IL MISTERO BOFFO DI FELTRI  - ''ALL'EPOCA DIRIGEVO 'IL GIORNALE' E UN GIORNO IL MIO STAFF (FUORI I NOMI!) MI PORTÒ UN DOCUMENTO, POI RISULTATO FASULLO, SUL QUALE ERA SCRITTO CHE DINO BOFFO DIRETTORE DEL QUOTIDIANO DEI VESCOVI, "AVVENIRE", AVEVA SUBÌTO UNA CONDANNA LIEVE PER MOLESTIE TELEFONICHE...'' - "CHE FINE HA FATTO? DI LUI NON TROVO TRACCE. IO, IL REO, SONO ANCORA IN PISTA E ROMPO LE BALLE ADESSO COME ALLORA. CI SARÀ UN PERCHÉ..."

-

Condividi questo articolo


Vittorio Feltri per “Libero quotidiano”

 

feltri feltri

Che fine ha fatto Dino Boffo, già direttore del quotidiano dei vescovi, Avvenire, e della televisione vaticana? Non lo so, di lui non trovo tracce, ma presumo sia in pensione avendo l'età per riscuotere l'assegno di quiescenza.

 

A distanza di oltre dieci anni dalla disavventura che ci accomunò, mi piace ricordare come si svolsero e si svilupparono i fatti. La verità quando è calda nessuno la vuole fra i denti, oggi, a freddo, è addirittura digeribile.

 

All'epoca dirigevo il Giornale (per la seconda volta) e un giorno il mio staff mi portò un documento, poi risultato fasullo, sul quale era scritto che Boffo aveva subìto una condanna lieve per molestie telefoniche. All'epoca il capo del quotidiano  cattolico era uso ad attaccare Berlusconi per la sua condotta con le donne, rimproveri che mi parvero fuori luogo poiché pronunciati da un signore che aveva avuto fastidi con la giustizia.

 

dino boffo 9 dino boffo 9

La documentazione che mi venne sottoposta conteneva notizie fondate, tuttavia era tarocca nella forma. Del che non mi accorsi. Pertanto scrissi un pezzo per raccontare la vicenda, dicendo che Boffo non era abilitato a segnalare la pagliuzza negli occhi di Silvio quando anche lui, poveraccio, non era in regola dal punto di vista oftalmico.

 

Il dì appresso scoppiò un casino infernale. Tutti mi attaccarono, perfino mia moglie, di solito generosa nei miei confronti. I colleghi della stampa in coro mi accusarono di essere il manovratore della macchina del fango perché avevo usato carte false per dare addosso al responsabile del foglio cristiano.

feltri 19 feltri 19

 

IL MASSACRO

Sulla circostanza che il verbale, sebbene non autentico, raccontasse un fatto vero, nessuno si pronunciò. Silenzio tombale. Le polemiche proseguirono settimane, intervennero pure varie televisioni, fui soggetto a un autentico massacro. Ricordo un Formigli scatenato nell'arte sovrana di denigrarmi, ma non mi scomposi, ero avvezzo a battagliare con i signorini della mia ex categoria moscia e appiattita sul conformismo più vieto.

 

Dino Boffo Dino Boffo

Mi resi conto che la realtà non vale nulla, prevale la correttezza burocratica. Allorché scoprii che il verbale non era originale per quanto riferisse fatti accaduti, mi affrettai a dirlo senza tanti giri di parole. Ciò che mi sorprese, lasciandomi basito, fu la constatazione che Boffo si dimise dalla direzione del suo foglio. E, caso ancora più strano, i vescovi accettarono tali dimissioni. Se io avessi raccontato balle che motivo c'era di fare uscire Boffo dal suo ufficio? Mi aspettavo che la Chiesa difendesse un suo uomo di cui dichiarava l'innocenza. Invece no.

 

feltri 25 feltri 25

Accolse l'addio di Boffo senza fare una piega. Strano, no? Mi rassegnai a passare per uno spacciatore di melma. Ciò che viceversa non mi attendevo fu l'aggressione selvaggia del cosiddetto Ordine dei giornalisti il quale non ha mai digerito il mio successo economico: incassavo uno stipendio dieci volte superiore rispetto agli anonimi figuri che mi avrebbero giudicato senza avere titoli professionali decenti.

 

FUORI DAI RADAR

dino boffo dino boffo

 Il processo si svolse in un clima surreale. Coloro che mi incolpavano con argomenti inconsistenti si atteggiarono a magistrati inflessibili, e la mia tesi difensiva venne ascoltata con sufficienza. Si impose il concetto che non importa il dettaglio da cui si evince che il giornalista ha scritto il giusto, prevale il particolare che il documento basilare non essendo ufficiale bensì una copia non andava preso sul serio.

 

 Capito l'antifona? Non è fondamentale che il cronista narri fedelmente la vicenda, deve piuttosto avvalersi di carteggi timbrati dalle autorità. Un non senso elevato a teoria. Risultato, mi fu rifilata una punizione enorme: sospensione di sei mesi dall'esercizio legale del mio lavoro. Praticamente condannato per un lungo periodo alla disoccupazione, il che contrastava con la Costituzione che fissa il diritto ad avere una occupazione.

 

VITTORIO FELTRI VITTORIO FELTRI

 Naturalmente feci ricorso e in secondo grado, davanti a una nutrita assemblea di colleghi anonimi e storditi, i sei mesi di limbo furono ridotti a tre, che scontai senza avere alcuna macchia. Intanto il povero Boffo, persona perbene, aveva abbandonato il timone dell'Avvenire ed era in attesa di prendere in mano quello della emittente vaticana, che gli fu affidato di lì a poco. Paga sicura però ombra totale.

 

Trascorrono un paio di anni, io continuo a scrivere sul Giornale che avevo rigenerato, insomma la vita va avanti senza che alcuno mi abbia torto un capello. A un certo punto viene divulgata la notizia che Dino è stato nuovamente sollevato dall'incarico. Motivo? Non si è mai saputo. Si dà il caso che lui sia sparito dalla circolazione. Mi dicono che viva in Veneto dove è nato. Di lui comunque si è persa traccia. I vescovi che durante la bagarre lo avevano difeso, negando il fatterello di cui egli si era macchiato, si sono nascosti dietro a un dito. Di Boffo, l'offeso immaginario, non si parla nemmeno all'oratorio. Io, il reo, sono ancora in pista e rompo le balle adesso come allora. Ci sarà un perché.

vittorio feltri a non e' l'arena 2 vittorio feltri a non e' l'arena 2 vittorio feltri a non e' l'arena 1 vittorio feltri a non e' l'arena 1

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

FLASH! – NAPOLI HA IL CAMPO STRETTO: UN SONDAGGIO DEL PD, IN VISTA DELLE ELEZIONI IN PROGRAMMA IN CAMPANIA AD OTTOBRE 2025, DÀ IL PENTASTELLATO ROBERTO FICO PERDENTE CON UNO SCARTO DEL 15% - PER QUESTO IL PD INSISTE SUL SINDACO DI NAPOLI. MA GAETANO MANFREDI NON VUOLE CEDERE IL POSTO A FICO E CANDIDARSI PERCHÉ HA PAURA DI PERDERE. E PUNTA ALLA RICONFERMA NEL 2026 AL COMUNE - LA ‘’VARIABILE DE LUCA’’ ELLY SCHLEIN VUOLE RISOLVERLA DOPO IL VOTO IN LIGURIA, UMBRIA E EMILIA ROMAGNA…

IL COLMO PER UN FASCIO-MINISTRO DELLA CULTURA? COPIARE I DISCORSI DA UN COMUNISTA – NELL'ORMAI FAMOSO DISCORSO SUL "PENSIERO SOLARE", ALESSANDRO GIULI STAVA CITANDO UN PASSAGGIO DA “L'UOMO IN RIVOLTA” DI ALBERT CAMUS PRESO DA UN TESTO DI FRANCO CASSANO INTITOLATO “IL PENSIERO MERIDIANO” - CASSANO ERA UN COMUNISTA DURO E PURO AL QUALE GIULI SI ISPIRA “PER CERCARE DI OPPORSI ALL'INELUDIBILE CARICA OMOLOGATRICE DEL CAPITALISMO…” - VIDEO: LA DAGO-HIT CON IL TESTO DI GIULI

DAGOREPORT - FUORI I COLTELLI! IL CAOS SANGIULIANO-GIULI-SPANO HA FATTO IMPLODERE I FRATELLI D’ITALIA - TUTTE LE NOTIZIE, DA "REPORT" A "REPUBBLICA", DAL "DOMANI" A DAGOSPIA, ARRIVANO DA FDI - BASTA LEGGERE SU FB IL J’ACCUSE DELLA GIORNALISTA DEL “SECOLO D’ITALIA”, ANNALISA TERRANOVA, CHE SVELA LA FAIDA TRA I POST-FASCI ANTI “PEDERASTI” E CHI SOGNA UNA MODERNA DESTRA DI GOVERNO: “L'ATTEGGIAMENTO DI AVVERSIONE VERSO I GAY E IN GENERALE VERSO GLI LGBTQ+ È DISGUSTOSO E IMBARAZZANTE” – SE LA BASE DI FDI È DIVISA, AL VERTICE VA PURE PEGGIO: MANTOVANO E FAZZOLARI HANNO ERETTO UN MURO CONTRO LA SCELTA DELLA DUCETTA DI MANDARE AL MINISTERO DELLA CULTURA PRIMA "GENNY DELON" E POI IL GIULI-RIDENS, UN CAMALEONTE CAPACE DI TUTTO, ANCHE DI NOMINARE SUO CAPO DI GABINETTO FRANCESCO SPANO, OMOSESSUALE DICHIARATO, CONSIDERATO UN “INFILTRATO” DE’ SINISTRA (GIA' ALLA CORTE, COL "MARITO" AL SEGUITO, DELLA VELTRONIANA MELANDRI)

DAGOREPORT – BEPPE SALA, FUORI DAL SALOTTO DEL CENTRO STORICO PD, S'INCAZZA: IL SINDACO DI MILANO HA CAPITO CHE BETTINI E CONTE STANNO APPARECCHIANDO UN PAPOCCHIO, DI CUI MANFREDI, SINDACO DI NAPOLI, A CAPO DELL'ANCI È SOLO L’ANTIPASTO. POI SEGUIRA' MANFREDI CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA CON IL GRILLINO FICO SINDACO DI NAPOLI -  MA LOR SIGNORI NON HANNO FATTO I CONTI CON VINCENZO DE LUCA, FATTO FUORI DALLA COJONAGGINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN: DE LUCA SI PRESENTA CON LA SUA LISTA CIVICA: O VINCE O FA VINCERE LA DESTRA – LIGURIA, EMILIA-ROMAGNA, UMBRIA: SE PER LA MELONI FINISSE 3-0, LA SEGRETARIA ARCOBALENO POTRÀ REALIZZARE IL SUO SOGNO E LASCIARE LA POLITICA PER IL RAP CON J-AX...

FOTO FLASH - UNO DEI DUE E' DI TROPPO: NEL SERVIZIO DI "REPORT", GIRATO IL 10 OTTOBRE (GIORNO IN CUI GIULI E' ANDATO IN SENATO PER RISPONDERE A UN QUESTION TIME), ALLE SPALLE DEL MINISTRO SI VEDONO SIA FRANCESCO GILIOLI, ALLORA SUO CAPO DI GABINETTO, E FRANCESCO SPANO CHE PRENDERA' IL SUO POSTO - LA STRANEZZA? GILIOLI SI DIMETTERA', ACCUSATO DI "FATTI GRAVISSIMI", DUE GIORNI DOPO, IL 12 OTTOBRE. LE DOMANDE SORGONO SPONTANEE: CHE CI FACEVA SPANO AL SEGUITO DI GIULI? IL MINISTRO AVEVA GIA' SCOPERTO I "FATTI GRAVISSIMI" IMPUTATI A GILIOLI E PREPARAVA LA SUA USCITA? OPPURE SPANO ERA LI' IN NOME DELLA LORO AMICIZIA?