ferilli gramellini parenzo ceccherini

“SE DOVESSE VINCERE LA ZONA D’INTERESSE, SO PERCHÉ VINCEREBBE…”- LA FRASE DI SABRINA FERILLI SCATENA GRAMELLINI: “ALLORA CE LO DICA, VISTO CHE LO SA. TIRO A INDOVINARE: PERCHÉ PARLA DELLA SHOAH E A HOLLYWOOD LA LOBBY EBRAICA LA FA DA PADRONA. I PREGIUDIZI SONO COSÌ PREVEDIBILI. IMMAGINO NE ABBIA MESSO AL CORRENTE IL SUO COLLEGA ROBERTO BENIGNI, CHE VINSE L’OSCAR NEL 1999 CON LA VITA È BELLA" – DAVID PARENZO: "LA FERILLI CHIARISCA. NON VA BENE SEMINARE IL DUBBIO. LE SCUSE DI CECCHERINI? PIETOSE. C’È UN CLIMA CHE RICORDA..."

LA ZONA DI SABRINA

Massimo Gramellini per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

sabrina ferilli

Pazienza per Ceccherini, ma ci si è messa pure Sabrina Ferilli, una che sembrava allergica ai luoghi comuni. Alla vigilia della cerimonia degli Oscar ha scritto: «Se dovesse vincere La zona d’interesse , so perché vincerebbe, non certo perché è un film migliore di Io capitano».

 

Allora ce lo dica, signora Ferilli, visto che lo sa. Tiro a indovinare: perché parla della Shoah e a Hollywood la lobby ebraica la fa da padrona; basta che uno ambienti il suo film nei dintorni di Auschwitz e le statuette gliele tirano dietro, mentre un racconto sui migranti come quello di Garrone non gode di protezioni in alto loco.

 

massimo gramellini in altre parole

Le ho letto nel pensiero? Spero di no, ma i pregiudizi sono così prevedibili. Immagino ne abbia messo al corrente il suo collega Roberto Benigni, che vinse l’Oscar nel 1999 con La vita è bella e già all’epoca gli addetti ai livori lasciarono intendere che ambientare la storia in un campo di concentramento era stata una furbata per sedurre la famosa lobby.

 

Certo, vedere un film prima di giudicarlo in certi casi aiuta. Si scoprirebbe che La zona d’interesse non è un film sugli ebrei, come sostiene l’arguto Ceccherini, ma su una famiglia che vive a ridosso di un lager senza curarsene. Racconta la miopia del nostro sguardo

 

(...)

sabrina ferilli

Insomma, più che un film «sugli ebrei», è un film su chi pensa che La zona d’interesse abbia vinto perché parla di ebrei.

 

 

 

PARENZO

Alisa Toaff per adnkronos.com - Estratti

''Ormai l'odio contro Israele è diventato odio antiebraico e quindi anche 'l'ultimo attore del bigoncio' si sente autorizzato a dire qualunque fregnaccia''. David Parenzo commenta così all'Adnkronos le dichiarazioni rilasciate da Massimo Ceccherini e, poi, rettificate sull'Oscar al Miglior Film Internazionale.

 

 

''Ormai viviamo in un contesto in cui tutti si sentono autorizzati a rispolverare i più vergognosi luoghi comuni degli anni '30 - continua il giornalista - comunque la si metta la vicenda di Ceccherini fa schifo''.

 

david parenzo foto di bacco

''Con quella frase - spiega - Ceccherini può aver voluto dire solo due cose: o che la lobby ebraica comanda l’industria del cinema oppure, e sarebbe ancora peggio, che in un contesto internazionale in cui Israele fa questo attacco durissimo contro Gaza, per 'riequilibrare', fanno vincere il film sull’olocausto che tra l’altro ho visto ed è un film strepitoso, un capolavoro assoluto che meritava di vincere l’Oscar'.' Parenzo definisce le scuse dell'attore toscano ''pietose, un bel silenzio non fu mai detto''.

 

"Ferilli? Insinua il dubbio, chiarisca. 'Zona di interesse' ha vinto perché è un grande film"

 

 

sabrina ferilli

(...) Parenzo sottolinea: "La Ferilli la conosco e mi sta anche simpatica, spero che chiarisca al più presto quello che voleva dire perché non va bene seminare il dubbio. Mi auguro che lo faccia al più presto. Diciamolo chiaramente: 'La zona di interesse' ha vinto perché è un grande film, lo dice anche il pubblico''.

 

Parenzo si dice preoccupato per il clima che si respira in Italia in questi ultimi mesi: "Ormai la parola d’ordine è che a Gaza c’è un genocidio, che Israele è uno stato nazista e che Netanyahu è peggio di Hitler e siccome è passata questa equazione vergognosa, sulla scia di questa follia, tutti si sentono autorizzati nel processo di nazificazione di Israele. I responsabili di questo clima che si è venuto a creare sono due: uno si chiama Alessandro Orsini e l’altra Elena Basile. Quando due supposti intellettuali usano questo linguaggio nelle aule accademiche è chiaro che anche l’ultimo attore si sente in qualche modo autorizzato a usare quel paragone li'''.

massimo ceccherini a ruota libera

 

''Gli intellettuali - sottolinea il giornalista - dovrebbero essere quelli che pesano le parole e sanno anche spiegare quello che sta accadendo. Siamo ritornati prepotentemente in un clima che ricorda quello del 9 ottobre del 1982 quando fu attaccata la sinagoga di Roma e fu ucciso un bambino di soli due anni'', conclude.

massimo ceccherini a ruota libera sabrina ferilliSABRINA FERILLI - DOMENICA INSABRINA FERILLISABRINA FERILLISABRINA FERILLI

 

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