IL LIBRO DELLA SERVA(DIO) – TOH, LUCHINO VISCONTI SAREBBE IL FRUTTO DEL PECCATO DELLA MADRE CARLA ERBA CON IL MARITO DI WALLY TOSCANINI, IL CONTE EMANUELE CASTELBARCO…

Estratto dal libro "Raccogliamo le vele" di Gaia Servadio (Feltrinelli)

La biografia di Visconti mi era stata proposta da George Weidenfeld. L'idea mi era piaciuta subito, sarebbe stata la mia prima biografia, anche se decisi che l'avrei scritta come un romanzo, e cioè per prima cosa cercando di capire il tempo che Luchino Visconti aveva vissuto. L'Italia del 1900 e la Milano di quegli anni. La Scala di Toscanini, l'emergere di una nuova borghesia industriale - la famiglia Visconti doveva la sua ricchezza alla madre, Carla Erba, perché la nuova industria farmaceutica era in grandissima ascesa.

Mi aveva aiutato Wally Toscanini, che ricordo in una nuvola di profumo e di racconti, un modo di parlare di persone e situazioni, come bere champagne, il suo divertimento passava nella voce.

Era una donna splendida. Mi invitava alle sue serate a Milano nell'appartamento che era stato del padre; in anticamera c'era un grande busto di Toscanini e un tavolo di legno scuro con sopra lettere e programmi musicali, Dio solo sa chi non incontrai in quelle serate, ma ero troppo ignorante e timida per chiedere, inoltre Wally era quel tipo che ti accoglieva, ti abbracciava, e poi eri allo sbaraglio Giusto, così si fa, uno se la deve cavare.

Certo, incontravo Ghiringhelli, allora sovrintendente della Scala e amico di Wally, per amico intendo l'amico, difatti mi dava il suo palco (così arrivai a Wagner), dove spesso ero completamente sola. Be', che lusso, mi dicevo, essere nel palco del sovrintendente alla Scala e da sola...

Tra Wally e Carla Visconti c'era stata la guerra fredda e quella guerra si chiamava Castelbarco, che secondo Wally era il vero padre di Luchino - oltre a essere marito di Wally e suo ex cognato. Difatti il regista la chiamava zia. Wally aveva sposato Castelbarco, e molte cose che Wally mi raccontava spiegavano l'ossessione di Visconti per l'incesto e la famiglia.

Tenni per me molto di quanto Wally mi aveva raccontato, ciononostante le Vestali di Visconti si trasformarono in Menadi e riuscirono a distruggere il libro.


Il 6 febbraio 1981 Federico Zeri, caro amico, mi scriveva:

Carissima Gaia, sento che il libro su Visconti sta provocando conseguenze tra le più spiacevoli.
Me lo aspettavo: in Italia non si può scrivere la verità, anche quella che è da tutti ammessa e di cui tutti parlano. E poi la figura del Luchino è investita dall'aura sacrale che qui spetta a talune personalità considerate "a sé". Vorrei tuttavia sapere: ma chi si sta muovendo contro il libro? I parenti? Certi amici? Oppure è un'azione degli ammiratori?

Da parte mia ho sempre considerato Luchino Visconti un grande regista, ma sino a un certo momento. Negli ultimi anni faceva dei bidoni, vedi Morte a Venezia che ho trovato brutto sino al kitsch pseudo-intellcrtuale. Mi auguro che, tornando a Londra, io possa rivedere la Gaia abituale, scinıtillante, intelligente e senza requie.

Per carità, prego fuggire nei Mari del Sud se ci fosse qualche pericolo di venire aggredita da qualche folle Viscontilatra.

Saluti, e a presto.

 

 

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