Stefano Montefiori per www.corriere.it
Due autori scrivono entrambi una storia familiare a cavallo tra le due guerre mondiali. I due romanzi vengono selezionati nella prima lista dei sedici candidati al Prix Goncourt. Uno dei due autori è il compagno di una giurata. La giurata tace sul libro del compagno, ma stronca l’altro. Normale? Non molto, e infatti in questi giorni il mondo delle lettere di Saint-Germain-des-Prés è scosso dal caso di conflitto di interessi che coinvolge Camille Laurens.
Compagna e giurata
Laurens è scrittrice, critica letteraria per Le Monde e compagna del filosofo e saggista François Noudelmann. Il romanzo di Noudelmann, intitolato Les enfants de Cadillac, racconta le vicende del padre e del nonno attraverso i due conflitti mondiali. Al momento di scegliere i primi sedici selezionati Laurens non si è astenuta dal voto, ma questa scelta è rivendicata dal presidente dell’Académie Goncourt, Didier Decoin. «Sì, Laurens e Noudelmann stanno insieme, ma abbiamo pensato che questa non fosse una buona ragione per penalizzare un buon libro», ha detto Decoin a France Inter.
Tra congiunti e discendenti
Il segretario dell’Accademia, Philippe Claudel, ha aggiunto che «una maggioranza tra noi avevano apprezzato il libro, e abbiamo scoperto in seguito che c’era un legame tra François Noudelmann e Camille Laurens. Ci siamo interrogati, abbiamo fatto una votazione e abbiamo concluso che sì, potevamo includere il libro nella lista, non si trattava di un problema etico o deontologico come se fossero coinvolti un congiunto, un discendente o ascendente.
L’Accademia ha scartato il conflitto di interessi». Già il fatto che il libro scritto dal compagno di una giurata sia ammesso, mentre non lo sarebbe se fosse scritto dal marito, il figlio o il padre, è piuttosto curioso. Ma si tratta forse di non essere troppo rigidi con le frequentazioni, in un mondo editoriale che è circoscritto a Parigi, anzi a Saint-Germain-des-Prés, e nel quale tutti conoscono tutti. Il problema sorge però quando la stessa Camille Laurens stronca, anzi massacra il libro concorrente, La carte postale scritto da Anne Berest.
La stroncatura
Il romanzo di Berest parte da una cartolina, ritrovata vent’anni fa nella cassetta delle lettere. Anonima, la cartolina porta solo i nomi di Ephraim, Emma, Noémie e Jacques, quattro familiari morti ad Auschwitz nel 1942. L’autrice allora racconta le ricerche per venire a capo del mistero, solo che a giudizio di Camille Laurens finisce per scrivere una specie di manuale La Shoah per negati.
Anne Berest è accusata di essere una «esperta di chic parigino» (è un’amica della maison Chanel), e di avere scritto un libro «senza ombra né spessore, all’inverso della Storia che vorrebbe onorare». Qui le cose si complicano, perché la prassi vuole che i giurati del Goncourt si astengano dal commentare libri che sono stati selezionati. Laurens ha rotto questo uso scrivendo la critica di un romanzo scelto dai colleghi giurati, e in più lo ha distrutto con una violenza inusuale, riservando attacchi personali ad Anne Berest. A questo punto, il conflitto di interesse si fa più imbarazzante, e infatti il presidente dell’Académie Goncourt Didier Decoin ha annunciato che chiederà spiegazioni a Laurens, per ora silenziosa.
Non è il primo scandalo
I giurati del Goncourt sono gli stessi del Renaudot, e negli ultimi anni i due premi erano stati toccati da scandali poco piacevoli. Dal premio Renaudot per la saggistica attribuito a Gabriel Matzneff, sostenitore della pedofilia nei suoi scritti, alla scoperta dell’antisemitismo giovanile di Yann Moix, che si è dimesso dalla giuria. Nell’edizione 2020 il Goncourt ha ottenuto un grande successo premiando L’anomalia (edito in Italia dalla Nave di Teseo) di Hervé Le Tellier, che si avvia a raggiungere il milione di copie vendute solo in Francia. Le polemiche dell’edizione 2021 potrebbero fare pubblicità, o al contrario danneggiare un premio che è fondamentale per il mondo editoriale francese e non solo.