“LUCA GUADAGNINO È UN VERO VISIONARIO DEL CINEMA” – IL REGISTA SARA’ PREMIATO AL SUNDANCE FESTIVAL FONDATO DA ROBERT REDFORD (IN CUI DEBUTTÒ NEL 2010 CON 'I AM LOVE') – GUADAGNINO: “COME IL FESTIVAL ACCOLSE ‘CHIAMAMI COL TUO NOME’ CAMBIÒ LA MIA VITA E LA MIA CARRIERA. FRA QUELLE MONTAGNE DI PARK CITY MI SONO SEMPRE SENTITO A CASA...”

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Estratto dell'articolo di Sara Frisco per “il Giornale”

 

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Torna in presenza l'edizione numero 39 del Sundance Film Festival, fondato da Robert Redford a Park City nel 1984 e negli ultimi due anni costretto ad una programmazione solo virtuale causa Covid. Da domani al 29 gennaio, l'evento torna in presenza e vede in cartellone, fra i suoi 99 titoli, due film italiani, in concorso nella sezione Spotlight. Sono Le otto montagne, che ha già vinto il Premio della Giuria a Cannes 2022, adattamento del romanzo di Paolo Cognetti, con Luca Marinelli e Alessandro Borghi, e L'immensità di Emanuele Crialese, con Luana Giuliani, Penélope Cruz e Vincenzo Amato, in cartellone per la giornata inaugurale di domani quando, durante la serata di apertura, Luca Guadagnino riceverà il Sundance International Icon Award per la sua capacità di «creare universi cinematografici distintivi e di avere un impatto duraturo sul cinema, in particolare attraverso l'impegno per la narrazione e una visione creativa incrollabile», recita la menzione.

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«Luca Guadagnino è un vero visionario del cinema. Siamo entusiasti di onorarlo con questo premio speciale», afferma Joana Vicente, Ceo del Sundance Institute. «Sia che si tratti di scrivere, dirigere o produrre, Guadagnino ha avuto un impatto innegabile sulla comunità del Sundance e sull'industria cinematografica nel suo insieme, grazie alle sue capacità narrative uniche». Il regista palermitano ha davvero solide radici al Sundance, dove ha debuttato nel 2010 con I Am Love, che ha scritto, diretto e prodotto nella migliore tradizione indie tanto cara al festival di Park City.

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 Nel 2017 Guadagnino è tornato con Chiamami col tuo nome, che ha poi vinto un Oscar per la migliore sceneggiatura non originale. Infine, nel 2020 Guadagnino ha portato al Sundance il documentario The Truffle Hunters, sui leggendari cercatori di tartufi di Alba. «Come il festival accolse Chiamami col tuo nome cambiò la mia vita e la mia carriera - dice il regista italiano - Fra quelle montagne mi sono sempre sentito a casa». Anche quest' anno il festival probabilmente cambierà vita e carriera di qualche altro giovane artista sconosciuto. Su un centinaio di titoli in cartellone, trentadue sono di filmmaker al loro debutto, e venti di questi sono donne. «Sundance è così atipico nel panorama dei festival: è un luogo di scoperta», dice Joana Vicente.

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