOREPORT – ASPETTANDO L'OPPOSIZIONE DE' NOANTRI (CIAO CORE!), VUOI VEDERE CHE LA PRIMA BOTTA DURISSIMA AL GOVERNO MELONI ARRIVERA' DOMANI, QUANDO L'ECONOMIA ITALIANA SARÀ FATTA A PEZZI DAI DAZI DI TRUMP? - QUALCUNO HA NOTIZIE DEL FAMOSO VIAGGIO DELLA DUCETTA A WASHINGTON PER FAR CAMBIARE IDEA AL TRUMPONE? SAPETE DOVE E' FINITA LA “MERAVIGLIOSA GIORGIA” (COPY TRUMP), "PONTE" TRA USA E UE? SI E' DOVUTA ACCONTENTARE DI ANDARE DA CALENDA! E GLI ELETTORI INIZIANO AD ACCORGERSI DEL BLUFF DA “CAMALEONTE” DELLA PREMIER: FRATELLI D’ITALIA È SCESO AL 26,6%, E IL GRADIMENTO PER LA STATISTA FROM GARBATELLA È CROLLATO AI MINIMI DAL 2022 – IL PNRR A RISCHIO E LA PREOCCUPAZIONE DEL MONDO ECONOMICO-FINANZIARIO ITALIANO...

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….