VI RICORDATE DI "EMPY", IL CANE CHE DARIA BIGNARDI REGALÒ A MARIO MONTI NEL 2013, DURANTE "LE INVASIONI BARBARICHE"? L’EX PRESIDENTE DEL CONSIGLIO L’HA SBOLOGNATO PRIMA ALLA FIGLIA E POI AD ALCUNI PARENTI IN CAMPAGNA: "DA DUE SETTIMANE ABBIAMO PRESO UN ALTRO CUCCIOLO. SI CHIAMA ZURKY, È UN TERRIER TIBETANO" - IL SOPRANNOME "SUPERMARIO" E LE TRE PASSIONI GIOVANILI: IL MILAN, IL CICLISMO E LA…
Da “Un Giorno da Pecora” – Rai Radio1
MARIO MONTI CON IL CANE ALLE INVASIONI BARBARICHE
Mario Monti e quel famoso cane regalatogli in diretta tv. Ospite di Rai Radio1, a Un Giorno da Pecora, l’ex premier, oggi senatore a vita, si è raccontato a Giorgio Lauro e Geppi Cucciari al di fuori dalla politica toccando più argomenti, compreso questo che all’epoca fece tanto discutere.
“Mi fu donato da Daria Bignardi ma si disse che era un’idea nata dai miei strateghi della comunicazione. Poi a tenerlo furono mia figlia e i miei nipoti e attualmente, con un chiaro miglioramento delle sue condizioni di vita, è stato affidato a parenti che hanno un’abitazione in campagna. Ma devo fare una rivelazione”.
Quale? “Da due settimane. per nostra scelta, io e mia moglie abbiamo preso un altro cucciolo di cane”. E come lo avete chiamato? “Zurky, è un terrier tibetano”. Come mai questo nome particolare? “E’ un nome simile al nostro primo cane, un cocker che si chiamava Zurka. Quello fu il nostro primo cane e questo sarà il nostro ultimo”, ha ‘rivelato’ Monti a Un Giorno da Pecora.
L’ex premier ha poi raccontato quale fossero le sue passioni giovanili: il Milan, il ciclismo e la radio. “Da bambino amavo soprattutto il Milan e il ciclismo, erano queste le mie passioni principali”. Tifava per Coppi o per Bartali? “Lo dico per la prima volta: all'inizio amavo Bartali ma poi scelsi più Coppi per le sue vittorie e perché era davvero travolgente”.
E la radio? “A 15 anni mi piaceva sintonizzarmi sulle onde corte per ascoltare le notizie di paesi molto lontani. Questo mi ha spinto in seguito ad appassionarmi alla politica internazionale. Ad esempio ho scoprì dalla radio lo scoppio della rivolta in Algeria, ascoltando con frasi in codice come ‘fioriscono i ciliegi sulle rive del mediterraneo”. Quando era presidente del Consiglio i giornali la chiamavano Supermario. Si ricorda com’è nato questo soprannome?
“Me lo sono visto affibbiato nel 2001, mi pare dal New York Times. In particolare a mandare in visibilio i giornalisti di Bruxelles, dove ero Commissario per la Concorrenza - ha proseguito il senatore a Rai Radio1 - fu la mia azione di Antitrust contro Nintendo. E loro scrissero ‘Supermario contro Supermario’. E poi successivamente, in un’occasione in cui avevo invitato Mario Draghi, glielo trasferì…”
A proposito: che fine ha fatto il suo celebre loden? “Ai tempi ero orripilato dal giornalismo italiano che dava importanza al mio loden. E vi rivelo una cosa”. Ci dica. “Quando sono andato a fare il senatore a vita dovevo decidere a quale gruppo iscrivermi. Napolitano, che mi aveva nominato, aveva deciso di far parte del gruppo delle Autonomie e li ho fatto domanda anche io. E la mia domanda venne respinta”.
mario monti ai funerali di roberto maroni
Perché? “Avevano ragione: durante il mio governo ero stato poco empatico con loro. Ma la cosa buffa, che non avevano colto, e che io avevo fatto pubblicità ad uno dei loro prodotti più noti. Il loden, appunto”. ‘Quel’ loden esiste ancora? “Certo, anche se li uso meno – ha concluso Monti a Un Giorno da Pecora, ne ho uno blu a Milano e uno verde a Bruxelles”.