quentin tarantino cinema speculation

"QUANDO I MIEI GENITORI ANDAVANO AL CINEMA, MI PORTAVANO CON LORO PERCHÉ SAPEVO TENERE LA BOCCA CHIUSA" - NEL SUO NUOVO LIBRO, "CINEMA SPECULATION", QUENTIN TARANTINO PARLA DELLA SUA INFANZIA E DI COME È NATA LA SUA PASSIONE PER IL CINEMA: "SE LA SERA MI PORTAVANO AL RISTORANTE, IN UN PIANOBAR IN UN LOCALE NOTTURNO O AL CINEMA, ERA MEGLIO CHE NON ROMPESSI TROPPO I COGLIONI. CAZZO SE ERA ECCITANTE ESSERE L’UNICO BAMBINO IN UN CINEMA PIENO DI ADULTI E SENTIRE CHE..."

quentin tarantino foto di bacco (2)

 

 

Tarantino: “Ero un piccolo etologo che osservava gli adulti nel loro habitat naturale”

Da www.lastampa.it

 

Quentin Tarantino domani alle 18 sarà alla Libreria Mondadori Duomo di Milano per un’anteprima de La Milanesiana 2023, ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi. Il regista presenterà il nuovo libro Cinema Speculation in conversazione con Antonio Monda. Stasera sarà protagonista di una serata al Teatro Grande di Brescia, sempre incentrata sul libro, edito da La Nave di Teseo, di cui qui di seguito pubblichiamo un brano.

QUENTIN TARANTINO CINEMA SPECULATION

 

All’epoca i miei giovani genitori andavano spesso al cinema e di solito mi portavano con loro. Avrebbero potuto piazzarmi da qualche parte (mia nonna Dorothy era quasi sempre disponibile), ma invece mi portavano con loro. Un motivo era perché sapevo tenere la bocca chiusa.

 

Di giorno mi era consentito essere un bambino normale che faceva domande stupide ed era infantile, noioso ed egoista come di solito sono i bambini. Ma se la sera mi portavano al ristorante, in un pianobar dove suonava Curt, in un locale notturno (cosa che ogni tanto succedeva) o al cinema – a volte addirittura con un’altra coppia – sapevo che erano cose da grandi. E se volevo partecipare alle cose da grandi, era meglio che non rompessi troppo i coglioni.

 

quentin tarantino foto di bacco (6)

In pratica dovevo evitare di fare domande cretine e capire che non ero il centro dell’attenzione. Gli adulti uscivano per parlare, ridere e scherzare. Il mio compito era starmene zitto e non interromperli in modo infantile. E sapevo che a nessuno importava molto dei miei commenti sul film o sulla serata (a meno che non fossero carini). Non è che se avessi infranto la regola poi sarei stato trattato male. Ma ero incoraggiato a essere educato e a comportarmi in modo maturo.

 

Perché se avessi fatto il bambino rompicoglioni, la volta dopo sarei rimasto a casa con una babysitter, mentre loro uscivano a spassarsela. E io non volevo stare a casa! Volevo uscire con loro! Fare cose da grandi! In un certo senso ero un piccolo etologo che, anziché i grizzly, osservava gli adulti di notte, nel loro habitat naturale. Era nel mio interesse tenere la bocca chiusa e gli occhi e le orecchie ben aperti.

 

tarantino a roma

Erano queste le cose che facevano gli adulti quando erano da soli.

 

Era così che socializzavano.

 

Era di questo che parlavano tra di loro.

 

Era questa la roba che gli piaceva fare.

 

Era questa la roba che li faceva ridere.

 

Non so se fosse intenzione di mia madre, ma mi stavano insegnando come si comportavano gli adulti. E quando mi portavano al cinema, il mio compito era stare seduto e vedere il film, che mi piacesse o no.

quentin tarantino 9

 

Be’, alcuni di questi film da adulti erano pazzeschi! M.A.S.H., la Trilogia del dollaro di Sergio Leone, Dove osano le aquile, Il padrino, Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo!, Il braccio violento della legge, Il gufo e la gattina e Bullitt. Altri, per un bambino di otto o nove anni, erano un rompimento di marroni assurdo: Conoscenza carnale, La volpe, Isadora, Domenica, maledetta domenica, Una squillo per l’ispettore Klute, La ragazza di Tony, L’amante perduta, Diario di una casalinga inquieta...

 

quentin tarantino 8

Comunque sapevo che, mentre guardavano il film, a nessuno importava se mi stessi divertendo.

 

Sono sicuro che abbastanza presto mi deve essere scappato qualcosa come: «Ehi, mamma, che barba!» E sono sicuro che la risposta fu: «Senti, Quentin, se fai il rompipalle quando ti portiamo fuori la sera, la prossima volta te ne stai con la babysitter a vedere la tele, mentre io e papà andiamo a divertirci. Decidi tu». Decisi che volevo uscire con loro.

 

La seconda regola era: non fare domande stupide durante il film.

 

quentin tarantino e uma thurman

Un paio di domande, all’inizio, mi erano concesse, ma poi erano cavoli miei. Ogni altra domanda era rimandata alla fine. Di solito riuscivo a rispettare la regola, ma c’erano delle eccezioni. Mia madre raccontava sempre alle amiche la volta in cui mi avevano portato a vedere Conoscenza carnale. Art Garfunkel vuole convincere Candice Bergen ad andare a letto con lui. E si scambiano una serie di battute tipo: «E dai, facciamolo». «Non ne ho voglia». «Ma mi hai promesso che l’avremmo fatto». «Ti dico che non ne ho voglia». «Ma lo fanno tutti!». A quanto pare, con la mia vocina stridula da novenne, chiesi ad alta voce: «Ma cosa vogliono fare, mamma?». Il che, secondo mia madre, fece scoppiare a ridere tutti gli adulti presenti in sala.

 

TARANTINO

Di fronte al celebre fermo immagine alla fine di Butch Cassidy rimasi perplesso. Ricordo che chiesi: «Che cosa è successo?». «Sono morti» mi spiegò mia madre. «Morti?» esclamai. «Sì, Quentin, sono morti» mi assicurò. «E come fai a saperlo?» chiesi astutamente. «Perché quando si blocca l’immagine, vuol dire questo» rispose pazientemente. «E come fai a saperlo?» ripetei. «Lo so e basta» mi rispose in modo insoddisfacente. «Perché non l’hanno fatto vedere?» chiesi quasi indignato. A questo punto mia madre perse la pazienza e scattò: «Perché non volevano!». «Però avrebbero dovuto farlo vedere» borbottai sotto voce. E malgrado quell’immagine sia diventata così celebre, non ho cambiato idea.

 

quentin tarantino e la moglie daniela pick a cannes

Comunque, di solito sapevo che mentre mamma e papà guardavano il film non era il momento di bombardarli di domande. Sapevo che stavo vedendo dei film da grandi e che certe cose erano fuori dalla mia portata. E se non capivo che nella Volpe Sandy Dennis e Anne Heywood avevano una relazione omosessuale, poco male. Quello che importava è che i miei genitori si divertissero e io stessi con loro quando uscivano la sera. Il momento delle domande arrivava dopo la fine del film, quando stavamo tornando a casa.

 

QUENTIN TARANTINO A CANNES 2

Quando un bambino legge un libro da adulti, è inevitabile che ci siano parole che non capisce. Ma a seconda del contesto e delle frasi che sono attorno, a volte arriva a capirle da solo. Lo stesso succede quando un bambino vede un film da adulti. Ovviamente, ci sono cose che non capisci e che i tuoi genitori vogliono che tu non capisca. Ma ce n’erano altre di cui, anche se mi sfuggiva il significato preciso, coglievo comunque il senso generale.

 

Soprattutto le battute che facevano ridere gli adulti. Cazzo se era eccitante essere l’unico bambino in un cinema pieno di adulti, vedere un film da adulti e sentire che tutti ridevano per una battuta che di solito sapevo essere sporca. E a volte, anche quando non la capivo, ci arrivavo lo stesso.

 

quentin tarantino e daniella pick 1

Al tempo stesso, nel modo in cui gli adulti reagivano ai film che ho appena citato, c’era qualcosa che all’epoca non avrei saputo individuare, ma che capisco adesso. Se i bambini vedono un film dove ci sono parolacce usate in modo comico e gag su cacca e scoregge, di solito ridacchiano.

 

Quando sono un po’ più grandi, sono le battute sul sesso a farli ridere. Ma la loro è una risata al tempo stesso maliziosa e spavalda. Sanno che sono cose che forse sarebbe meglio non vedessero e non sentissero. E il tipo di risata rivela la consapevolezza della trasgressione. Bene, all’inizio degli Anni 70 era così che gli spettatori adulti reagivano alla comicità a sfondo sessuale (... ) le risate avevano la stessa sfumatura colpevole.

 

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