Estratto dell'articolo di Arianna Finos per "Robinson - La Repubblica"
kevin costner Horizon An American Saga – parte 1
Kevin Costner ha giocato d'azzardo per tutta la carriera, tra successi e flop epici. A sessantanove anni, ultimo dei Mohicani, rischia tutto — produce, dirige, recita — su un western che guarda ai tempi gloriosi del genere, in un momento in cui il cinema in sala è ormai riserva indiana. […].
All'ultimo festival di Cannes l'autore divo è arrivato — con cinque dei suoi figli — perché Horizon: An American Saga, epopea da quattro capitoli di cui due girati, ha bisogno di aiuto finanziario «chissà se qui al festival qualche riccone da yacht s'innamorerà del western e vorrà aiutarmi...».
[…] È un appassionato di storia.
«Per me è qualcosa di vivo. Ho fatto film politici, su John Kennedy, sul baseball che è il nostro sport nazionale. Ma amo soprattutto l'età d'oro del western. Non quelli in cui c'è il primo aereo, o la prima moto che spaventa i cavalli, che violano il western.
L'età d'oro è stata subito dopo la Guerra Civile, ma l'ho ambientato prima, mentre gli eserciti si battevano tra loro e la protezione dei pionieri era impossibile. Un momento tragico, vergognoso, anche nella lotta per la terra, 500 nazioni di nativi in lotta per la famiglia, non per una bandiera».
[…] Per Coppola, fin dai tempi del muto gli attori sono i registi migliori.
«Molto generoso e furbo da parte sua. Ma la verità è che i film del Padrino sono forse i migliori mai realizzati».
Siete una generazione che rischia.
«Non so perché sia difficile per me. Sento che i film che mi piacciono sono mainstream, ma c'è un margine che il pubblico non capisce del tutto. Sento dire "questo studio non fa quel tipo di film". E mi sorprendo perché ho fatto due film sul baseball (L'uomo dei sogni e Bull Durham ndr) quando nessuno pensava che potessero avere successo. Questo film è stato un viaggio difficile, mi ha ferito. Ma mi rende felice poter andare avanti con persone che per me farebbero di tutto e a volte si sentono impotenti. Abbiamo preso colpi, non ci siamo arresi. È stato un viaggio non irto di pericoli, ma di crepacuore. Ma festeggiamo due film meravigliosi e lavoriamo al terzo».
[…] Cos'era per lei il cinema a quella età?
«Ero un ragazzo che non sapeva cosa ci fosse, aperto il sipario. C'era arte e spazzatura. Ma alcuni indelebili momenti mi hanno commosso, plasmato, reso quel che sono».
[…] I suoi nonni erano agricoltori.
«Sì, ma l'Oklahoma non ha fatto parte della mia vita, anche se è stata parte della mia educazione. Conosco la durezza di quella vita. Ma i western li guardavo da piccolo in tv, non capivo cosa fosse autentico e quanto invece esotico. A volte erano film sciocchi. Spero che, chi vedrà Horizon, tra 40 anni, lo percepisca come autentico».
Quanto ha contato "Balla con i lupi"?
kevin costner l’uomo del giorno dopo
«Molto, mi ha ricordato che dovevo seguire il mio istinto. Che quel che sento profondamente può risuonare nel pubblico. Lo stesso per Horizon. Non ho bisogno di test per sapere cosa è umano, normale, eccitante».
[…] Momento peggiore e migliore ?
«Il migliore quando mi hanno scelto per Il grande freddo. Ho capito che sarebbe cambiato tutto. Quanto al peggiore, mi sento fortunato, è l'unica cosa che posso dire».
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