Marco Giusti per Dagospia
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Venezia 73. La Fede, quella di cattolici, protestanti, ebrei osservanti e non si più cos'altro, trionfa a Venezia. Come trionfano i violini romantici, le musiche troppo presenti, le fotografie fin troppo patinate, moda e sponsor. Nessuna concessione all'impegno politico, alla ricerca stilistica, a parte Safari di Ulrich Seidl.
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Del resto, il campione del cinema d’arte europeo, Wim Wenders, è sprofondato in una specie di veglia funebre recitato con le espadrillas. Non ci restano che Amat Escaliante e Sergej Loztintsa per emozionarci col cinema. Anche su twitter, se cerchi notizie su Young Pope di Paolo Sorrentino, che pure è stato molto amato dalla stampa internazionale, meno da Mereghetti con le consuete due palle e mezzo, trovi più o meno subito la topa a vista di Giulia Salemi sul red carpet, appunto, del film di Sorrentino.
Quella sarebbe la notizia più letta sul film. Poco più giù c’è anche quella di una bellissima modella brasiliana. Così, dopo il trionfo mediatico di Young Pope e gli eccessi da western protestante fuori di capoccia di Brimstone, non possiamo che dare davvero il benvenuto al delirio di fede, guerra e splatterume di genere di Hacksaw Ridge, grande ritorno di Mel Gibson, detto Mad Mel, alla regia dopo dieci anni e dopo l'accusa di guida in stato d'ebbrezza che gli è costato la cacciata dal Paradiso. Siamo nel puro ‘’slasher’’ cristiano.
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Se il cattivo reverendo protestante di Brimstone aveva una strana idea del volere di Dio, Hacksaw Ridge è un war movie classico nella prima parte e un delirio di sangue e splatterismi nella seconda. Teste che esplodono, cadaveri a pezzi, sangue ovunque. Del resto non sarebbe lui. Il film, scritto da Andrew Knight e Robert Schenkkan ispirandosi alla vera storia di Desmond Dobbs, un obiettore di coscienza per motivi religiosi qui interpretato da Andrew Garfield, diventa un puro Mel Gibson movie quando si tratta di mettere assieme fede, sangue e violenza.
Questo Desmond Dobbs, pur arruolandosi da volontario nella Seconda Guerra Mondiale come medico, si rifiuta di toccare ogni tipo di arma. Così l’esercito, dopo aver cercato di sbatterlo fuori in ogni modo, fu costretto a mandarlo in battaglia. E dopo finisce? Proprio a Okinawa, in mezzo a una delle battaglie più sanguinose della Seconda Guerra Mondiale. Che culo! E’ lì che Dobbs diventa un eroe salvando la vita a ben 75 commilitoni e guadagnandosi, da obiettore, una medaglia al valor militare.
Con Andrew Garfield, cioè l’Uomo Ragno, recitano Hugh Weaving, che fa il padre, Teresa Palmer, un’infermierina, e Vince Vaughn e Sam Worthington come commilitoni. Cultissimo, ha ovviamente diviso un bel po’ la critica. Ma i fan di Mad Mel sono entusiasti per questo “bloody gory fest”. Scrivono i critici americani: “Visceralmente ti prende, ma eticamente è disturbante”, “alla fine del film avevo gli occhi pieni di lacrime e di pezzi di sangue”, scrive Robbie Collin. “Come parlare di pacifismo in una chiesa che ha i muri imbrattati di sangue”.
Per “The Guardian”: “Non diciamo che Hacksaw Ridge contenga le più violente scene di combattimento che siano mai state filmate, ma fateci dire che assomiglia a Starship Trooper di Paul Verhoven senza ironia e senza ammiccamenti allo spettatore”. Quindi cultissimo o stracultissimo, adoratio dai fan di Mad Mel e del cinema di genere più splatter. Come scrive Luca Rea: “Gibson si sfoga nel suo habitat cinematografico prediletto: l'inferno di sangue. Oscilla tra Clint Eastwood e il Joseph Zito dei film Cannon anni '80 con Chuck Norris, arrivando a far giocare a tennis a mani nude il volontario con le bombe a mano tirate dai giapponesi. Alla fine ci mostra i protagonisti reali, tutti davvero esistiti e intervistati anni fa. Però anche per tutto ciò non si può negare che faccia cinema”.